Formazione, lavoratori in viaggio | "Da Di Maio vogliamo certezze" - Live Sicilia

Formazione, lavoratori in viaggio | “Da Di Maio vogliamo certezze”

Da piazza Indipendenza a Roma per ricordare al ministro la promessa. Anche Musumeci attende.

AL MINISTERO DEL LAVORO
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PALERMO – Gli ex lavoratori della Formazione professionale siciliana sono pronti a salire di nuovo su un treno e tornare a Roma, sostituendo piazza Indipendenza con via Fornovo, dove si trova il Ministero del Lavoro. L’obiettivo è raggiungere il ministro Luigi Di Maio e ricordargli che ha preso un impegno: all’inizio dello scorso luglio, incontrando uno sparuto gruppo di ex lavoratori che ha viaggiato sino alla Capitale in pullman per organizzare un mini sit in per attirare la sua attenzione, Di Maio organizzò un incontro a Palazzo Chigi e promise in quella occasione che si sarebbe occupato della vicenda attivando un “tavolo di confronto” con le istituzioni locali. I lavoratori tornarono a casa confortati.

“Ci ha ascoltati attentamente poi ci ha detto come intende procedere da qui ai prossimi mesi per risolvere la nostra situazione”, avevano raccontato, confortati, lasciando il palazzo del governo (qui la cronaca dell’incontro). Poi però è arrivata l’estate. E anche se lo stesso presidente della Regione Nello Musumeci ha scritto, per ben due volte, al ministro dei 5 Stelle per dimostrare la propria disponibilità e per chiedere di affrontare insieme quella che ha definito “una vera e propria emergenza sociale”, di appuntamenti in agenda per il confronto ancora non ce n’è.

E così una delegazione di lavoratori della Usb, dei Cobas, dei Laboratori Liberi ex Sportelli multifunzionali e degli Irriducibili della Formazione professionale si stanno organizzando per tornare a Roma. Partenza l’11 settembre, sit in, presidio permanente e sciopero della fame a partire dal 12 settembre. “Non vogliamo attaccare nessuno – spiegano – ma chiederemo al ministro Di Maio la data certa del tavolo di confronto promesso il 13 luglio scorso, per affrontare e risolvere l’emergenza sociale che ha investito ottomila famiglie del comparto della formazione ed ex sportellisti. Un altro viaggio, stavolta in treno, per un cospicuo numero di lavoratori che si organizzeranno per un presidio permanente davanti al Ministero del Lavoro. Abbiamo iniziato un percorso per una soluzione definitiva al problema occupazionale in sintonia con il governo nazionale e la disponibilità del governo regionale, adesso vogliamo i fatti, i lavoratori sono allo stremo economico”.

E per questo, infatti, la delegazione di lavoratori che partirà si sta organizzando per una raccolta di fondi che li aiuti a sostenere le spese di viaggio: “Anche se ci sono colleghi che per ragioni familiari non possono partire, ci aiutino a pagare il viaggio perché possiamo andare a rappresentare al ministro le esigenze di tutto il comparto”.

Nonostante le buone intenzioni del ministro – “stiamo già operando con gli uffici del ministero per ipotizzare dei percorsi di rafforzamento delle politiche per il lavoro e auspichiamo che la Regione Siciliana, che ha in capo l’attuazione delle politiche per il lavoro, possa supportare il governo nell’azione di riordino”, ha scritto in una nota qualche settimana fa – la questione della formazione professionale siciliana va ben oltre le politiche per il lavoro e i centri per l’impiego. Non si tratta soltanto, infatti, di reimpiegare gli ex sportellisti multifunzionali riqualificati, ma di restituire una prospettiva per il reinserimento nel mondo del lavoro a ottomila persone.

Una questione che, come ha scritto Di Maio, è stata generata dalle “scelte scellerate delle giunte regionali siciliane” ma che adesso, dopo le promesse del 13 luglio, sono diventate anche un suo problema. “Siamo disposti ad ascoltare purché ognuno si assuma le proprie responsabilità”, ha precisato in quella nota con cui ha di fatto risposto alle comunicazione del presidente Musumeci senza però indicare una data per un incontro e generando l’ironia del governatore: “La sua pur inusuale risposta, affidata a una nota di agenzia, non fa alcun riferimento alla specifica richiesta di questo Governo”.


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