Fedez, ancora polemica: "Se vendo la Lamborghini sono più credibile?"

Fedez, ancora polemica: “Se vendo la Lamborghini sono più credibile?”

Il rapper rilancia in un colloqui con La Stampa
IL RAPPER
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Il caso Fedez non accenna a sgonfiarsi. Il rapper è stato intervistato dal giornale La Stampa. Dice di essere “devastato” per quello che è accaduto e non intende passare per “uno che vuole sfruttare questa situazione per apparire. Quello che volevo dire l’ho detto. Se la Rai vuole fare chiarezza, bene. Altrimenti quello che è accaduto è sotto gli occhi di tutti”.

Al centro della vicenda il suo discorso sull’omofobia durante il concerto del Primo Maggio, il disegno di legge Zan e le frasi di alcuni esponenti della Lega da Fedez riportate. Il cantante ha registrato la conversazione telefonica con i dirigenti della Rai che gli chiedevano “di adeguarsi a un sistema”, di eliminare “le citazioni con nomi e cognomi” perché “non c’è una controparte”.

Sempre a La Stampa Fedez si definisce per il fatto di essere stato “attaccato su tutto, sul discorso che ho fatto ma anche sulla macchina, sulla Lamborghini. Ecco una novità, vendo la Lamborghini, tanto non la uso più e butto lì una domanda: ma se compro una Panda sono più credibile e posso dire quello che penso? Voglio solo tornare dalla mia famiglia”.

Intanto è intervenuto uno dei politici della Lega tirati in ballo da Fedez, Andrea Ostellari. Il senatore della Lega dice
“Quando mi accusa di aver ostacolato il ddl Zan Fedez racconta una storia non esatta perché non sa o non può sapere tutto. Il testo ci è arrivato dalla Camera nel novembre 2020. Allora c’era il governo Conte II. Nessuno ha mai sollecitato la sua iscrizione. Nemmeno il Pd. Perché? Se l’avesse fatto, non saremmo qui a parlare di Fedez”.

“Per l’ennesima volta il concertone è stato usato come pretesto per battaglie ideologiche, come il ddl Zan, che non c’entrano nulla con il lavoro e i diritti dei lavoratori. Il tutto sulla tv pubblica e a spese degli italiani”, dice Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d’Italia.

Interviene anche il segretario del Pd Enrico Letta, che chiede di lasciare fuori i partiti dalla Rai. Per Letta serve “un cambio di passo, una fortissima discontinuità”. Insomma, basta alle nomine politiche, “il criterio sia il curriculum”.


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