Faraone.... rassicura Saro: | "Crocetta, stai tranquillo - Live Sicilia

Faraone…. rassicura Saro: | “Crocetta, stai tranquillo

Il sottosegretario: "Alcuni big del partito non sono presenti? Mi dispiace per loro. Ferrandelli dice che i tavoli ce li tireranno addosso? Non sono preoccupato". Lumia: "L'antimafia di facciata esiste, ma non è il caso di Crocetta". Nelli Scilabra: "Era più facile attaccare me piuttosto che i potenti".

ULTIMO GIORNO DI LEOPOLDA
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PALERMO – “Stolti o in malafede”. Così Davide Faraone nel suo intervento conclusivo alle Officine Sandron ha definito chi non ha visto “i segnali mandati da questa manifestazione”.

Secondo Faraone “qui non c’è una parte, non siamo una corrente, noi siamo oltre le correnti, tutti coloro che hanno partecipato lo hanno fatto perché credono che si possa costruire un percorso insieme”. Nel lungo intervento conclusivo dal palco della Leopolda siciliana, Davide Faraone ha toccato tutte le polemiche che hanno accompagnato la kermesse, a cominciare dal Crocetta Ter: “Questo governo – ha detto – nasce perché tutti ci hanno messo la faccia, da Delrio a Renzi, fino a Faraone. Se gli assessori regionali erano qui seduti in platea o a coordinare i tavoli è perché si crede in questa squadra di governo, per cui nessuno deve avere dubbi”.

Insomma, “Crocetta stai tranquillo – ha aggiunto Faraone con una battuta -, qui si costruisce una nuova classe dirigente, non un nuovo presidente della Regione. Nessuno ha voglia di far nascere progetti alternativi da questo governo. Abbiamo trovato 3,5 miliardi di buco perché per anni la Sicilia è stata in mano a una classe dirigente che metteva entrate finte per garantirsi le uscite. Questo sistema ha lasciato un debito enorme sulle nostre spalle e ringrazio da questo palco Alessandro Baccei per quello che sta facendo per questa Regione, perché lui non è venuto qui a fare la spia. Non deve essere sopportato, ma supportato, altrimenti lo si isola. E se lo si isola, lo si mette in difficoltà. Questa assemblea, invece, sostiene questo processo riformista”.

Nella sua arringa conclusiva Faraone ha anche toccato lo spinoso tema della Sanità, ammettendo che “purtroppo in Sicilia c’è una sanità che punta in basso e una che punta in alto. Il modello deve essere l’Ismett, deve essere l’eccellenza. I fatti di Catania non possono rappresentare un modello. Far funzionare l’Ismett non è una cortesia che si fa al governo nazionale. Se l’Ismett funziona, è una cortesia che facciamo alla Sicilia”.

“Avete mai visto in Sicilia una manifestazione in cui non c’è una mobilitazione organizzata, ma una mobilitazione spontanea di oltre tremila partecipanti soltanto ieri?”. Questa mattina Davide Faraone aveva invece dato così il via alla giornata conclusiva della Leopolda sicula enfatizzando i numeri registrati ai nastri di partenza. “Ieri abbiamo chiuso esaurendo la possibilità di nuove registrazioni, stimiamo di arrivare in tutto a cinquemila”.

Secondo Faraone, “al di là delle polemiche, qui ci sono volti di persone libere che hanno voluto partecipare. Credo che questo sia un elemento culturale importantissimo per la Sicilia. Alcuni big del partito non sono presenti? Mi dispiace per loro – ironizza ancora il sottosegretario all’Istruzione a margine della manifestazione -, hanno perso un’occasione. Ferrandelli dice che i tavoli ce li tireranno addosso? Io non ho preoccupazione di tavoli lanciati addosso, sono molto convinto e contento del lavoro che nazionalmente il governo sta facendo”.

Poi, una “stoccata” al leader leghista Matteo Salvini: “Salvini non esiste, fa una manifestazione per insultare gli altri. Per me esiste l’Italia e gli italiani. E’ il modello di chi sbraita, di chi non produce nulla. Se quello è il centrodestra siamo a cavallo per i prossimi trent’anni”.

Replicando invece alle polemiche sulle tante presenze ieri vicine al centrodestra e oggi tra le file della Leopolda, Faraone ammette: “In Sicilia negli anni passati abbiamo avuto percentuali irrisorie, il centrodestra ci surclassava. Se oggi vogliamo vincere le elezioni dobbiamo costruire le condizioni affinché chi prima votava dall’altro lato, oggi ci voti. Per cui che ci si scandalizzi che manifestazioni come queste possano essere partecipate e che il centrosinistra si debba rivolgere a quel campo per vincere è davvero incredibile. La fuoriuscita di 500 civatiani dal Pd? – ha concluso – Non c’erano neanche al congresso quando si è votato, fatemeli vedere”.

Gli fa eco Luca Sammartino, che insieme ad altri tre parlamentari regionali è finito al centro delle polemiche proprio per il suo passaggio da Articolo 4 al Pd. Secondo Sammartino ”quello di questa due giorni è un esempio di politica partecipata che si avvicina alla gente e non dà adito di pensare che tutto si esaurisca tra le mura del palazzo. La nostra esperienza è nata accanto al governo Crocetta nel 2013, ed è un’esperienza che è stata creata da tutti noi, poi ognuno ha fatto le sue scelte. Sicuramente il nostro percorso è iniziato e ha continuato a camminare al fianco del mondo del centrosinistra, dalle amministrative alle elezioni europee. Oggi per noi è un percorso naturale, il Pd è un grande partito, che rappresenta i moderati e i riformisti”.

Dal palco della Leopolda siciliana interviene anche Nelli Scilabra, che rompe il silenzio e dice alla platea renziana di non vergognarsi “per non essermi voluta adeguare a certi schemi vecchi e logori. Ma non voglio neppure vergognarmi – aggiunge – per quelli che mi hanno lasciata sola. Era più facile puntare il dito contro la studentessa fuori corso che non sui potenti fuori legge. Non sarà un sito andato in tilt a fermarci. Io, anche se non sono la responsabile, mi scuso per avere lasciato nelle mani di altri un progetto a cui ho lavorato per un anno e mezzo”.

Alla kermesse “siciliaduepuntozero” è intervenuto anche Tommaso Currò, parlamentare eletto col 5 Stelle, movimento dal quale si è successivamente distaccato. Secondo Currò, “occorre prendere le distanze dalla politica che tratta coi mafiosi, che ruba i soldi della formazione e che rappresenta i territori servendosi di loro e non mettendosi a servizio. La mafia non ha una morale, né la mafia di ieri né la mafia di oggi. Il nostro Paese ha un disperato bisogno di riforme. La migliore classe dirigente siciliana è antimafia, è pulita, seria e capace, degna di una Sicilia appunto 2.0”.

Ma la Leopolda sicula è stata caratterizzata nella sua prima giornata soprattutto dalle battute al vetriolo sul rapporto tra politica e antimafia. Dopo il botta e risposta di ieri tra Faraone e Crocetta, a intervenire nel dibattito è questa mattina il senatore Beppe Lumia, che minimizza: “non penso che quella di ieri sia stata una giornata polemica sull’antimafia, non ho colto questi tratti. Ho colto la necessità di fare il punto anche su questa stagione che ieri da parte di tutti è stata ritenuta fondamentale. Una forza che pensa di cambiare la Sicilia deve fare dell’antimafia una prima e grande priorità”.

Secondo Lumia, una moderna antimafia “deve saper coniugare legalità e sviluppo, che è quello di cui ha bisogno la Sicilia per liberarsi dalle catene dell’assistenzialismo, dell’utilizzo della spesa pubblica fatta di intermediazione clientelare e spesso affaristico mafiosa”.

“Penso che esista l’antimafia delle carriere – ammette ancora il senatore -, non l’ho mai nascosta, l’ho sempre criticata, ma penso appunto che questa critica vada rivolta a chi ha fatto in questi anni un’antimafia tiepida, di facciata, mentre chi ha rischiato la vita come il presidente Crocetta va sostenuto”.


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