12 Settembre 2017, 19:47
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TRAPANI – Una lettera-fiume di tre pagine in cui si dice “scioccato” dalle conclusioni di chi ha paventato un suo “tentativo di fuga” in Tunisia, e in cui si chiede come sia possibile passare dalla condizione di “amministratore irreprensibile e corretto” a “delinquente incallito”. A 13 giorni dal divieto di espatrio notificatogli dai carabinieri sul molo dell’isola di Marettimo, Mimmo Fazio parla della sua vicenda giudiziaria. L’ex sindaco di Trapani, su cui pende un’accusa di corruzione che lo ha portato ad abbandonare il ballottaggio alle recenti Amministrative dopo avere chiuso in testa il primo turno, è un fiume in piena e parte proprio dall’accusa di aver provato a fuggire in Tunisia: “L’idea della fuga non mi appartiene – afferma -, non avrei nulla da cui fuggire”.
Tutto ruota attorno a una partenza proprio dall’isola di Marettimo e dal contenuto di alcune intercettazioni, svelato proprio da Fazio: in una di queste l’ex sindaco chiede alla moglie Lilly Ferro di portargli il passaporto e lo zaino, compresi di carta di credito. In una seconda intercettazione, invece, la donna è a colloquio con un enologo che le chiede: “L’amico mio parte? Che fa?”. Lady Fazio risponde: “E’ andato a sistemare il gommone perché torniamo con il gommone”. Parole che delineano un malinteso tra i due, dal momento che ‘uomo incalza: “No…ma parte per l’altra sponda del mediterraneo o no? Ah no, ora uhm…dovremo…oggi arriva il tizio”. Parole che secondo gli investigatori mostrano l’esistenza di un piano di fuga verso il nord Africa: da qui la richiesta della Procura di Trapani al gip del Tribunale affinché emettesse il divieto di espatrio per Fazio. Secondo gli inquirenti ci sarebbe il rischio di un “imminente e concreto pericolo di fuga e di inquinamento probatorio”.
Ma l’ex sindaco e deputato regionale dà una versione diversa dei fatti: “L’unica colpa che mi può essere attribuita è quella di avere accettato l’invito di un mio amico di Marettimo a partecipare a una battuta di pesca con il suo gommone, svoltasi regolarmente il 29 agosto, per recarci in un ‘banco’ vicino alle coste tunisine denominato ‘Skerki'”. Fazio spiega che “inizialmente era prevista una partenza di due giorni, con sosta notturna in acqua, con possibilità a seguito di un eventuale peggioramento del tempo, di portarci al riparo – prosegue – nel più vicino approdo tunisino. Ecco spiegato il motivo – sostiene Fazio – di dotarsi del passaporto, esigenza segnalata sin dall’inizio dall’organizzatore”.
La comitiva mollò gli ormeggi da Marettimo alle 5.30 del 29 agosto ma rientrò in serata, quando ad attendere Fazio sul molo c’erano i carabinieri che notificarono all’ex sindaco l’aggravamento della misura cautelare nei suoi confronti con l’obbligo di consegna del passaporto in questura. Il racconto della vicenda di Marettimo dà la stura a Fazio per tornare sulla vicenda giudiziaria che lo vede coinvolto insieme con il patron di Ustica Lines Ettore Morace. “Per l’opinione pubblica da un giorno all’altro, per fatti che ancora non conosco e che non sono neanche consacrati in una sentenza, da persona seria e stimata che ero, con un curriculum di tutto rispetto per 63 anni, da amministratore irreprensibile e corretto, sono diventato un delinquente incallito con spiccata tendenza a delinquere, capace di mimetizzarsi in questi anni in persona perbene, ingannando per più di dieci anni prefetti, questori, magistrati, comandanti delle diverse forze dell’ordine, con i quali ha lavorato fianco a fianco in situazioni complesse nascondendo loro la vera indole”.
E ancora: “Ho sempre avuto fiducia nella giustizia, ho sempre ritenuto che fossero le sedi giudiziarie quelle in cui accertare la verità. Ma oggi sono preoccupato perché mi chiedo quale strategia e chi ci sia dietro tutto questo”. Fazio si dice “ancora in attesa di conoscere questi favori che avrei determinato – prosegue -direttamente e indirettamente a favore dei Morace o della Ustica Lines. Quelli descritti nell’ordinanza di custodia cautelare? Sono in contraddizione – è il pensiero dell’ex sindaco – e ampiamente superate dalle prove documentali acquisite nelle indagini difensive effettuate”. L’ex sindaco punta poi il dito contro la denuncia presentata a suo carico dalla dirigente regionale Dorotea Maria Piazza, che sottolineava presunte pressioni e influenze per favorire la Ustica Lines. Si tratta della dirigente che nel 2014 annullò in autotutela il bando destinato ai servizi di trasporto per le Egadi e per le Eolie, garantiti dalla ditta vincitrice, ossia la Ustica Lines. Il motivo dell’annullamento, spiegarono gli inquirenti, era legato a una serie di errori di calcolo che avrebbero prodotto un vantaggio patrimoniale per le ditte e un danno alle casse pubbliche. Non solo. Le somme da assicurare per il servizio sarebbero state calibrate “con riguardo – sottolinearono i magistrati – proprio alle specifiche dotazioni in uso ad uno dei due vettori partecipanti non a caso quello poi rivelatosi vincitore”. Oggi Fazio replica: “Non può non essere considerata sospetta e anomala la circostanza che quella denuncia a mio carico, dalla quale ha preso il via l’azione penale, risulta ampiamente prescritta poiché presentata otto mesi dopo l’accadimento dei fatti”.
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12 Settembre 2017, 19:47