PALERMO – Premetto che ieri è stato pubblicato sul vostro quotidiano un articolo a firma di Roberto Immesi nel quale si parlava della risoluzione a breve della problematica relativa al funzionamento del forno crematorio del cimitero di S. Maria dei Rotoli a Palermo. Nell’articolo tra l’altro si faceva riferimento alla mia offerta di collaborazione recapitata al comune di Palermo per la risoluzione della problematica.
Ero consapevole che la mia scelta di offrire collaborazione al Comune avrebbe scatenato dei malumori in seno alla compagine Gesip ma rivendico, nella mia scelta, la libertà di essere cittadino prima di essere dipendente Gesip.
Anch’io come i tanti colleghi sto patendo la grave situazione di mancanza di un reddito costante, aggravato dal fatto che avendo dei problemi fisici che mi costringono ad un continuo andirivieni tra Palermo e Catania con un aggravio delle spese che hanno eroso le poche disponibilità economiche che avevo messo da parte e avrei preferito essere in piazza con loro piuttosto che stare a casa. Ma malgrado ciò mi è del tutto inconcepibile che l’unico forno crematorio della Sicilia non funzioni per il sol fatto che si sconosca la normativa ambientale.
Sono rimasto profondamente colpito dal fatto che un collega con cui ho collaborato fino a pochi mesi fa abbia dovuto recarsi in quel di Battipaglia (Sa) per la cremazione della propria madre. Non riesco a capire come, malgrado sia stata prevista una procedura che permettesse in assenza del polverimetro guasto la continuità del servizio, a tutt’oggi il forno crematorio sia fermo.
Tra l’altro aggiungo, per completezza di informazione, che tale procedura è stata attivata nel corso del 2010 e nei primi mesi del 2011 allorquando si era verificata una analoga disfunzione del polverimetro.
Entro nel dettaglio e specifico cosa prevede la procedura che è stata inserita nel manuale di gestione del sistema di monitoraggio in continuo delle emissioni in atmosfera. Premetto una cosa importante: il forno crematorio per essere messo in funzione ha ricevuto dall’assessorato regionale Territorio e ambiente una autorizzazione alle emissioni in atmosfera che prevede che vengano monitorare in continuo sia le polveri emesse, che la temperatura dei fumi e la percentuale di ossigeno in essa presente.
In virtù di questo l’Arpa–Dap di Palermo aveva richiesto che secondo quanto previsto dal d.lgs 152/2006 venisse consegnato il manuale di gestione dei sistemi di monitoraggio in continuo. Tale manuale è stato da me redatto nel corso del 2010 e consegnato nei primi mesi del 2011 agli organi aziendali in esso previsti nonché all’Arpa, alla Provincia ed all’assessorato regionale.
La procedura prevedeva che in relazione alla quantità di salme in giacenza, qualora il polverimetro fosse guasto, si doveva ricorrere ad un laboratorio di analisi esterno (due volte a settimana) per l’analisi delle alla Provincia di Palermo ed all’Assessorato regionale Territorio e ambiente e successivamente inviare ad essi l’esito degli esami strumentali. Ed è per questo che nei giorni scorsi, malgrado i miei problemi fisici, mi sono proposto per la risoluzione del collaborazione.
Non riesco a capire come il voler risolvere una grosso problema per le numerose famiglie, che a tutt’oggi sono costrette a vedere i propri cari messi in deposito quando con una spesa modesta (costo sostenuto da GESIP per ogni analisi € 180,00 i.i.) si poteva risolvere il tutto, abbia generato polemiche, offese e minacce.
Penso da cittadino che sarei indignato nel sapere che con poche centinaia di euro si potrebbe alleviare il dolore di molte persone che vedono costantemente i propri cari deturpati dall’essere messi in deposito al cimitero o di sapere che si spendono molti soldi in più per effettuare una cremazione a Battipaglia.
Avendo tale consapevolezza, non ho esitato a mettere a disposizione di tutti questi soggetti la mia professionalità che tra l’altro è stata acquisita negli anni di Gesip e quindi anche pagata dai cittadini con le tasse. Ringrazio anticipatamente per la cortesia di voler eventualmente pubblicare la mia lettera.
Cordiali saluti
Massimo D’Asta