PALERMO – Si sono difesi. La ricopiatura delle firme sarebbe avvenuta a loro insaputa. Riccardo Nuti ha sostenuto che la sera del pasticcio, il 3 aprile 2012, non era negli uffici di via Sampolo. E per dimostrarlo si è presentato all’interrogatorio con le foto, scaricate dal profilo Facebook, che lo ritraggono ad una fiaccolata per la sensibilizzazione sul tema dell’autismo. Nuti ha raccontato di essere rimasto al corteo fino a tardi. Altro, dunque, che “ispiratore” della ricopiatura delle firme per la presentazione della lista del Movimento 5 Stelle alle comunali di Palermo nel 2012. Nuti era candidato alla poltrona di sindaco.
Dopo il silenzio nei precedenti interrogatori adesso i grillini coinvolti nell’inchiesta “firme false” hanno chiesto di essere sentiti dai pm Bernardo Petralia e Claudia Ferrari. A cominciare da Nuti per proseguire con gli altri deputati nazionali Claudia Mannino e Giulia Di Vita (tutti sospesi dal Movimento 5 Stelle), gli attivisti Riccardo Ricciardi e Pietro Salvino, e l’ex collaboratrice del gruppo parlamentare all’Ars, Samanta Busalacchi.
E tutti hanno respinto le accuse, puntando il dito contro i deputati regionali Claudia La Rocca e Giorgio Ciaccio che hanno confessato. Alcuni degli indagati hanno anche disconosciuto le firme falsificate che secondo il perito della Procura avrebbero scritto di loro pugno.