Mentre la Finanziaria regionale procede il suo cammino (dopo una partenza lentissima) a Sala d’Ercole, sindacati e associazioni datoriali concordano nel bocciare la manovra del governo regionale
Sicilia nella morsa della crisi economica
Le criticità individuate non sembrano fare presagire nulla di buono. Il combinato disposto dell’emergenza sanitaria e dei postumi della crisi economica rende la situazione esplosiva in termini di tenuta delle imprese e di posti di lavoro (18 mila imprese chiuse nell’isola e ben 8 mila occupati in meno al terzo trimestre 2020) e la risposta messa in campo insufficiente.
Le preoccupazioni degli artigiani
Una sonora bocciatura arriva da Confartigianato Sicilia e Casartigiani Sicilia. “Abbiamo difficoltà nel vedere di buon occhio una Finanziaria che non prevede nulla o quasi di aiuti alle imprese. Scorrendo gli oltre 160 articoli inseriti nella manovra ci sembra di assistere soltanto a piccole elemosine inserite sporadicamente. Nell’attesa che il governo Draghi dia il via libera al Decreto Sostegni, ci saremmo aspettati che il governo regionale riuscisse nella Finanziaria a garantire ulteriori e aggiuntivi aiuti alle imprese siciliane devastate dalle chiusure forzate e dai mancati sostegni”, si legge in una nota al vetriolo indirizzata all’esecutivo Musumeci. Il timore è che le aziende, di salute già cagionevole prima dell’emergenza sanitaria, non riescano a ripartire.
I dubbi di Confcommercio
Un timore condiviso anche dal presidente di Confcommercio Catania, Piero Agen. “Parlare di delusione è dire poco, è apprezzabile un certo tentativo di ridimensionare i costi della Regione ma sembra una Finanziaria scritta in un periodo di assoluta pace e serenità economica”, spiega. “In realtà la situazione è di disastro e crisi sociale: pensare a una Finanziaria normale in un periodo come questo è fuori da ogni logica ed equivale a non avere capito la situazione”, dice senza peli sulla lingua.
Cgil: “Una Finanziaria scritta sulla sabbia”
Gli fa eco il segretario regionale della Cgil, Alfio Mannino. “La Finanziaria rischia di avere la validità di meno di un mese è scritta sulla sabbia perché se la parifica della Corte dei conti dovesse individuare uno squilibrio rischiamo di rimettere mano alla Finanziaria”, premette il sindacalista. E non solo. “Non c’è nessuna misura per lavoro e imprese. Noi ancora aspettiamo che si concretizzino quelle previste dalla scorsa Finanziaria. Questa al voto in aula si limita a gestire l’esistente e rischia di bruciare il futuro come nel caso della pubblica amministrazione con il blocco del turnover”, accusa.
“L’assenza di ricambio e quindi di immissione nel mondo del lavoro di nuove professionalità è un fatto grave: la mancata rigenerazione nella pubblica amministrazione rischia di bruciare il futuro”, spiega Mannino.
Sicindustria: “Nulla per le imprese”
Alessandro Albanese, vicepresidente vicario di Sicindustria, si unisce al coro dei delusi e non lesina critiche all’esecutivo regionale. “La Finanziaria va approvata velocemente perché è lo strumento su ci si basa l’attività regionale”, premette. Poi esprime forti perplessità. “Non c’è nulla per le imprese ed anche l’articolo 8 che avrebbe garantito la spesa attraverso l’accordo tra Regione siciliana e Bei è stato accantonato per una riscrittura cosa che considero davvero grave”, argomenta con disappunto”, argomenta con disappunto. “ Alcuni articoli sono mortificanti. Penso ad esempio a quello sull’aumento canoni concessori. La Regione si riserva di diminuire i canoni di locazione nei confronti dei privati: due pesi e due misure. Aumenta i canoni senza parlarne con i concessionari e riduce gli affitti senza parlarne con i privati”, lamenta Albanese. Il vicepresidente di Sicindustria riserva un’altra stoccata al governo. “E poi abbiamo visto che ci sono cose che fanno ridere come il finanziamento del Cral dei dipendenti regionali: mi chiedo se siamo figli di un Dio minore”, dice. “Al divertimento penseremo dopo la pandemia, adesso le risorse vanno destinate alle categorie che stanno soffrendo, ma concentriamo tutti gli sforzi per tenere in vita le ormai asfittiche imprese della nostra regione”, attacca.