PALERMO – Oltre duemilaquattrocento dipendenti contrattualizzati part-time del Comune di Palermo che versano in una condizione di profondo disagio. Profili, con mansioni e competenze a vario titolo, che vantano oltre ventitré anni di esperienza in seno alla Pubblica Amministrazione e rivendicano la tutela dei propri diritti di lavoratori.
“Nonostante il contratto a tempo indeterminato, gli impiegati in questione prestano servizio in un range che va dalle tredici alle venticinque ore settimanali. L’attuale ripartizione del numero di ore per i dipendenti comunali – si legge in una nota diffusa dal vice segretario regionale dell’Udc Sicilia, Elio Ficarra, consigliere comunale in carica a Sala delle Lapidi – non consente loro di adempiere adeguatamente all’erogazione dei servizi basilari che la Pubblica Amministrazione dovrebbe garantire ad ogni cittadino. Le numerose sigle sindacali che tutelano le figure professionali con impiego part-time al Comune di Palermo avevano preannunciato uno sciopero dei lavoratori originariamente indetto per il 31 gennaio prossimo, poi revocato in attesa di un confronto che avrà luogo con il Prefetto del capoluogo siciliano. La prospettiva di nuove assunzioni in seno alla Pubblica Amministrazione cittadina attraverso il Pnnr ha chiaramente destato non poche perplessità nel mondo politico“.
“Anche se i dipendenti in questione – ha spiegato Ficarra – hanno un contratto a tempo indeterminato, possiamo indubbiamente parlare di un bacino di precariato. Servono considerazione e rispetto per figure professionali che prestano con dedizione e competenza servizio da circa ventitré anni per il Comune di Palermo. Ritengo inconcepibile prospettare nuove assunzioni in seno alla Pubblica Amministrazione cittadina, quando oltre duemilaquattrocento impiegati dell’attuale pianta organica versano in condizioni di criticità e disagio“.
“Questa rappresenta l’ennesima intollerabile falla prodotta dalla gestione miope e inadeguata del governo di centrosinistra. I lavoratori comunali contrattualizzati part-time, con turni che vanno dalle tredici alle venticinque ore settimanali, hanno serie difficoltà a sostentare le proprie famiglie ed a garantire l’erogazione dei servizi minimi alla collettività. Esiste un fondo di risorse pubbliche vincolato e destinato al consolidamento della loro stabilizzazione – fa presente il consigliere -, prima di qualsiasi altra assunzione bisogna garantire una dignità lavorativa a chi ha sempre svolto il suo dovere con grande senso civico e di appartenenza. Gli attuali dipendenti meritano di vedere implementate le loro ore di servizio settimanali a trentasei, in conformità a quanto prevedono i termini di un contratto full-time: la reputo una questione di principio e di giustizia, in qualità di consigliere in quota Udc a Sala delle Lapidi esprimo loro tutta la mia solidarietà ed il mio sostegno. La tutela dei diritti e del futuro di coloro che chiedono soltanto di poter implementare il loro turno di lavoro per migliorare l’efficienza dei servizi che l’apparato istituzionale deve assicurare ai cittadini costituisce uno step prioritario nell’ambito del piano di riequilibrio da approvare per scongiurare il dissesto” .