“Una Formazione finalmente libera” | L’idea lombarda che piace ai grillini - Live Sicilia

“Una Formazione finalmente libera” | L’idea lombarda che piace ai grillini

I successi del dirigente della Regione Lombardia Bocchieri attirano l’attenzione di Cancelleri: “Trapiantare in Sicilia quel sistema”.

Verso le regionali
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PALERMO – “Ci siamo guardati attorno. E abbiamo avuto modo di conoscere un sistema che funziona”. La ricetta per risolvere i problemi della Formazione siciliana, Giancarlo Cancelleri l’ha trovata in Lombardia. “Grazie a dirigenti siciliani – ha detto nel corso del forum di Livesicilia – che sono andato a trovare a Milano”. Il riferimento del candidato del Movimento cinque stelle riguarda principalmente Gianni Bocchieri, dirigente generale del dipartimento Formazione e Istruzione alla Regione lombarda. È lui, ragusano di origine, “ad avere rotto – prosegue Cancelleri – il sistema dei bandi e dei ricorsi, rendendo la Formazione libera. Così vorremmo fare in Sicilia, nel caso in cui dovessimo vincere le elezioni”.

Un siciliano in Lombardia

Il modello lombardo nell’Isola, grazie al lavoro di un siciliano in Lombardia. È questa la “storia nella storia” di queste elezioni regionali. E qualcuno sussurra già che proprio Bocchieri possa essere “corteggiato” dal Movimento cinque stelle per un ingresso in giunta: “Noi ci stiamo rivolgendo – ha detto sempre Cancelleri nel corso del Forum – anche a persone che non appartengono necessariamente al Movimento. L’idea di rubare le risorse migliori agli altri, mi stuzzica”.

Una di queste potrebbe essere proprio il dirigente Bocchieri. Ma lui cosa ne pensa? Contattato da Live Sicilia, sull’ipotesi di un ingresso in una giunta Cinque stelle, si tiene “sulle generali”, dribblando per il momento la questione. “Non sono un politico, – dice – mi definirei piuttosto un ‘civil servant’ nel senso più autentico di poter essere al servizio di un progetto e di una visione da realizzare. La mia visione è quella della centralità della persona, dell’autentico rispetto della sua dignità e della sua libertà di scelta. Credo nei principi liberali e di sussidiarietà, per liberare le energie migliori e per non abbandonare i più bisognosi che responsabilmente si attivano nella ricerca di lavoro e non rifiutino immotivatamente occasioni di formazione o di lavoro”. E per spiegare meglio la sua idea, su una ipotesi di impegno in Sicilia, Bocchieri si affida alla citazione cinematografica: “Non faccio trattative – dice – perché non cerco il migliore offerente. Posso solo dire che non sono riuscito a seguire il consiglio che Alfredo/Philippe Noiret dava a Totò/Salvatore Cascio nel “Nuovo Cinema Paradiso” di Tornatore di andarsene e di non tornare più”. Insomma, il ritorno è in agenda. In che modo e prendendo parte a quale progetto, è presto per dirlo.

I successi e i riconoscimenti

Intanto, resta quanto di buono fatto in Lombardia, così come riconosciuto anche dai Cinque stelle. Oltre che da organismi specializzati: “Nel corso della Settimana Europea delle Regioni e delle Città, tenutasi a Bruxelles dal 9 al 12 ottobre 2017, Dote Unica Lavoro (un provvedimento della Regione Lombarda) è stata riconosciuta come unica misura di politica attiva finalista nell’ambito dell’edizione 2017 di Regiostars, competizione europea che ogni anno assegna riconoscimenti ai progetti realizzati con i fondi strutturali europei, per caratteristiche di innovazione e di impatto sul territorio. La nostra idea è stata selezionata da una giuria indipendente tra oltre 100 progetti realizzati da 20 Paesi dell’Unione Europea”. Questo intervento, spiega Bocchieri “ha consentito di fornire assistenza nell’inserimento lavorativo a 157.000 persone di cui oltre 119 mila inseriti nel mercato del lavoro lombardo grazie ad un investimento complessivo di 165 milioni di euro a valere sulle risorse del Fondo Sociale Europeo”, con una percentuale di inserimento nel mondo del lavoro, dal 2013, pari al 91 per cento.

Come funziona il sistema lombardo

È il sistema lombardo che funziona, insomma, anche secondo i grillini. Ma quali sono le caratteristiche? “In primo luogo, – spiega Bocchieri – il sistema lombardo è universale, nel senso che si rivolge a tutte le persone che cercano un lavoro e questo è stato uno degli aspetti particolarmente apprezzati anche a livello comunitario. Un altro elemento fondamentale del modello lombardo – prosegue – è la costruzione di un sistema sempre aperto che consente in qualunque momento l’accesso a un paniere di servizi, superando la logica di interventi settoriali approvati di volta in volta con avvisi che hanno un orizzonte temporale definito e poco adatti a sostenere la persona con una serie di interventi integrati”. Addio agli avvisi, insomma, che trascinano con sé ricorsi e sospensioni. Come quelli che tengono ferma la Formazione siciliana da circa due anni.

Il sistema lombardo, spiega Bocchieri “è costruito partendo dalla domanda e non dall’offerta. Sia nelle politiche attive del lavoro che in quelle formative, – spiega il dirigente – la persona gode di una ‘dote’, di un ‘buono’ che gli consentono di avere accesso a una serie di servizi scegliendo liberamente l’ente al quale rivolgersi. Il sistema si base su una rete di operatori diffusa sul territorio abilitati dalla regione a fornire un servizio pubblico attraverso l’accreditamento. Questi stessi enti, sono 880 quelli accreditati, sono quindi tenuti ad erogare i servizi secondo determinati standard cui corrispondono dei costi predefiniti, riconosciuti solo in caso di risultato raggiunto. Il mancato rispetto degli standard – prosegue Bocchieri – comporta l’applicazione di una serie di sanzioni che arrivano fino all’espulsione dal sistema regionale”.

Lavoro e Formazione in un assessorato

È questo il sistema che Cancelleri proverà a trapiantare in Sicilia: “Ogni modello – puntualizza Bocchieri – va adattato al contesto. Sarei presuntuoso ed anche folle a pensare che si possa esportare in Sicilia il modello lombardo che è arrivato all’attuale assetto anche a seguito di un processo di evoluzione e consolidamento. In ogni caso, penso che il sistema siciliano così come è ora, debba essere profondamente cambiato a cominciare dallo stretto raccordo tra le politiche del lavoro e quelle della formazione”.

Un concetto condiviso anche da Cancelleri, nel corso del forum. Il candidato ha poi annunciato uno dei provvedimenti nel settore in caso di vittoria dei grillini: l’accorpamento in un unico assessorato dei dipartimenti della Formazione, dell’Istruzione e del Lavoro. Quest’ultimo, oggi, fa parte dell’assessorato alla Famiglia. Un raccordo già esistente proprio in Lombardia: “Da questo punto di vista – spiega Bocchieri – è stata lungimirante la scelta del Presidente Maroni di attribuire tutte le deleghe dell’Istruzione, della Formazione e del Lavoro allo stesso Assessore che ha potuto dare sistematicità di indirizzo politico nella realizzazione di questa integrazione. D’altra parte, anche la normativa e le politiche nazionali spingono sempre più verso una maggiore integrazione tra formazione e lavoro, a partire dall’apprendistato che rappresenta l’integrazione per antonomasia, fino ad arrivare a politiche del lavoro che si accompagnano a servizi formativi per essere più efficaci nell’inserimento lavorativo”.

Il caso degli ex sportellisti

E a proposito di inserimento nel mondo del lavoro, ecco la questione dei cosiddetti “ex sportellisti”. Anche in questo caso, c’è una ricetta lombarda: “Innanzitutto – dice Bocchieri – serve stabilizzare il sistema degli accreditamenti, senza cambiarlo continuamente e cancellando l’attuale previsione secondo cui i requisiti degli operatori che lavorano negli enti accreditati possano essere stabiliti di volta in volta sulla base della politica da realizzare e secondo le previsioni dei relativi bandi. Si stabiliscano definitivamente – prosegue – quali sono le competenze richieste per il personale degli enti di formazione e per gli accreditati ai servizi al lavoro, si faccia un’analisi seria degli attuali iscritti nelle graduatorie dei formatori e degli ex sportellisti, eliminando chi ha già trovato lavoro altrove, facendo un loro bilancio delle competenze e formando quelli che hanno bisogno di rafforzare quelle possedute. Si attribuisca – aggiunge Bocchieri – un budget ad ogni ente in modo che possa pianificare e dare continuità alla sua attività, con una politica a sportello e non a bando. In questo modo, si alimenterà la domanda di operatori qualificati da parte degli enti, che avranno l’interesse ad assumerli per mantenere l’accreditamento. Dall’altra parte si rafforzerà la capacità professionale degli stessi operatori per eseguire le politiche, attivando una spirale virtuosa tra necessità e merito. In questo schema, la Regione avrà avuto il merito di aver favorito la nascita di un vero e proprio mercato, in cui operatori ed enti troveranno il loro equilibrio sulla base dei reciproci interessi. Insomma – conclude il dirigente – la Regione non darà a tutti il pesce, ma fornirà le canne per pescarlo”.


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