16 Marzo 2022, 15:07
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PALERMO – Dura lex, sed lex: Calderone mette in dubbio la validità dell’elezione del nuovo capogruppo di Forza Italia. Parte la controffensiva di Miccichè e compagni.
“Apprendo dalla stampa che il gruppo parlamentare di Forza Italia avrebbe un nuovo capogruppo. Ricordo però che il gruppo medesimo è un’associazione, che come tale è regolamentata da norme codicistiche che non prevedono l’autoconvocazione”, spiega Calderone. “È prevista la richiesta di convocazione, a cui solo il capogruppo può dar seguito. E solo nel caso di ingiustificata inerzia dello stesso, ci si può rivolgere al Tribunale, per chiederne la convocazione. Pertanto considero la nomina dell’onorevole Mario Caputo come tamquam non esset, perché non sono state rispettate le procedure”, argomenta Calderone. La cosa non finisce qui. “Nei prossimi giorni – prosegue – darò seguito alla richiesta di convocazione alla presenza di tutto il gruppo di Forza Italia, non di una sola parte, che rispetto ad un procedimento codificato si è autoconvocata. Metterò all’ordine del giorno la nomina del nuovo capogruppo, insieme a varie ed eventuali istanze. Ma ribadisco: è impensabile che si proceda in tale modo rudimentale. Ci sono delle procedure da rispettare, secondo canoni previsti per legge. La nomina dell’onorevole Caputo è priva di efficacia”.
Un nuovo colpo di scena arricchisce la saga di Forza Italia Wars dopo la nomina di Caputo e le richieste di ingresso dei dioscuri del renzismo (al secolo Nicola D’Agostino ed Edi Tamajo). Come fa notare un azzurro off records: “Una convocazione che con D’Agostiono e Tamajo ha tutto un altro sapore”.
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16 Marzo 2022, 15:07