Giuseppe, Epifanio e... chi sono le vittime della strage di Casteldaccia

Giuseppe, Epifanio e… le vittime della strage di Casteldaccia FOTO

In cinque hanno perso la vita
LA TRAGEDIA
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PALERMO- Sono passati attraverso la tremenda cronaca di questa giornata per via di un destino crudele. Sono i cinque operai morti nella strage di Casteldaccia. Uccisi, probabilmente, dalle esalazioni di gas, durante i lavori di manutenzione alla rete fognaria, anche se saranno le indagini a dare l’ultimo responso.

I nomi delle vittime

Le cinque vittime sono Epifanio Alsazia, 71 anni, contitolare della Quadrifoglio Group, originario di Partinico (Palermo), così come Ignazio Giordano, di 57 anni. C’è Giuseppe Miraglia, 47 anni, di San Cipirello (Palermo), mentre Roberto Raneri, 51 anni, era di Alcamo (Trapani). Giuseppe La Barbera è il lavoratore interinale dell’Amap. Aveva ventotto anni ed era palermitano.

Giuseppe, il ragazzo di Ballarò

Cinque persone, innumerevoli storie, vite inestimabili di cui si cominciano a raccogliere i primi particolari. Famiglie e cari che soffrono per una perdita immane. “Un intero quartiere si stringe al dolore e alla perdita di Giuseppe”, si legge su Facebook. Cioè, Giuseppe La Barbera, 28 anni, il più giovane degli operai morti. Il quartiere è Ballarò.

Giuseppe, secondo le informazioni che trapelano, si era sposato nel maggio del 2019 e avrebbe festeggiato i cinque anni di matrimonio. Lascia moglie e figli. Lo ricordano tutti come un ragazzo generoso e disponibile, che faceva i salti mortali per aiutare la sua famiglia. Aveva trovato lavoro presso una ditta ed era interinale dell’Amap.

Epifanio, il contitolare

Epifanio Alsazia avrebbe compiuto 71 anni la settimana prossima. Era socio e contitolare della Quadrifoglio group, la società che stava gestendo i lavori per conto dell’Amap. Ha – secondo quanto riporta l’agenzia Ansa – un figlio carabiniere. Lui stesso, originario di Partinico, da circa quarant’anni abitava ad Alcamo, in provincia di Trapani. Pure Epifanio era una persona benvoluta. Adesso è una delle cinque croci di una giornata maledetta.

Le biografie si ricomporranno mano a mano che passano le ore, dopo il lutto che ha colpito le famiglie di uomini che sono morti, come ha detto il sindaco di Casteldaccia, per “un pezzo di pane”. Un sesto operaio lotta tra la vita e la morte al Policlinico, accompagnato dalle preghiere di tutti.


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