Fincantieri, conto alla rovescia | A gennaio si rischia il fermo - Live Sicilia

Fincantieri, conto alla rovescia | A gennaio si rischia il fermo

Il sindacato rende noto che “i bacini galleggianti da 19 mila e 52 mila tonnellate si stanno irreparabilmente deteriorando mentre le piccole commesse, entro poche settimane, saranno ormai al traguardo”.

LA DENUNCIA DELLA CISL
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Cantieri navali di Palermo (Foto)

PALERMO – È partito il conto alla rovescia per il Cantiere navale di Palermo, che nel prossimo gennaio potrebbe veder scorrere la parola fine sui titoli di coda della propria esistenza. La denuncia è della Cisl Sicilia, guidata da Maurizio Bernava (nella foto). Il sindacato rende noto che “i bacini galleggianti da 19 mila e 52 mila tonnellate si stanno irreparabilmente deteriorando mentre le piccole commesse, entro poche settimane, saranno ormai al traguardo”.

Così, da gennaio il sito per eccellenza dell’industria di Palermo, che vide la luce per iniziativa della famiglia Florio nel lontanissimo 1897, “rischia il fermo totale”. Con grave danno, denunciano Cisl e Fim Cisl regionali e provinciali, per l’economia della regione, della città. E per i 500 addetti, il 25% dei quali è già ora in cassa integrazione. Per questo il sindacato invoca una svolta nella vicenda, che pare aggrovigliata in un “incomprensibile ginepraio di inadeguatezza e contenziosi legali”. Che vede protagonista una società “leader mondiale nella cantieristica delle navi da crociera, come Fincantieri”. Ma che “stranamente”, sottolinea la Cisl, ha visto pure, qualche mese fa, la commissione appaltante regionale ritenere Fincantieri non idonea all’appalto per la ristrutturazione del più grande dei bacini. L’altro appalto, per il bacino da 19 mila tonnellate, è stato vinto dalla triestina Cimolai con un “ribasso altissimo” contro cui Fincantieri ha fatto ricorso, ricorda la Cisl. Che alza la voce. Perché una ristrutturazione da 55 milioni di investimento rischia di tradursi nel canto del cigno del Cantiere, costretto in un binario a scartamento ridotto. Il sindacato non ci sta. “Palermo e la Sicilia non possono permetterselo”, scrive. E si rivolge al Comune e alla Regione proprietaria dei bacini. Oltreché all’azienda. “Al governo che si insedierà dopo le elezioni – scrive – chiediamo che non si comporti con l’indifferenza e la leggerezza del passato ma che si adoperi fattivamente per garantire l’esistenza del Cantiere, in primo luogo attraverso la soluzione dei contenziosi in atto”.

Dal sindaco Orlando Cisl e Fim si attendono “un impegno forte come già in passato, per la salvaguardia del polmone produttivo di cui vive la disastrata realtà industriale di Palermo”. A Fincantieri, così come al governo regionale, sollecita “ragionevolezza affinché i contenziosi in piedi siano al più presto chiusi”. Il tempo qui è sostanza, afferma la Cisl che rivendica “la salvaguardia della triplice missione produttiva del Cantiere”: le costruzioni, le riparazioni e le trasformazioni. Senza significative e concrete novità, tra poche settimane, tuona il sindacato, la storica azienda di Palermo potrebbe ritrovarsi sulla via del non ritorno.


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