Finanza, blitz in un call center |7 lavoratori in nero, 330 irregolari

Finanza, blitz in un call center |7 lavoratori in nero, 330 irregolari

La verifica si è focalizzata sui cosiddetti “contratti di collaborazione a progetto”, frequentemente utilizzati dalle società per i vantaggi che ne derivano in termini di riduzione dei versamenti dei contributi previdenziali.

tenenza di acireale
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ACIREALE – Qualche anno fa c’era stato un film con protagonista Sabrina Ferilli “Tutta la vita davanti” che era impermeato nell’habitat dei call center: palcoscenico di questa nuova generazione denominata dei precari. Un mondo senza prospettive e in alcuni casi – come dimostrano vertenze e ispezioni – senza rispetto delle norme sul diritto del lavoro. Oggi la guardia di finanza ha svolto un’attività di accertamento, che rientra nell’ambito del contrasto nel lavoro nero ed ha trovato una situazione non del tutto nella regolarità.

I militari della Tenenza di Acireale hanno eseguito un controllo nei confronti di una società che gestisce un call center nella provincia etnea, operante nel settore delle telecomunicazioni. La verifica si è focalizzata sui cosiddetti “contratti di collaborazione a progetto”, frequentemente utilizzati dalle società per i vantaggi che ne derivano in termini di riduzione dei versamenti dei contributi previdenziali e, conseguentemente, di abbassamento del costo del lavoro.

I contratti esaminati, in base alle disposizioni in vigore sino al giugno del 2013, avrebbero dovuto mettere i lavoratori nelle condizioni di svolgere la loro attività in favore del call center in modo autonomo e senza i vincoli tipici del lavoro subordinato. Invece, i riscontri effettuati e gli elementi forniti dai moltissimi lavoratori sentiti nel corso delle attività ispettive, hanno fatto emergere un quadro ben diverso, che ha portato alla constatazione di numerose irregolarità.

Orari di lavoro predeterminati, retribuzioni legate alla produttività, nessuna libertà nella scelta e nella gestione dei contatti da assumere e, addirittura, nella quasi totalità dei casi, mancata conoscenza da parte dei lavoratori del progetto specifico per cui si era stati assunti e della finalità dello stesso, in aperto contrasto con quanto richiedeva il Legislatore fino al 28 giugno del 2013.

Per i contratti di lavoro in essere dopo tale data, alla luce delle innovazioni introdotte, l’attenzione è invece stata riposta sulla verifica della previsione, nell’ambito dei contratti, di un corrispettivo fisso mensile in favore dei lavoratori, adeguato ai minimi sindacali di settore. Anche in questo caso sono state riscontrate irregolarità, dal momento che nessuna traccia della “retribuzione minima garantita” è stata rilevata nei contratti stipulati dopo l’intervento normativo.

A conclusione delle attività sono stati segnalati alla Direzione provinciale del Lavoro 7 lavoratori completamente in nero e 330 irregolari, la cui posizione contributiva dovrà essere oggetto di regolarizzazione. Nei confronti della società sono state proposte le sanzioni amministrative previste dalla normativa di settore.

 


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