Ficarra e Picone: ecco 'Le rane' | "Felici di questa esperienza" - Live Sicilia

Ficarra e Picone: ecco ‘Le rane’ | “Felici di questa esperienza”

I due attori: "La città attende questo spettacolo. Noi lavoriamo fino a notte. E ci divertiamo". Il 29 giugno al Teatro Greco.

AL TEATRO GRECO
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SIRACUSA – Il dio Dioniso e il servo Xantia caleranno negli inferi; tireranno su i poeti, uno di essi avrà il volto di Ezra Pound; attraverseranno le rovine della civiltà e l’obiettivo sarà quello di salvare il mondo. Per conto di Aristofane. Per tramite di Salvo Ficarra e Valentino Picone. E per la regia di Giorgio Barberio Corsetti.

Sarà questo Le Rane di Aristofane, che dal 29 giugno al 9 luglio andrà in scena al Teatro Greco di Siracusa. Presentato stamattina all’ex aula bunker di via Elorina, a Siracusa, dove la compagnia prova dallo scorso 30 maggio, lo spettacolo che chiuderà la 53esima edizione delle rappresentazioni classiche godrà anche delle musiche dei Seiottavi, delle sculture di Gianni Dessì e del coro dei ragazzi dell’accademia del Dramma antico. Ma tutte le informazioni, più o meno didascaliche, non bastano a descrivere ciò che sta accadendo veramente quest’anno a Siracusa con questo spettacolo ancora nascente, l’attesa che lo sta caratterizzando. C’è un protagonista immateriale che pure stamattina si è rivelato e ha a che fare con lo stato di grazia di questi due attori siciliani, Ficarra e Picone, con ciò che suscita la loro sola presenza in città. “Si sente che tutta la città aspetta questo momento – ha provato a descriverlo Picone -. Chiunque ci chiede ‘a che punto siete?’, ‘come stanno andando le prove?’, quasi si preoccupino per noi. Siamo proprio felici di questa esperienza”.

Amore puro che brilla negli occhi di chiunque li incontri. Che non diventa mai invasivo. E che loro ricambiano con generosità: concedono selfie, accettano inviti dalle scuole, ma soprattutto provano fino a notte fonda. “Straordinario vedere come due grandi attori, anche comici, – ha detto Giorgio Barberio Corsetti – hanno accolto questa materia così primaria che è quella di far ridere in quest’opera di 2mila anni fa. Nella quale non mancano i momenti violentissimi di attacco: alla corruzione, alla vessazione. Voglio sperare che pure Aristofane si divertirebbe. Preparando lo spettacolo – ha proseguito il regista – sto avendo una serie di sorprese straordinarie. È bello vedere come tutta una serie di energie si condensino, si focalizzino sul fatto che in quel teatro succederà qualcosa. Valentino e Salvo li conoscevo come attori e autori. Li scopro anche grandi attori comici, che dentro Aristofane vuol dire un’altra cosa. Hanno una percezione matematica della comicità che comunicano anche agli altri. C’è una bella atmosfera: andiamo alle prove come a un divertimento”.

Tutti questi complimenti non potevano non suscitare la reazione di Ficarra: “Sento Giorgio (Barberio Corsetti ndr) che parla di divertimento, il sindaco (è il modo in cui sfotte il presidente dell’associazione Amici dell’Inda ndr) dice che lo facciamo per amore: non vorrei che non ci pagassero. Vorrei rassicurare tutti: sì, ci divertiamo ma lavoriamo. Anzi è molto faticoso”. Poi Ficarra diventa serio: “Abbiamo scoperto anche grazie a Giorgio – ha aggiunto riguardo al regista – i meccanismi comici che ha descritto. Ecco, questa è una cosa che vorrei aggiungere: dice Pino Caruso che un regista è uno che disturba le prove. Invece con Giorgio è diverso. C’è un divertimento da parte sua inusuale: fino a mezzanotte ride e si diverte, sperimenta. Vedere tutta questa energia da parte sua, che arriva a tutti noi, non è una cosa scontata né usuale”. A riportare equilibrio, stavolta, pensa Picone: “Ficarra non diceva una cosa seria dall’82”.

Lo spettacolo sarà anche ricco di elementi tecnici. Lo ha spiegato il responsabile delle scene, Massimo Troncanetti: “Ci sono le immagini, c’è la musica, i corpi, ci saranno dei video, come se tutti questi elementi che danno ricchezza e complessità, ci possano aiutare a far suonare una materia che è antica ma che deve suonare oggi. Questo è uno degli obiettivi che ci stiamo ponendo”. La musica dei Seiottavi sarà nel meccanismo dello spettacolo, come un incastro: “Siamo spesso in scena”, hanno spiegato, anche loro presenti stamattina. La commedia, che chiude il ciclo di spettacoli classici siracusani più lungo di sempre, completa il racconto filologico pensato dal direttore artistico Roberto Andò e che ha avuto inizio con le due tragedie in corso (Sette contro Tebe, di Eschilo, e Fenicie di Euripide). Tocca ancora al regista dare due rudimenti: “Nelle rane c’è una prima parte, on the road, il viaggio Dioniso e Xantia agli inferi con una serie di incontri davvero esilaranti. La seconda è molto più ardua in cui si confrontano due poeti (Eschilo e Euripide), due mondi, ma attraverso un confronto di versi in cui Aristofane si diverte. La disputa è tra poeti ma soprattutto tra poetiche visioni del mondo, dunque il senso stesso del teatro viene messo in gioco: un teatro degli archetipi, dunque dell’invisibile, Eschilo, oppure un teatro del mondo, della vita, del tessuto segreto del reale, dunque Euripide”. L’appuntamento è per il 29 giugno. Adesso si torna a provare, fino a notte fonda.

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