CATANIA – Una maxi evasione celata dal fallimento sistematico di numerose società, immigrati cubani utilizzati come “prestanome” e false fatturazioni per milioni di euro. — LE FOTO DEGLI ARRESTATI —Dietro la scalata imprenditoriale dei Reitano, tra i più importanti imprenditori del settore autotrasporti del Meridione, ci sarebbe quello che la guardia di finanza, coordinata dal procuratore capo Carmelo Zuccaro, ha definito come un vero e proprio sistema “criminale”. Otto sono gli imprenditori e professionisti finiti agli arresti.
Si tratta di “soggetti costituenti – scrivono gli inquirenti – un’associazione a delinquere finalizzata alla sistematica realizzazione di bancarotte fraudolente (patrimoniali e documentali) e reati tributari (emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, omesso versamento di ritenute e di imposte)”.
IL SEQUESTRO – L’indagine è stata eseguita dal Pm Fabio Regolo, noto per le numerose operazioni eseguite nel settore della pubblica amministrazione coordinato dal procuratore aggiunto Sebastiano Ardita. La Guardia di Finanza ha sequestrato, per equivalente, le disponibilità finanziarie degli indagati “fino alla concorrenza di circa 10 milioni di euro, pari al profitto delittuoso originato dalla perpetrazione dei reati tributari”. Sequestrate anche due società commerciali attive, RTN s.r.l. con sede legale a Milano e la JBC s.r.l.s. con sede legale a Misterbianco (CT), entrambe esercenti l’attività di trasporto merci per conto terzi.
IL SISTEMA – I finanzieri guidati dal sostituto procuratore Fabio Regolo ritengono accertata l’esistenza di un’associazione criminale “capeggiata – scrive la Procura – dai fratelli Riccardo (cl.1955), allo stato irreperibile, Giovanni Reitano (cl.1947) e dal figlio di quest’ultimo Antonio Luca Maria Reitano (cl.1976), i quali hanno amministrato, attraverso la compiacenza di prestanome nullatenenti, un gruppo di imprese attive nel trasporto di merci per conto terzi e operanti, in modo apertamente sleale, in frode al Fisco e ai creditori. Nel corso della seriale perpetrazione di crimini economico –finanziari, si è assistito anche al fallimento di 7 società commerciali facenti parte del Gruppo Reitano”.
INTERCETTAZIONI – Gli inquirenti hanno registrato numerose conversazioni tra i vertici del gruppo Reitano. In particolare Riccardo Reitano è stato intercettato con Luisa Spampinato e Antonio Reitano mentre spiegano come eseguire alcune operazioni finanziarie.
R.R. — Allora, prima fai quello di 65, se tutto va bene che non ci sono problemi assegni appostati, li giri sulla JBC, dopodiché fai quella di 100 e li giri sulla COURIER. Ok? Quindi, una parte li giriamo a fattura e una parte su JBC. Dopodiché io ora sto andando in banca per vedere di capire quell’assegno… diciamo di recupero del recupero del coglione versato, di che importo farlo, se versarlo non versalo…
L.S. — sono un po’ perplessa… perché all’occhio del direttore possono… significare e quindi poi anche l’atteggiamento…
R.R. — non ce ne fotte niente, Luisa…..
L.S. —…..va bè …perfetto …
R.R — …Proprio non c‘é ne può fregare di meno… invece dove tu ci dovresti aiutare… è capire, qualora… i meccanismi a seconda di come funziona sti meccanismi di che importo farli… che somme aspettiamo… e quando le aspettiamo…
L.S. — L’ha fatto il conto corrente nuovo la signora di IGLOOTRANS glielo ho fatto fare, ma non è operativo perché?
R.A. Non ce ne fotte niente, Luisa…..
L.S. …L’amministratore può aprire il conto corrente, però per renderlo operativo … non si era informato bene prima … abbiamo mandato la signora a fare questo conto corrente alla UNIPOL, però per essere operativo occorre la proprietà, l’amministratore non è sufficiente alla UNIPOL. REITANO Riccardo: mai sentita una cosa del genere.
Dalle indagini emerge che almeno dal 2010 gli imprenditori avrebbero messo in atto un un “sistema fraudolento collaudato che ha visto la periodica sostituzione di società del gruppo, schiacciate ormai da pendenze debitorie e affidate ad amministratori assolutamente non idonei a gestirla, con imprese solo formalmente differenti ma con il medesimo oggetto sociale e gli stessi dipendenti”.
COLLETTI BIANCHI – Imprenditori e colletti bianchi sono finiti agli arresti. Il dottore commercialista Fabio Saccuzzo (cl.1978), si occupava della gestione delle scritture di gran parte delle imprese della “galassia Reitano”, “con un ruolo attivo – scrive la magistratura – nel favorire la schermatura dei patrimoni del gruppo Reitano suggerendo consapevolmente le mosse più efficaci per eludere ogni possibile azione giudiziaria”. Luisa Spampinato (cl.1960), ex convivente di Riccardo Reitano, formalmente mera dipendente ma in realtà spesso chiamata dai Reitano a partecipare alle fasi gestionali cruciali relative al passaggio di asset patrimoniali dalla società in decozione a quella di nuova creazione. Antonio Lo Presti (cl. 1976), titolare di partita IVA quale libero professionista, “anch’egli apparentemente solo un “semplice” dipendente dei Reitano ma nei fatti pienamente coinvolto nella gestione amministrativa e contabile delle società incriminate”.
La Procura ritiene che “l’associazione a delinquere era composta anche da 3 soggetti “prestanome”, nullatenenti e privi di qualsivoglia competenza professionale”. Si tratta di due cittadini di nazionalità cubana, Alberto David Victoria (cl.1976), amministratore di diritto in 5 società del “gruppo Reitano” e Jimenez Josè Fonseca Zamora (cl.1947), suocero di Riccardo Reitano, allo stato non reperibili sul territorio nazionale”.
Nel “sistema” anche Maria Correnti, amministratore di diritto di 5 società del gruppo, proposta ai Reitano dal commercialista Saccuzzo. Ma lei ha collaborato e nil G.I.P. ha disposto la misura cautelare personale dell’obbligo giornaliero di presentazione alla polizia giudiziaria unitamente alla misura interdittiva del divieto di esercizio di imprese e uffici direttivi di persone giuridiche per 12 mesi.
LE IMPRESE – Un’indagine poderosa quella della Guardia di Finanza, che si è avvalsa di intercettazioni telefoniche e ambientali nonché di perquisizioni locali, dall’analisi di documentazione bancaria, dall’assunzione di informazioni da amministratori, dipendenti, fornitori e clienti delle società del gruppo Reitano. Sono finite nel mirino degli inquirenti queste società:
- “EUROPA TRANS S.R.L. UNIPERSONALE”, sede legale a Catania, costituita nel novembre 2006 e dichiarata fallita nel 2012 con un passivo accertato di oltre 7 milioni di euro; i tre REITANO si sono avvalsi della “testa di legno” ZAMORA per sottrarre libri e scritture contabili e aggravare il dissesto dell’impresa commerciale;
- “LOGISTIC SERVICE S.R.L.”, sede in Gravina di Catania, costituita nel 2010 e dichiarata fallita nel gennaio 2017 con un passivo accertato di oltre 11 milioni di euro; oltre ai reati fallimentari, i REITANO, con il concorso del cittadino cubano ZAMORA, negli anni 2011 e 2012 hanno utilizzato fatture “false”, cioè relative ad operazioni inesistenti, per “gonfiare” illecitamente i costi dell’attività, per un ammontare di oltre 3 milioni di euro, con una conseguente evasione di IVA pari a oltre mezzo milione di euro, ed emesso fatture “false”, nel triennio 2011 -2013, per oltre 5 milioni, al fine di favorire l’evasione d’imposta di altre società del gruppo, per un profitto criminale di oltre un milione di euro; da ultimo, la “LOGISTIC SERVICE” ha omesso il versamento di ritenute e imposte (annualità 2013) per circa 800 mila euro;
- “IGLOOTRANS S.R.L.”, con sede in Gravina di Catania, costituita nel 2008 e fallita nel 2017, con un’esposizione debitoria accertata di oltre 13 milioni di euro; in occasione del fallimento della “REITRANS S.R.L.” nel 2010, società madre del gruppo, la “IGLOOTRANS” è stata illecitamente destinataria di mezzi, stabilimenti e dipendenti; la “IGLOOTRANS” è stata amministrata di fatto dai tre REITANO e ha visto, prima dell’insorgenza dell’insostenibile mole debitoria, quale amministratore di diritto Luisa SPAMPINATO; successivamente, perseguendo il collaudato schema illecito, sono stati nominati amministratori il cubano VICTORIA e, alcuni mesi dopo, Maria CORRENTI persona di fiducia del professionista SACCUZZO; la “IGLOOTRANS” ha utilizzato, nel quadriennio 2011-2014, fatture “false” per abbattere il reddito per un volume complessivo di oltre 17 milioni di euro (a cui corrisponde il fittizio abbattimento di IVA per circa 4 milioni di euro) e ha emesso, nello stesso periodo, a favore di aziende sempre riconducibili al gruppo criminale, fatture a fronte di operazioni commerciali non effettuate per circa 2 milioni di euro;
- “VICTORIA TRANSPORT S.R.L.”, sede a Misterbianco, costituita nel 2010 e ora in stato di abbandono, diretta dai tre REITANO che si sono avvalsi del prestanome cubano VICTORIA per emettere (per oltre 11 milioni di euro) ed utilizzare (per oltre 6 milioni di euro), nel triennio 2011-2013, fatture relative ad operazioni inesistenti;
- “LIZ TRANS S.R.L.”, sede legale in Misterbianco, costituita nel 2012 e fallita nel 2017, gestita dai REITANO che si sono avvalsi dei due amministratori “prestanome” VICTORIA e CORRENTI, prima per sottrarre alla procedura fallimentare le scritture contabili necessarie per una fedele ricostruzione del passivo e poi per utilizzare, nel biennio 2013-2014, fatture false per circa 9 milioni di euro, ed emettere documenti fiscali non rispondenti al vero per oltre 11 milioni di euro;
- “COURIER SERVICE S.R.L.”, sede legale in Gravina di Catania, costituita nel 2012 e fallita nel 2017, amministrata di fatto dai REITANO che utilizzato ulteriori soggetti prestanome non partecipi dell’associazione a delinquere investigata (trattasi della nuora e del genero di Giovanni REITANO); la “COURIER SERVICE”, nel triennio 2011-2013, ha indicato nelle dichiarazioni al Fisco fatture per operazioni inesistenti per un importo complessivo di oltre 500 mila euro e ha emesso fatture “false”, nel quinquennio 2011-2015, per favorire l’evasione delle imposte da parte di altre società del gruppo, per un valore complessivo di quasi 3 milioni di euro.
- È stato accertato anche il coinvolgimento della “TTC EXPRESS FARMADISTRIBUZIONE & LOGISTICA SRL”, con sede legale a Pomezia (Roma), costituita nel 2000 e fallita nel 2017, avente ad oggetto il noleggio di mezzi, gestita di fatto dai Reitano e avente quale amministratore di diritto Monica Reitano (figlia di Riccardo) i quali, nel quadriennio 2011-2014, hanno utilizzato fatture “false” per quasi 2 milioni di euro e emesso, a favore del gruppo criminale, documenti a fronte di operazioni fittizie per un milione e 600 mila euro circa.
LE PROVE – Il gruppo d’imprese sarebbe stato gestito in modo continuativo dai tre Reitano i quali – come dimostrato dalle “plurimi, gravi e concordanti fonti di prova” raccolte dai Finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria – hanno esercitato pienamente il ruolo di amministratori impartendo disposizioni ai dipendenti e intrattenendo i rapporti contrattuali con clienti e fornitori. Le società coinvolte nel circuito criminale, solo formalmente entità imprenditoriali giuridicamente separate, si sono contraddistinte per l’identica ubicazione della sede amministrativa ossia per l’utilizzo delle stesse unità operative localizzate in Motta Sant’Anastasia (CT), Marcellinara (CZ), Palermo, Roma e Lodi”.
I DOCUMENTI – Settantamilioni di euro di fatture emesse per operazioni inesistenti, agevolazioni fiscali per le nuove iniziative imprenditoriali. La Procura spiega che la “permanente azione criminale realizzata dai Reitano è una gestione finanziaria delle risorse delle società commerciali basata su ripetuti e ingenti prelevamenti in contanti spesso non giustificati da valide ragioni economiche. In quest’ambito s’inserisce anche la collaborazione del commercialista Saccuzzo, abile nel mettere a disposizione del sodalizio le proprie conoscenze personali con funzionari di banca per l’apertura e la gestione di conto correnti in aggiramento di ogni presidio anti-riciclaggio”.
RELAZIONI PERICOLOSE – Durante le indagini i finanzieri hanno registrato l’esistenza di rapporti commerciali di fornitura del servizio di trasporto merci con “soggetti appartenenti al clan stiddaro dei Dominante- Carbonaro a favore dei Reitano”.
Le Fiamme Gialle etnee stanno anche eseguendo un provvedimento di sequestro preventivo di 10 milioni di euro e “di due imprese attive nel settore del trasporto merci per conto terzi. Il gruppo imprenditoriale coinvolto ha la disponibilità di stabilimenti e unità logistiche a Lodi, Roma, Palermo, Catanzaro e Catania”.
Si tratta di un’inchiesta coordinata dal procuratore capo di Catania Carmelo Zuccaro ed affidata al gruppo di magistrati specializzato nella commissione di reati economici, un gruppo di altissimo profilo guidato dal Procuratore aggiunto Sebastiano Ardita e che vede, tra i propri componenti, il Pm Fabio Regolo, noto alle cronache per le operazioni condotte nei confronti di importanti apparati burocratici e di potere catanese.
ECCO I NOMI – Riccardo Reitano (cl 1955) allo stato irreperibile; Giovanni Reitano (cl 1947), Antonio Luca Maria Reitano (1976), Fabio Saccuzzo (cl 1978), Luisa Spampinato (1960), Antonio Lo Presti (1976), Alberto David Victoria (1976), Jimenez José Fonseca Zamora (1947), questi due ultimi irreperibili; Maria Correnti.