C'era pronto un oligarca russo per acquistare il Trapani Calcio - Live Sicilia

C’era pronto un oligarca russo per acquistare il Trapani Calcio

Lo ha detto Fabio Capello sentito nel processo dove è imputato di corruzione l'ex sindaco Fazio
LA TESTIMONIANZA
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TRAPANI – Fabio Capello, l’ex mister ed ex calciatore della nostra Nazionale di calcio è stato, oggi, tra i testi nel processo dove è imputato anche di corruzione l’ex sindaco di Trapani Mimmo Fazio.

L’amicizia di Capello con Mimmo Fazio è cosa nota, anche perché nel 2005, nei giorni dell’evento velico della Coppa America, Capello è stato visto in città, ospite proprio di Fazio che ne era sindaco in quel periodo. Capello è così venuto a dire di essersi occupato del Trapani Calcio per conto di Fazio, di aver avuto contatti con Vittorio Morace, l’ex patron dei granata, e protagonista, con Ettore Morace, della presunta corruzione, ma solo attraverso Fazio e mai direttamente, di aver trovato per il Trapani calcio il direttore generale nella persona di Daniele Faggiano, e di essere arrivato ad un passo dalla vendita della squadra, quando Fazio gli disse dei problemi economici, ad un oligarca russo.

Qualche incontro a Marbela in Spagna con Morace, e sempre con Fazio, e poi grande certezza nel dire che tra Vittorio Morace e Mimmo Fazio esisteva una grande amicizia, senza interessi di mezzo. “Unico interesse di Fazio – ha detto Capello – quello di fare il sindaco facendo il bene della città”.

L’udienza dinanzi al collegio presieduto dal giudici Enzo Agate, pm in aula era il sostituto procuratore Brunella Sardoni, è proseguita con la testimonianza del giornalista Fabio Pace collaboratore di Fazio durante il mandato di deputato regionale. Su eventuali interessi di Fazio ai destini della Ustica Lines (Liberty Lines) dei Morace, ha detto di non aver percepito nulla, con Morace? “Solo rapporto personale”.

Poco o niente è stato detto dal consigliere parlamentare Giovanni Lupo, altro teste l’ex dirigente della Polizia di Frontiera e Portuale, Giuseppe Russo, che con Fazio fu per un periodo comandante dei Vigili Urbani. “Per il mio passato – ha detto, ricordando con un momento di emozione di provenire dalla Squadra Mobile di Palermo (fu tra i protagonisti della stagione che vide cadere sotto i colpi della mafia tra gli altri Ninni Cassarà e Beppe Montana) – se Fazio fosse stato un delinquente non l’avrei nemmeno guardato”.

Pronto a dire dell’ex sindaco sempre ligio alla legalità, quando scoprì l’addetto al protocollo del Comune che lasciava spazi vuoti sul registro (ma poi questa ha affermato Russo si scoprì non essere qualcosa di illecito), furibondo quando fu arrestato per corruzione il suo ingegnere capo, Filippo Messina. Ma furibondo allora Fazio lo fu per il fatto che sui giornali venne fuori che l’ing. Messina si occupava degli appalti per la Coppa America, andò in commissione antimafia a difendere questa sua posizione, mentre interrogato l’ing. Messina ammetteva la circostanza e 24 ore prima del suo arresto era al Viminale negli uffici del sottosegretario D’Alì, grande sponsor dell’evento velico, a parlare proprio degli appalti, che dopo l’arresto di Messina finirono sotto il controllo del prefetto Finazzo e del capo della Protezione Civile dell’epoca Bertolaso.

Ancora Russo ha detto che il rapporto di Vittorio Morace con Mimmo Fazio erano tali e quali a quelli tra padre e figlio, “tanto da pensare che Ettore Morace poteva ingelosirsi”. E le assunzioni delle figlie alla Ustica Lines? “Le chiesi io personalmente all’armatore Morace – ha detto Russo – Fazio non c’entra nulla”.

In aula sono stati sentiti anche il nipote dell’imputato, Roberto Fazio, per un periodo assunto alla Ustica Lines e il direttore del consorzio Asi di Trapani, ingegnere Pietro Re.


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