Formazione, Forestali e rifiuti | È la Sicilia delle solite emergenze - Live Sicilia

Formazione, Forestali e rifiuti | È la Sicilia delle solite emergenze

I lavoratori in piazza. L’immondizia per le strade. I corsi non partono. E i politici ‘abusano’ dei soldi pubblici. La foto di sempre.

I Forestali in piazza, i lavoratori della Formazione in bilico, i rifiuti per strada. La foto, gira e rigira, è sempre la stessa. E torna buona, purtroppo, ogni anno, a ogni giro, a ogni esame di Finanziaria. Che ancora non c’è, ovviamente, visto il ricorso massimo all’esercizio provvisorio. Nemmeno questa, a pensarci bene, è una novità.

Forestali in piazza, incubo incendi

È, insomma, la Sicilia delle “solite” emergenze. Appuntamenti fissi, ormai, nella liturgia del vivere civile nell’Isola. Da stamattina, i lavoratori forestali invadono piazza Indipendenza, manifestano ai piedi di Palazzo d’Orleans da dove faranno sentire il loro grido. “Stiamo registrando una forte adesione da parte dei lavoratori che vogliono essere presenti per denunciare la forte preoccupazione dovuta ai tagli delle risorse per il settore nel bilancio regionale – hanno dichiarato nelle ultime ore il segretario generale Flai Cgil Palermo, Dario Fassese, ed Enza Pisa, della segreteria Flai Cgil Palermo. – Si manifesta per chiedere le risorse finanziarie per assicurare i livelli occupazionali di forestali e del personale di consorzi, Esa e Aras, più investimenti sul territorio e l’ambiente e l’avviamento al lavoro nella campagna antincendio, che ogni anno parte in ritardo”.

Gli incendi, anche questa è la solita emergenza. Al momento solo sullo sfondo, visto che il governatore Musumeci ha rassicurato tutti: “Per la prima volta – ha detto – abbiamo individuato e accantonato in anticipo, già alla fine dello scorso anno, una parte delle risorse economiche per la campagna antincendio boschivo. Una norma che potrà consentire ai lavoratori di non dovere aspettare l’approvazione del Bilancio e della legge di Stabilità regionale per essere avviati in servizio. Tale accantonamento ha consentito anche la manutenzione e la revisione dei mezzi impiegati dalle squadre a terra degli operai e di poter procedere alle loro dotazioni individuali, così da rendere operativo il servizio antincendio ben prima della data canonica del 15 giugno”. La prova “del fuoco” tra poche settimane, con i primi caldi.

I rifiuti per le strade

Intanto, per le strade di Sicilia qualcosa brucia comunque. Vedi a Gela, come altrove, dove a prendere fuoco sono i cassonetti dell’immondizia. Il rogo che celebra la più prevedibile delle emergenze. Che assume in ogni parte di Sicilia un colore diverso. Di qua, i problemi delle discariche, di là quelli degli impianti danneggiati, dall’altra parte ancora quella delle società allo sbando. Intanto, per le strade del capoluogo l’immondizia offre il peggiore dei controcanti agli eventi previsti nella Capitale della Cultura. Anche qui, la Regione sta provando a correre ai ripari, con due distinte delibere con le quali ha, da un lato, fissato i criteri per la ridefinizione delle tariffe per il conferimento dei rifiuti in discarica, dall’altro per raccontarci che l’aumento della raccolta differenziata sarà un bene per tutti, sarà un toccasana per ogni settore: dal turismo all’industria. Anche questo, purtroppo, i siciliani lo sentono e lo leggono da tempo. Ma oggi, come scrive lo stesso governo, la situazione è disastrosa e l’obiettivo posto dalla giunta, quello di “spingere” i Comuni a un livello medio del 35 per cento doveva essere raggiunto già diversi anni fa. Siamo fermi, anche lì, in una emergenza che è anche formale, con tanto di timbro di Roma.

La Formazione delle liti perenni

È l’eterna, solita emergenza, appunto. Il lungo, infinito tunnel della Sicilia, ancora senza luce. E un altro esempio è fornito da un altro dei settori a più alta concentrazione di lavoratori e – purtroppo – di ex lavoratori. Eppure sembrava fatta: l’accordo per la pubblicazione del bando “a sportello” che avrebbe dovuto far ripartire i corsi di Formazione fermi da due anni e mezzo sembrava a un passo. E invece, ecco i nuovi problemi, insieme ovviamente ai soliti. Tra questi ultimi, le “liti” tra enti vecchi e giovani che provano a tirare la coperta sempre più esigua dei fondi destinati al settore dalla propria parte. Ma ecco un altro problema per i lavoratori: non c’è accordo sugli esuberi per un personale fortemente colpito dell’esperienza del governo Crocetta. E così, ha un bel da fare l’assessore alla Formazione Roberto Lagalla, tra tavoli, incontri, infuocate sedute di commissione all’Ars: “Abbiamo avviato un ulteriore contatto con le organizzazioni sindacali e datoriali – ha spiegato l’assessore – per giungere ad un accordo che possa prevedere la massima occupazione  possibile. Ieri il dialogo è stato positivo e c’è, da parte di tutti, la consapevolezza della rilevanza di questo momento. Il confronto è in corso e stiamo lavorando, come sempre avvenuto in questi mesi, all’insegna del dialogo costruttivo, per rimettere in moto un sistema che, di certo, non aveva le premesse per poterlo fare in così poco tempo. Sono certo – ha aggiunto con ottimismo – che, anche coloro che hanno deciso di non partecipare al primo incontro, misinterpretando le reali prospettive di un comune lavoro, sicuramente vorranno partecipare nel proseguo, perché è comune interesse quello di tutelare il personale e di riavviare la formazione”.

Dalla scuola all’edilizia: è paralisi

E il racconto quotidiano delle vicende dell’Isola è storia di una dannosa paralisi. Anzi di un lento scivolamento. Ne è esempio tra i più evidenti l’immagine della scuola siciliana: sono 28mila in meno gli studenti in tre anni, dati che piazzano la Sicilia tra le peggiori Regioni per dispersione scolastica. Nel frattempo, ecco la denuncia degli imprenditori edili: cinque miliardi sono fermi nei cassetti e le opere non partono né ripartono. Mentre torna, nel loop della Sicilia immutabile, il fantasma del Ponte sullo Stretto.

La “casta” alla resa dei conti

E nell’Isola delle solite emergenze, ecco il solito ritratto: quello dei capigruppo dell’Assemblea regionale chiamati a rispondere dalla Corte dei conti sullo spreco dei soldi pubblici, sperperati in assunzioni sospette, in strani “bonus”, in un numero di portaborse e collaboratori in grado di popolare una discoteca. Tutti chiamati a riferire, compresi – se c’è una novità, eccola – i deputati del Movimento 5 stelle. A completare il quadro di un’Isola che non cambia mai. Con le solite, prevedibilissime proteste. E i soliti, scontatissimi vizi.


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