PALERMO- “Il mondo del lavoro è cambiato ed è in continua evoluzione, esige nuove competenze ma, nel contempo, può offrire nuove opportunità. Di fronte a questo scenario mutevole nasce la responsabilità degli addetti al lavoro di proporre idee e strumenti che permettano ai giovani di pensare e guardare al proprio futuro con fiducia e determinazione”. Così si è aperto ‘La cassetta degli attrezzi’, sezione del Festival del Lavoro dedicata al rapporto tra mondo della scuola e mondo del lavoro, che spesso presenta criticità ed ostacoli che generano nei ragazzi insicurezza, confusione ed incertezze.
Ad aprire l’incontro è stato l’intervento del sottosegretario all’Istruzione, Davide Faraone. “La volontà del governo è stata, fin dal suo insediamento, quella di un lavoro incrociato tra Jobs Act e Ddl scuola, perché troppo spesso è venuta a mancare negli anni l’idea che la scuola debba essere una preparazione al mondo del lavoro. Troppe volte il nostro compito è stato condizionato da un dibattito ideologico secondo il quale scuola ed impresa non dovevano mai interagire, pena l’essere accusati di aver dato le chiavi delle scuole agli imprenditori e di essere sfruttatori del lavoro minorile. Ma le nostre intenzioni sono quelle di dare una soluzione al problema della disoccupazione giovanile. Inizialmente – ha proseguito il sottosegretario –, la riforma del contratto di apprendistato era presente sia sulle scrivanie del ministero del Lavoro che su quelle del ministero dell’Istruzione, segno che prima del nostro arrivo i due ministeri non si erano mai neanche parlati e confrontati sulla materia. Noi abbiamo disegnato l’apprendistato come un contratto che diventi riferimento per tutti coloro che vogliono entrare nel mondo del lavoro. Siamo stati accusati mediaticamente di essere stati troppo veloci e troppo innovativi, ma basta guardarsi alle spalle per capire che velocità ed innovazione sono necessarie: si guardi ad esempio al mancato funzionamento dell’orientamento, sul quale abbiamo bruciato intere generazioni. Abbiamo dunque il dovere, pratico e morale, di far funzionare il sistema, così che tutti possano realizzare il proprio sogno lavorativo e realizzarsi nella vita”.
Anche Mauro Capitanio, presidente della Fondazione Consulenti del Lavoro, ha voluto sottolineare l’importanza di una stretta correlazione tra istruzione e lavoro. “Esistono tanti modi per entrare nel mondo del lavoro e migliorare la situazione della disoccupazione giovanile. I consulenti del lavoro – ha continuato Capitanio – fanno sempre più spesso da consiglieri per chi cerca lavoro, da veri e propri uffici di collocamento privati, indirizzando e facendo da tramite fra la scuola e le aziende. Esistono poi mezzi utilissimi come ‘Garanzia Giovaniì, che però non funzionano perché troppa burocrazia blocca gli ingranaggi di un meccanismo altrimenti ben oliato. La quasi totalità di coloro che escono dalla scuola non ha idea di come funzioni il mondo del lavoro, di quale norme lo regolamentino, di cosa sia una busta paga. Noi consulenti del lavoro abbiamo proposto al ministero dell’Istruzione di andare gratuitamente nelle scuole, facendo alle ultime due classi una sorta di alfabetizzazione sulle leggi e le normative del mondo del lavoro, così che una volta usciti dalla scuola superiore o da un istituto professionale non siano totalmente senza conoscenze dei meccanismi che regolano il mondo del lavoro”.
Fabio Marino, direttore della segreteria tecnica dell’assessorato regionale al Lavoro, ha voluto elencare i meccanismi e le misure che il governo Crocetta sta proponendo di adottare. “Quest’anno – ha detto Marino –, con 13 anni di colpevole ritardo rispetto al resto d’Italia, abbiamo liberalizzato il mercato del lavoro della Sicilia. Abbiamo stanziato 15 milioni di euro per far partire e funzionare il contratto di ricollocazione dei giovani ‘Neet’ e non sarà una pioggia di interventi pubblici: la Regione pagherà un tributo all’ufficio di collocamento soltanto se il giovane trova un’occupazione fissa. A queste misure – ha aggiunto Marino – si sommi il bonus occupazionale di ‘Garanzia Giovani’ che con molta fatica sta finalmente decollando: dieci milioni di euro sono stati finora utilizzati e ne abbiamo a disposizione altri nove, per cui non bisogna perdere l’occasione di sfruttarli”.