La rabbia del "popolo inquinato" | Il Petrolchimico fa ancora paura - Live Sicilia

La rabbia del “popolo inquinato” | Il Petrolchimico fa ancora paura

(Foto Massimiliano Torneo)

La protesta davanti al tribunale a sostegno dell'inchiesta della Procura.

SIRACUSA – Cinque minuti di applausi e un minuto di silenzio dimostrativi. È il flash mob del ‘popolo inquinato’ andato in scena stamattina davanti al tribunale di Siracusa a sostegno della Procura nelle delicate indagini su Petrolchimico e inquinamento. E su inquinamento e malattie. Presente Don Palmiro Prisutto, l’arciprete di Augusta che da tre anni, una volta al mese, celebra una messa per i morti di cancro. Circa duecento persone, reclutate con un tam tam di pochi giorni in rete, si sono via via radunate a qualche centinaio di metri dal Palazzo di giustizia, che hanno poi raggiunto attraverso un corteo silenzioso.

Ai manifestanti è arrivato l’apprezzamento del procuratore capo Francesco Paolo Giordano per quanto accaduto stamattina davanti al tribunale: “Ho apprezzato molto questo movimento di opinione spontaneo dei cittadini del territorio e sono grato per l’iniziativa di sostegno alle attività dell’ufficio che testimonia il buon lavoro fin qui fatto e comunque le attività intraprese vanno avanti doverosamente”.

L’antefatto: i fatti giudiziari che hanno portato il gip del tribunale aretuseo a firmare, su richiesta della Procura, il decreto di sequestro preventivo per tre stabilimenti Esso e Isab nella zona industriale di Priolo-Augusta, accusati di inquinamento dell’aria. I vertici sono indagati per disastro ambientale colposo.

Presenti al flash mob anche persone, e familiari di persone, malate di cancro e mamme di bambini nati malformati a Augusta. Nel 2000 l’incidenza di quest’ultimo fenomeno a Augusta era del 5,6%, a confronto con una media nazionale intorno al 3%. “Oggi – secondo il parroco – si ha meno contezza del fenomeno nella città megarese perché il reparto di ostetricia è stato chiuso e si partorisce a Lentini”. Le ragioni della manifestazione elencate dagli organizzatori, movimento civico nato in rete: “Per dire basta veleni. Per chiedere giustizia per i morti e gli ammalati di cancro e per manifestare fiducia e sostegno alla magistratura indipendente”.

Rispettata la richiesta a politici e amministratori di partecipare a titolo personale e senza simboli. “Ritengo coerente e doverosa la mia presenza qui – ha detto padre Prisutto – in quanto sono impegnato su questo fronte da parecchi decenni. Come ritengo giusta la presenza di tanti cittadini a sostegno del procuratore capo della Repubblica di Siracusa, Francesco Paolo Giordano. I tempi stanno cambiando e dobbiamo cambiare anche la mentalità: il ricatto occupazionale non può più rappresentare un’arma per chi ha fatto danno a questo territorio e ai suoi cittadini. È doveroso manifestare sostegno alla magistratura che sta cercando di fare luce su questo danno”.

Il sit-in di stamattina non è l’unica reazione al provvedimento, in qualche modo storico, del tribunale di Siracusa. C’è anche una Class action dell’associazione consumatori Codici Sicilia, nell’eventualità che vengano accertate responsabilità penali e appurata la connessione tra inquinamento e malattie: “Il nostro ufficio legale – fanno sapere – ha predisposto l’istanza di qualificazione di persona offesa, che metteremo a disposizione di tutti i cittadini dei comuni coinvolti, così da indicare la propria posizione di persona offesa alla Procura di Siracusa, avviando l’iter per ottenere – qualora siano accertati reati – il risarcimento dei danni subiti in qualità di soggetti offesi dal reato”.

Nel frattempo, dal fronte indagini, continuano a arrivare novità. Dopo il “sì” di Isab alle prescrizioni imposte dalla Procura, e la proroga concessa alla Esso (decidere se accettare o meno entro il 15 settembre per le prescrizioni che riguardano le emissioni diffuse e il 30 settembre per le restanti prescrizioni) è stato riaperto il tavolo istruttorio per le Autorizzazioni integrate ambientali all’Isab. Si era chiuso a maggio con prescrizioni importanti nella direzione della diminuzione delle emissioni. L’intervento della Procura ha fatto riaprire il tavolo istruttorio, i rappresentanti delle amministrazioni locali e degli enti di controllo sono stati convocati d’urgenza al ministero dell’Ambiente: adeguamenti e tempi di realizzazione saranno dettati dalle nuove scadenze imposte dalla Procura.

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