"Tram, rifiuti, promesse incompiute | Palermo è una città al collasso" - Live Sicilia

“Tram, rifiuti, promesse incompiute | Palermo è una città al collasso”

Fabrizio Ferrandelli

Il fondatore de "I Coraggiosi" Fabrizio Ferrandelli: "Orlando è il sindaco di un'altra epoca".

Consiglio comunale
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PALERMO – “I palermitani si sono accorti che il tempo mi sta dando ragione, la città è al collasso, i conti sono un disastro e l’Amat rischia il fallimento: anche se lo Stato, non la Regione come sostiene Orlando, pagasse il corrispettivo per il tram, si tratterebbe di appena un milione e mezzo in più e non cambierebbe nulla. Palermo merita di voltare pagina”. E’ trascorso poco più di un anno delle ultime elezioni che lo hanno visto perdere lo scontro con Leoluca Orlando, ma Fabrizio Ferrandelli sembra essersi ritagliato una nuova dimensione: il lavoro in banca, l’opposizione a Sala delle Lapidi ma anche la famiglia. “Fare il papà ti riporta coi piedi per terra, mi ha aiutato molto” dice a Livesicilia, che continua i suoi incontri con i capigruppo di Sala delle Lapidi.

Già, perché Ferrandelli si è guadagnato un posto in consiglio comunale come “miglior perdente”: un automatismo previsto dalla legge elettorale, che lo vede oggi sedere sugli scranni di piazza Pretoria a capo del gruppo “Ferrandelli candidato sindaco”. “Ho scelto di mantenere la mia indipendenza rispetto agli altri gruppi politici per rispetto dei 90 mila palermitani che mi hanno votato – spiega – Del resto ho ricevuto 10 mila preferenze in più delle liste che mi sostenevano ma c’era una legge elettorale assurda e unica al mondo, che premia chi vince con meno del 50% dei voti”.

“Questi dodici mesi hanno certificato due cose – dice Ferrandelli – la prima è che sono una persona per bene, la seconda è che avevo ragione. In campagna elettorale c’erano due narrazioni contrapposte della città: c’era chi come me usava come base di partenza il disastro dei conti del Comune, una base negativa ma su cui costruire il programma; e chi invece raccontava di avere sanato i conti e che adesso avremmo fatto miracoli. Peccato che nessuno abbia visto la Favorita diventare un Central Park, la costa Sud trasformata in una nuova Mondello o l’inaugurazione del fantomatico acquario. Il tempo mi ha dato ragione, specie quando dicevo ai dipendenti di non credere a chi prometteva aumenti di ore e livelli perché avremmo dovuto invece rivedere i contratti di servizio delle partecipate”.

Oggi Ferrandelli siede in commissione Bilancio. “Dopo le elezioni, ho fatto una scelta precisa: restare a Palermo, evitando elezioni regionali o nazionali. Nessun rancore, nessuna voglia di vendetta ma un atteggiamento costruttivo: sono entrato in commissione Bilancio e ho iniziato a studiare le carte meticolosamente, i numeri, a dialogare con gli uffici, senza preconcetti, evitando di battere i piedi. E oggi, grazie al lavoro delle opposizioni, siamo riusciti a centrare un grande risultato: è stata la stessa maggioranza a smentire la narrazione di Orlando secondo cui andava tutto bene, sono stati loro a votare un bilancio consolidato che ha mostrato tutte le fragilità che andavamo denunciando in campagna elettorale e che si sono rivelate anche peggiori di quanto credessimo: 42 milioni di disallineamenti al 2016, una perdita di esercizio di 223 milioni”.

Il tema più caldo resta quello dell’Amat, che vuol dire anche tram. “Al di là di via Libertà, dove sono contrario perché secondo me si deturpa una delle strade più belle della città, io non ho niente contro il tram – spiega il fondatore dei Coraggiosi – però dobbiamo essere onesti: se l’Amat non riesce a gestire tre linee, come potrebbe fare a gestirne altre sette? Orlando come sempre dice che la colpa è degli altri e in questo caso della Regione che non paga per il tram, ma basta fare due conti per capire che si tratta di una scusa. Nel 2016 il tram a Palermo ha percorso 826.502 chilometri, nel 2017 ne ha percorsi 814.842 e nel primo trimestre del 2018 arriviamo a 233.662. Se consideriamo che il corrispettivo pagato dalla Regione è di 1,82 euro a chilometro per il gommato, facendo due conti si capisce che il ricavato sarebbe di un milione e mezzo di euro per un’azienda che nel 2017 ne ha persi 6,4 e che nel 2018 ne cerca altri nove. La vendita dei pass della Ztl, che si è rivelata essere solo una tassa per coprire i costi del tram, nel 2017 ha fruttato solo 2,4 milioni; in compenso mi piacerebbe capire quanto abbiamo di Pil con la chiusura di piccole botteghe e commercianti. Insomma, il tram non si regge economicamente e a dirlo sono i numeri, mica io”.

Una battaglia continuata anche sulle nuove linee: “Qualcuno dovrebbe chiedersi cosa vogliono i palermitani in termini di mobilità: siamo sicuri che chi vive in via Oreto voglia andare solo alla Stazione o non preferirebbe Borgo Nuovo o l’Università? Io non lo so ma non lo sa nemmeno il Comune, ed è questa la cosa grave. Il tram a Mondello può essere utile in estate, ma in inverno in quanti lo userebbero? E stiamo parlando di fondi che arriveranno dal Patto per Palermo, almeno sulle prime tre linee, che ricordo essere virtuali: se i lavori non iniziano entro il 2019, i soldi tornano a Roma. E a metà 2018 siamo ancora alla progettazione”.

Le criticità riguardano però anche i conti del Comune, su cui Ferrandelli punta il dito. “Le aziende chiudono in pareggio perché iscrivono crediti che poi il Comune non considera, così sono bravi tutti. Un trucchetto usato in questi anni, ma adesso i nodi vengono al pettine grazie al consolidato, alla Corte dei Conti e alle opposizioni che non si accontentano di qualche briciola ma che scavano e denunciano, che collaborano anche se si parte da posizioni distanti, per il bene comune che per me è davvero Palermo. Con il Movimento cinque stelle, per esempio, siamo in sintonia su tante cose e portiamo avanti battaglie”.

Poi c’è la Rap, da settembre senza un cda. “Una situazione assurda per un’azienda strategica: il Tmb è fuori dal contratto di servizio che va rivisto, la differenziata non decolla, la città è sporca, nel primo trimestre la perdita è di 3,4 milioni e possiamo coprire i buchi solo con la Tari, che proprio qualche mese fa la maggioranza ha tagliato di 5,4 milioni, quattro euro a cittadino. E in tutto questo la lasciamo senza un cda? Cosa c’è dietro?”.

Da qui l’idea di un patto d’Aula, con maggioranza e opposizioni. “La voragine dei conti si allarga, Palermo dovrebbe diventare una smart city, attrarre investimenti internazionali come avrei voluto fare io con la Cina: mi prendevano in giro e oggi quegli imprenditori, che io avevo convinto a venire a Palermo, hanno portato milioni di euro a Milano per il 5G. La dimensione internazionale di una città non si fa con principi e ambasciatori, ma attirando investimenti: noi non siamo in competizione con Catania o con Napoli, ma col mondo. Dovremmo parlare di innovazione, di tecnologie, di turismo. Palermo è molto attrattiva, in tanti vorrebbero venire qui grazie ai progetti di finanza ma il Comune è bloccato, la città allo sbando. Per questo serve un patto d’Aula: sui conti, sul futuro, sull’innovazione. Pensiamo alla costa sud, trattiamo con la Regione per diventare una Zona economica speciale, dialoghiamo con l’Autorità portuale, apriamoci al mondo. Perché alla fine possiamo anche parlare di grandi temi nazionali come l’immigrazione, su cui è giusto impegnarsi, ma se poi non ripariamo le buche o non facciamo funzionare gli uffici non abbiamo reso un servizio ai palermitani”.

Ma cosa sarà di Palermo nel 2022, senza Orlando? “Sarebbe ingeneroso dire che questi ultimi decenni targati Orlando, che ha iniziato a fare l’assessore nel 1980, siano stati solo ombre, senza luci. Ma Orlando è il sindaco di un’altra epoca, di quando si poteva risolvere il problema del lavoro assumendo nella Pubblica amministrazione, il sindaco ideale quando c’erano vacche grasse e si potevano ribaltare i problemi sulla Regione o su Roma che sganciavano i soldi. Oggi viviamo in un altro mondo, in cui si tagliano i trasferimenti, in cui si devono attirare gli investimenti privati. Orlando non ha lasciato crescere attorno a sé una classe dirigente, tanto che io mi sono salvato solo prendendone le distanze, ma forse è stato un bene perché sarebbe stata una generazione a sua immagine e somiglianza. Oggi ci sono tante forze fresche e giovani in consiglio comunale, si possono costruire buone cose. Palermo merita di più, Orlando dovrebbe dare a tutti la possibilità di voltare pagina”.

Ferrandelli cosa farà da grande? “Non mi sento più una promessa della politica, ma una certezza e ho un’età che mi consente di guardare al futuro. Candidarmi di nuovo sindaco? Non ho desideri personali, il mio obiettivo è veramente la Palermo futura. Io ho la mia dimensione familiare e lavorativa e vivo il servizio alla città con la consapevolezza di un padre”.

 


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