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Folla nel centrosinistra |Ecco gli aspiranti deputati

Ecco, del centrosinistra, chi potrebbe avanzare pretese per una candidatura.

verso il voto nazionale
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CATANIA – Tutto – e tutti – tacciono. O quasi. Niente più toni da campagna elettorale, oggi, per la politica catanese che, dopo la sbornia delle Regionali si prepara al nuovo, importante appuntamento di marzo: le elezioni politiche. Per cui sembrano tanti i candidati in lizza che, prima dovranno spuntarla all’interno dei partiti e delle coalizioni, per farsi assicurare un buon posto nelle liste, e poi con la nuova legge elettorale, e con i posti messi a disposizione.

Elementi con cui dovranno fare i conti gli uomini e le donne esponenti della politica catanese, che vorrebbero approdare a Roma. Camera o Senato poco importa: l’importante è riuscire a ottenere una poltrona. Per la quale in molti potrebbero voler riscuotere l’aver appoggiato – in modo aperto o velato – alle ultime elezioni, questa o quella coalizione. Un quadro che ben si potrebbe applicare al centrosinistra etneo, uscito malconcio dalle elezioni regionali ma, da forza ancora al Governo, convinto si poter replicare e conquistare la Capitale.

Tantissimi, sicuramente troppi in base ai posti disponibili, i candidati in pectore alle prossime Politiche del Pd o delle formazioni che gravitano intorno ai democratici: nomi che circolano da tempo o new entry, che da Catania e provincia potrebbero voler tentare il salto. Ma che, in parte, potrebbero restare a sognare uno scranno nel Governo nazionale: le previsioni danno la coalizione di centrosinistra sotto i pentastellati e il centrodestra. I collegi uninominali, da questo punto di vista, restano il banco di prova più difficile da superare. E le candidature maggiori dei posti disponibili.

Ma chi potrebbero essere gli aspiranti deputati e senatori pronti a tentare la corsa al Governo e a ingaggiare una lotta con i colleghi? Beh, innanzitutto chi deve riscuotere, dopo l’impegno profuso nelle ultime consultazioni elettorali. Prima fra tutti Valeria Sudano, l’ex deputata regionale dell’area articolista del Pd che dovrebbe essere blindata per una poltrona a Roma (ben più comoda di quella dove in molti vorrebbero farla sedere, alla guida di Palazzo degli Elefanti. L’ex consigliera comunale potrebbe contare sulla dote di voti che, almeno nell’area etnea, ha incoronato Luca Sammartino, il più votato dei deputati all’Ars. Accanto a quella della Sudano, però, altre donne potrebbero voler riscuotere. E alla stessa cassa.

Francesca Raciti, ad esempio. Passata a gravitare in area sammartiniana da tempo, per la presidente del consiglio comunale di Catania la poltrona romana era stata più volte ipotizzata. Fedele all’idea democratica da anni – anche se a corrente alternata – la Raciti potrebbe voler tentare di approdare a Roma. E che dire di Ersilia Saverino? Anche per la consigliera comunale etnea, eletta con il Megafono ma passata velocemente nel Pd e, all’intero di questo, nell’area Dem, si vociferava una candidatura alle nazionali. Anzi, sarebbe stato questa alla base dell’accordo con il deputato democratico Anthony Barbagallo, che ha potuto contare sull’appoggio pubblico della Saverino e su quello, un po’ meno evidente, del marito, il presidente dell’Ordine dei medici. Insomma, anche l’ex sindaco di Pedara potrebbe voler avanzare una sua candidata catanese.

Sempre interna al Pd, poi, dovrebbe esserci la candidatura di un’altra donna, l’ex deputata  regionale Concetta Raia la cui rinuncia a correre per l’Ars, lasciando il posto all’ex segretario cittadino della Cgil Angelo Villari, sembra essere ancora valida. Per quanto i numeri di Villari, rimasto fuori dall’assemblea regionale, potrebbero aver ridimensionato le aspettative dell’area Demosì, la candidatura della Raia resta in piedi. Senza dimenticare Giuseppe Berretta, attuale deputato alla Camera, che difficilmente non sarà ricandidato. Il profilo, sempre meno polemico, del parlamentare – e accordi non scritti con altre correnti dei democratici – sembrano raccontare la volontà di ripetere l’esperienza a Montecitorio o a Palazzo Madama.

In tutto questo, si potrebbero inserire altri soggetti, provenienti dai partiti e movimenti satelliti del Pd. Come Nicola D’Agostino, il deputato regionale di Sicilia futura. La volontà di confluire nei democratici è stata espressa più volte dal leader del partito, Totò Cardinale. Passaggio che potrebbe non consumarsi apertamente o non consumarsi affatto. Soprattutto alla luce del voto per la presidenza dell’Ars al quale i futuristi alla seconda votazione hanno partecipato, a differenza dei deputati del Pd (che però, in parte, alla fine hanno votato Micciché) Che sia stato un modo per forzare la mano e accelerare il passaggio nella ciurma di Matteo Renzi, o se piuttosto un modo per testare il polso di Fi, è presto per dirlo. In ogni caso, se questo matrimonio con i democratici dovesse andare in porto, la candidatura di D’Agostino potrebbe essere consequenziale.

Infine, altri due outsider potrebbero avanzare pretese. L’attuale vicesindaco, Marco Consoli, ex enfant prodige del Mpa di Raffaele Lombardo, passato poi al centrosinistra in appoggio a Enzo Bianco – di cui poi diventa assessore – per poi spostarsi nella corrente di Luca Sammartino, non ha mai fatto mistero di voler andare a Roma, epilogo naturale dopo la consiliatura comunale, la presidenza del Consiglio e il ruolo attuale di assessore. Consoli, qualche tempo fa. è passato al Centro democratico di Bruno Tabacci, che pare sia pronto a presentare una lista a sostegno del Pd alle prossime Politiche e sarebbe molto legato ad Andrea Ricciardi, della Comunità di Sant’Egidio, che potrebbe fare il nome del vicesindaco per un’eventuale candidatura.

Dalla Comunità di Sant’Egidio, però, potrebbe spuntare un altro nome. Voci insistenti, parlano di una possibile candidatura di Emiliano Abramo, referente della Comunità di Sant’Egidio siciliana e, a quanto sembra, molto vicino a Matteo Renzi. Di lui si parlò come possibile assessore di uno degli ultimi governi Crocetta, invito respinto da Abramo, e come  delegato del sindaco Bianco al Welfare (ipotesi poi tramontata). Due indizi che potrebbero fare la certezza di una possibile candidatura per Roma.

 

 

 

 


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