Fi e Pid: "Rischiamo come la Grecia | Serve più di un miliardo di euro" - Live Sicilia

Fi e Pid: “Rischiamo come la Grecia | Serve più di un miliardo di euro”

Secondo l'opposizione "l'esperienza dei governo regionale è ai titoli di coda e prima va a casa meglio è". Falcone: "Crocetta e Faraone litigano e la Sicilia rischia di fallire".

PALERMO – Per Forza Italia e Popolari di Italia domani, i conti della Regione siciliana scricchiolano e se il governo nazionale non dà una mano all’Isola, la Sicilia rischia di finire come la Grecia. All’appello per chiudere il bilancio in equilibrio – dicono Fi e Pid – mancherebbero un miliardo 123 milioni di euro. L’esperienza dei governo regionale “è ai titoli di coda e prima va a casa meglio è”. “Questo è un momento particolare – ha detto il capogruppo di Fi all’Ars Marco Falcone, in conferenza stampa a Palazzo dei Normanni, parlando della situazione finanziaria della Regione – per i contrasti politici in seno alla maggioranza e per quelli tra il governo nazionale e regionale. Vogliamo accendere i riflettori sulla situazione finanziaria della Sicilia e sul fatto che non si ha notizia dei famosi 450 milioni di euro della legge di stabilità regionale che servono a mettere il bilancio in equilibrio. A distanza di due mesi dalla pubblicazione della finanziaria non abbiamo comunicazioni né sui 300 milioni di euro di compensazione fiscale per i siciliani residenti dell’Isola che pagano i tributi fuori dall’isola, né sui 150 milioni di euro sulla rinegoziazione dei mutui accesi con la Cassa depositi e prestiti”.

Poi il capogruppo forzista ha osservato che “il ministero dell’Economia in una lettera inviata all’Ars ha sollevato dubbi sull’utilizzo di 673 milioni di euro del Fondo di sviluppo e coesione, destinati ad opere infrastrutturali e investimenti, per coprire il concorso alla spesa pubblica nazionale”. “La situazione è difficile – ha detto Falcone – Crocetta e Faraone litigano e la Sicilia rischia di fallire. La partita è delicata per la nostra isola e a pochi giorni dal giudizio di parifica della Corte dei Conti sul rendiconto 2014 ci sono ombre sulla finanziaria. Senza l’intervento del governo nazionale il disavanzo di gestione, che ammonta a 1 miliardo e 755 milioni, schizzerebbe dal prossimo anno a 2 miliardi e 500 milioni di euro”. “La manovra è a rischio impugnativa del governo nazionale – ha detto- e se questo avvenisse si creerebbe un vulnus senza precedenti. A Crocetta avevamo detto di rinegoiziare con Roma le somme destinate alla Sicilia dal governo centreale e di fare squadra pronti a sostenere gli interessi dei siciliani, ma non siamo stati ascoltati. Purtroppo l’autoreferenzialità non è sinonimo di autosufficienza”. Poi riferendosi alle dimissioni degli ex assessori alla Funzione pubblica e Agricoltura, Ettore Leotta e Nino Caleca, Falcone ha chiosato: “l’ingresso di Pistorio ha fatto saltare tutto, il governo regionale è ai titoli di coda prima va a casa meglio è per la Sicilia”. Il capogruppo del Pid all’Ars, Toto Cordaro, parlando della situazione finanziaria, ha aggiunto che “anche l’assessore all’Economia Baccei è seriamente preoccupato”.

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