PALERMO – Adesso è corsa contro il tempo. Una corsa ad ostacoli, tra l’altro, perché prima del 31 dicembre i deputati dovranno farlo lo slalom tra le festività. Da Palazzo d’Orleans non arrivano, tra l’altro, ottime notizie. La manovrina finanziaria, quella che prevede un bilancio “classico” e una legge di stabilità “light” indirizzata solo ai precari e ai lavoratori, non è ancora giunta a Palazzo dei Normanni. Ieri, in assessorato all’Economia si è discusso fino a sera. Ma non è arrivata la fumata bianca. Se ne riparlerà, se va bene, stasera. Per cominciare l’esame in commissione già mercoledì.
Troppo tardi, secondo qualche esperto di procedimenti e regolamenti dell’Assemblea regionale. Tra discussioni generali nelle commissioni di merito, quelle in Commissione bilancio, tra le ore necessarie per presentare e discutere gli emendamenti, l’approdo in Aula con il nuovo termine per la presentazione di modifiche prima del voto, siamo già al 2017. Non c’è tempo. Il governo e la maggioranza, del resto, appena due settimane fa discutevano ancora di una legge di assestamento trasformata in una mezza finanziaria, con tanto di prebende e contributi a pioggia.
E così, adesso è tardi. Ma a restare “in bilico”, sono adesso decine di migliaia di siciliani. Sono, ad esempio, i precari degli enti locali, circa 15 mila persone. Per loro è prevista una dettagliata norma nella mini-finanziaria: una proroga fino al 2018 a patto che i Comuni si mantengano entro i tetti di spesa ridotti del 15 per cento rispetto al 2015, incentivi all’esodo, la possibilità di chiedere l’assunzione in Resais in attesa di essere poi riportato nell’ente di provenienza, multe per gli stessi Comuni che pur potendo assumere non lo faranno. Per tutte queste misure, previsto lo stanziamento di 226,7 milioni di euro l’anno per vent’anni. In quel disegno di legge, poi, ecco anche gli altri articoli: Quello destinato ad esempio ai lavoratori socialmente utili per i quali si propone la prosecuzione delle attività fino al 2019, quello che prevede un sussidio per i lavoratori dei Cantieri di Servizio e conferma quello per gli ex Pip, quello destinato alla promozione dei Consorzi universitari, la creazione di “patrimonio immobiliare” da 59 milioni da destinare al Fondo pensioni a capo del quale Crocetta ha da poco nominato l’ex assessore Nelli Scilabra. E ovviamente non mancherà l’articolo che prevede, in una lunga tabella, i finanziamenti destinati a enti regionali, teatri, associazioni che ruotano attorno alla Regione.
Insomma, una galassia di circa trentamila persone. Non a caso evocate dal presidente della Regione Crocetta, per invitare l’Ars a far presto, nonostante i ritardi dello stesso governo. Ritardi stigmatizzati anche nella recente relazione della Corte dei conti sul Documento di economia e finanza regionale. “Il parlamento regionale – ha detto però Crocetta – butterà sul lastrico 20 mila persone e ne lascerà altre 30 mila senza stipendio? Io credo che il senso della responsabilità dovrebbe prevalere in tutti e sono convinto che attraverso un confronto puntuale entro il 31 dicembre si può approvare la legge di bilancio, perché diversamente sarebbe il disastro. In mancanza di una legge – ha spiegato, il governatore della Sicilia – i precari non potrebbero più essere assunti dalla pubblica amministrazione. Soprattutto quelli che lavorano nei comuni in dissesto. Sono appena 15 gli articoli della legge di proroga dei precari, si possono esaminare in mezza giornata, se si vuole”. Quasi un “ricatto morale”, per i parlamentari chiamati a far presto. E le prime reazioni non sono incoraggianti. “In conferenza dei capogruppo – ha detto il capogruppo di Forza Italia Marco Falcone – abbiamo dato l’assenso affinche’ si approvasse, entro il 31 dicembre 2016, la legge di bilancio con una finanziaria snella, fatta da tre articoli tecnici e due norme essenziali, relative alla proroga dei precari degli enti locali, per poi rinviare a febbraio l’approvazione della vera legge di stabilità per affrontare le esigenze della Sicilia. Per quel che si apprende, – ha aggiunto Falcone – il governo regionale avrebbe licenziato un ddl di quindici articoli e decine di commi relativi alla stabilizzazione, all’utilizzazione, alla mobilità e altro ancora riguardante i precari siciliani. “Non mi pare che questo sia un buon viatico – ha continuato il capogruppo azzurro – per apprestarsi proficuamente a un lavoro abbastanza delicato che necessita di condivisione e non di forzature” Ma il tempo adesso è davvero stretto. Strettissimo.