ROMA – Lo sciopero nazionale di 24 ore di tutti i ferrovieri indetto da Usb Lavoro Privato, da domani 23 novembre dalle ore 21.00 a domenica 24 novembre alle ore 20.59 per gli addetti alla circolazione treni e per tutte le prestazioni lavorative del 24 novembre per gli altri addetti, che vede la partecipazione dell’assemblea Nazionale del personale di macchina e di bordo, “rappresenta un’altra tappa di un percorso che da un anno reclama un vero rinnovo del contratto nazionale dei ferrovieri, più tutelante e più partecipazione”. Lo si legge in una nota dell’Usb.
“Le rivendicazioni dei ferrovieri – scrivono – sono chiare e semplici: adeguati riconoscimenti salariali e professionali, maggiori riposi tra una prestazione e l’altra, una riduzione dell’orario di lavoro a 32 ore per 4 giorni lavorativi e il riconoscimento del lavoro usurante per i ferrovieri dell ‘esercizio”.
“Una vertenza che ha visto, sciopero dopo sciopero, un’adesione sempre maggiore del personale ferroviario fino a punte di partecipazione che non si vedevano da molti anni e che invece il sistema obsoleto delle relazioni sindacali del settore. si ostina a ignorare.
“Questa ennesima azione di sciopero – affermano – si rende ancora una volta necessaria per rivendicare il diritto a un degno rinnovo contrattuale in quanto sia il ministero dei Trasporti che il gruppo FSI si rifiutano non solo di accogliere le rivendicazioni dei lavoratori ma anche di discuterne con le rappresentanze che stanno promuovendo la mobilitazione, assumendosene la responsabilità di tutti i disagi di fronte ai cittadini”.
“Così come non si prendono in considerazione – continuano – i contenuti di una piattaforma costruita dal basso con il contributo di molti lavoratori e lavoratrici, condivisa da Usb insieme ad altre Organizzazioni di Base, mentre si mantiene la trattativa lontano dalla categoria”.
“In questo contesto di mobilitazione generale – concludono – si attacca anche la specifica vertenza degli operai della manutenzione RFI contro l’accordo del 10 gennaio la cui applicazione a partire dal 3 giugno, come denunciamo da mesi, sta dimostrando tutta la sua drammaticità e inefficacia”.