PALERMO – A Vincenzo Gennaro sarebbe servito un aiuto per sbloccare alcuni lavori. E così, racconta lo stesso Gennaro, che nel frattempo è diventato collaboratore di giustizia, avrebbe chiesto al sindaco di Altavilla Milicia, Nino Parisi, di fare da intermediario per organizzare un incontro con Fabrizio Ferrandelli.
I fatti sarebbero avvenuti nel 2013 quando Ferrandelli era deputato regionale e segretario della commissione Ambiente e territorio. I lavori, probabilmente in una scuola, sarebbero stati davvero sbloccati. Resta da capire se ci fu l’intervento dell’attuale candidato a sindaco di Palermo. E, nel caso di risposta affermativa, se quell’intervento sia stato lecito o meno.
Nel corso dell’interrogatorio, Ferrandelli ha detto di conoscere Parisi, negando però di avere avuto contatti con l’ex sindaco. Non sa nulla di lavori da sbloccare. Lo ha incontrato un paio di volte e sempre in occasioni istituzionali. Non poteva essere altrimenti, ha aggiunto, visto che appartenevano a uno schieramento politico diverso.
E arriva la veemente smentita dell’ex sindaco del Comune sciolto per mafia che sfida Gennaro: “I magistrati mi facciano fare un confronto all’americana con lui. Vediamo chi dice la verità. Io non l’ho mai fatto lavorare, si guardi piuttosto alle precedenti amministrazioni. Quando lo hanno arrestato sono venuti alcuni suoi parenti perché volevano che gli liquidassi una parcella. Non l’ho fatto perché non aveva lavorato per il Comune”. Ed è a questo episodio che Parisi collega “il risentimento” di Gennaro nei suoi confronti. Parisi non si dà pace: “Il Tar aveva annullato lo scioglimento del Comune e il Consiglio di Stato ha ribaltato la decisione. Sono cadute tutte le accuse, è rimasta in piedi solo quella che il presidente del Consiglio comunale era parente di un mafioso. È assurdo, per 48 anni sono stato una persona per bene e improvvisamente divento un contiguo a Cosa nostra. Perché i magistrati non mi convocano?”.
Sulla vicenda dei lavori “da sbloccare” un’indagine era stata aperta dalla Procura di Termini Imerese. Poi, sono arrivate le dichiarazioni di Gennaro rese ai pm della direzione distrettuale antimafia di Palermo, di cui non si conoscono gli sviluppi.
Per anni Gennaro è stato solo un geometra che si guadagnava da vivere cercando di piazzarsi come direttore dei lavori nei cantieri della zona. Poi, le cose sono cambiate e si è ritrovato ad essere un punto di riferimento per la cosca locale nei rapporti con gli imprenditori a cui andava imposto il pizzo.
Ferrandelli ha convocato una conferenza stampa per stamattina. Di certo parlerà della vicenda di Altavilla, ma anche, e soprattutto, dell’accusa di voto di scambio politico mafioso che gli viene contestata alla luce delle dichiarazioni del pentito del Borgo Vecchio, Giuseppe Tantillo. Tantillo avrebbe incassato sette mila euro per garantire un pacchetto di voto a Ferrandelli prima alle Comunali e poi alle successive regionali. Nessun pagamento, nessuna trattativa con i clan mafiosi, si è difeso ieri il politico durante l’interrogatorio.