Formazione, un "bando ghigliottina" | A rischio tremila dipendenti - Live Sicilia

Formazione, un “bando ghigliottina” | A rischio tremila dipendenti

L'assessore Lo Bello

Il 14 agosto è apparso in Gazzetta ufficiale il nuovo Avviso che dovrà far ripartire i corsi, già in clamoroso ritardo. Ma le griglie scelte per la distribuzione dei finanziamenti, secondo gli enti, rappresentano un invito a licenziare. E a rischio è la metà dei lavoratori attualmente impiegati nel settore. Ecco perché.

PALERMO – Quel bando è un invito a licenziare. Una ghigliottina, piazzata sul capo dei lavoratori. Con tanto di “sberleffo”: quello apparso il 14 agosto sulla Gazzetta ufficiale della Regione siciliana è stato denominato infatti il “bando per il rafforzamento dell’occupabilità della popolazione siciliana in età lavorativa”. Ma prima ancora di rendere i siciliani “occupabili” rischia di renderne molti “disoccupati”.

L’Avviso 1 è quello che dovrebbe far ripartire i corsi di Formazione siciliani. Già in clamoroso ritardo, dopo la fine del progetto triennale rappresentato dall’Avviso 20. Tutto si era fermato a causa della bocciatura, da parte del Tar, del decreto per i nuovi accreditamenti nel settore. Uno strafalcione che aveva bloccato tutto: senza quello non era possibile ripartire. Mentre il governo tarda ancora, nonostante gli annunci periodicamente lanciati in questi tre anni di legislatura, ad approvare la riforma del settore che dovrebbe dare qualche certezza in più. Intanto, ecco la “pezza”. Cioè l’Avviso 1. Finanziato interamente con i fondi previsti dalla nuova programmazione europea: 167 milioni. Sparati tutti quest’anno. Per l’anno prossimo? Si vedrà.

Intanto c’è da pensare a oggi. E agli effetti che questo mega bando può produrre in termini occupazionali. Il rischio sta tutto in una tabella che fa parte dell’Avviso, appunto. Un prospetto attraverso il quale la Regione intende suddividere il “monte ore” per ciascun ente. Ore che si traducono, ovviamente, in soldi. Visto che i finanziamenti, che saranno frutto dei contributi dell’Unione europea attraverso la nuova programmazione 2014-2020, saranno la risultante della “tariffa oraria” di 129 euro per attività formativa e saranno distribuiti attraverso una griglia che sta già creando malumori. E che potrebbe portare, stando all’allarme lanciato dai sindacati, a licenziamenti di massa che rischiano di coinvolgere fino a tremila lavoratori, sui seimila attualmente ‘impiegati’. Ma non solo. Il bando, secondo le sigle, aprirebbe anche a lavoratori che non fanno parte del famigerato “albo unico” degli addetti alla Formazione.

Perché questo bando rischia di favorire i licenziamenti? La risposta, come dicevamo, è molto semplice. Ed è desumibile dalla tabella cui facevamo riferimento. Le ore vengono distribuite, appunto, in base a griglie. Per fare un esempio, agli enti che contano fino a otto dipendenti, spettano 1.630 ore di formazione. Alla categoria immediatamente superiore, composta dagli enti che dispongono da 9 a 15 lavoratori, queste ore saranno quasi il doppio: 3.057. E quasi doppio, quindi, il finanziamento. Una condizione che potrebbe portare a effetti perversi.

Un ente che dà lavoro a 8 persone ha ovviamente costi maggiori rispetto all’ente che dà lavoro a un solo dipendente. Ma entrambi gli enti potranno contare sullo stesso “monte ore”. Così, dicono sottovoce molti gestori degli enti, sarà automatico il fatto che l’ente con 8 lavoratori ne licenzierà sette, per portarsi nelle stesse condizioni dell’ente più piccolo. O, ecco l’altra possibilità all’orizzonte, si limiterà ad assumere, in un modo o nell’altro, un solo lavoratore. Così da poter “scalare una soglia” e poter contare, “al costo” di un solo lavoratore, su un finanziamento quasi raddoppiato.

Un paradosso, dicevamo. Che, nel caso di enti molto grossi, potrebbe tradursi in licenziamenti di massa: di 50, 60 dipendenti in un colpo solo. Un allarme lanciato già da alcuni sindacati degli che hanno chiesto un incontro urgente con l’assessore Mariella Lo Bello. Si tratta di Asef, Assofor, Cenfop, Forma Sicilia e Anfop. Quest’ultimo ente, tramite il presidente Gabriele Albergoni, ha anche inviato una nota all’assessore alla Formazione, mettendo nero su bianco questi dubbi.

Anche perché, nonostante le rassicurazioni formali, il governo Crocetta avrebbe ignorato i suggerimenti e le richieste dei sindacati degli enti, giunte persino in un incontro di fine luglio. “Avevamo manifestato – scrivono adesso gli enti – le nostre perplessità riguardo taluni possibili criteri fondanti l’Avviso 1/2015, chiedendo di rivederne l’architettura e di esplicitare l’impianto alle parti sociali attraverso un confronto prima della sua pubblicazione, nel rispetto delle indicazioni dell’Unione Europea, viste le pesanti refluenze di ordine sociale”. Refluenze che fanno rima con “licenziamenti”. I criteri del bando potrebbero concretizzarsi infatti nell’”allontanamento dal servizio – scrivono – di due terzi dell’attuale personale impegnato negli interventi formativi”. “L’assessore regionale Lo Bello – ha dichiarato il capogruppo di Forza Italia all’Ars Marco Falcone – ascolti il grido d’allarme lanciato dagli enti di formazione siciliani, prevedendo in tempi rapidissimi un incontro per scongiurare un rischio ad oggi drammaticamente reale”.

Paure sollevate anche dal sindacato Snals Confsal: “Ancora una volta, – fa sapere la sigla – dal sopracitato bando, appare evidente che i lavoratori della formazione professionale non saranno garantiti: non si evince che il solo personale impiegabile è il personale iscritto all’Albo degli operatori della formazione professionale; fermo restando l’impiego prioritario del personale con anzianità di servizio superiore ai 10 anni, si ritiene legittimo anche l’utilizzo del personale assunto dal 2005 al 2008; con questo bando si torna ai vecchi e non funzionali scaglioni di erogazione delle somme (50-30-20), limitando i trasferimenti alla disponibilità economica della Regione Siciliana; gli scaglioni imposti agli enti favoriscono altri licenziamenti”. I licenziamenti. Che presto rischiano di diventare realtà. Potrebbe bastare una tabella, per mettere alla porta tremila persone.


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