Fossa dei leoni 2, l'eterno spaccio di droga a Librino - Live Sicilia

Fossa dei leoni 2, l’eterno spaccio di “camicie” e “cracker” a Librino

A capo dell'organizzazione ci sarebbe stato Angelo Condorelli
L'INCHIESTA
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CATANIA – Detenzione e vendita di sostanze stupefacenti e associazione a delinquere finalizzata al traffico di droga. Sono le accuse nei confronti di 14 persone coinvolte nell’indagine “Fossa dei leoni 2“, coordinata dalla direzione distrettuale antimafia di Catania e condotta dal nucleo operativo della compagnia di Catania Fontanarossa. A capo dell’organizzazione ci sarebbe stato Angelo Condorelli, classe 1990, già detenuto nel carcere di Enna.

Angelo Condorelli

Le indagini sono andate avanti da ottobre 2019 a marzo 2020. L’inchiesta prende il nome dalla piazza di spaccio di viale Grimaldi 10, storicamente riconducibile al clan Cappello di Catania e già colpita, a luglio 2019, da 26 ordinanze di custodia cautelare in carcere.

Camicie, cracker e giubbotti

Nella piazza di spaccio si lavorava su due turni: dalle 9 alle 18 e dalle 18 alle 22. Per tutta la giornata andava avanti l’acquisto di crack, cocaina e marijuana. Tutte sostanze per le quali i pusher usavano nomi in codice: la cocaina erano le camicie, i cracker erano il crack, il giubbotto la marijuana.

La postazione di spaccio era all’interno dell’androne di una delle due palazzine di viale Grimaldi 10: un portone in ferro battuto, apribile solo dall’interno, garantiva la sicurezza degli spacciatori. A questa misura di protezione si aggiungevano le vedette: alcune chiamate a osservare gli ingressi, altre a filtrare gli acquirenti.

A prova di intercettazioni

Nessuna ricetrasmittente per comunicare, perché bastavano segnali convenzionali per fare aprire il portone e richiuderlo alle proprie spalle. Nel caso in cui arrivassero le forze dell’ordine, le vedette facevano allontanare gli acquirenti, il pusher spariva nel palazzo e nascondeva negli appartamenti, o sul terrazzo, la droga rimasta.

Le dosi di cocaina e crack erano custodite non solo dentro alle case degli spacciatori, ma anche nelle aiuole del piazzale di fronte al viale Grimaldi, in cavità ricavate tra i rifiuti. La marijuana, invece, era nascosta in casa di un indagato senza precedenti penali, che si sarebbe occupato anche di confezionare le singole dosi.

Operatività garantita

Questo sistema garantiva l’operatività ininterrotta della piazza di spaccio, limitando le conseguenze eventuali dovute all’intervento di polizia o carabinieri. Il sistema sarebbe stato messo a punto dal presunto capo dell’organizzazione: Angelo Condorelli.

Nel corso dell’attività i Carabinieri hanno eseguito complessivamente 26 arresti in flagranza di reato, denunciato due persone in stato di libertà e sottratto al circuito del traffico di sostanze stupefacenti 66,62 chili di marijuana, 61 grammi di crack e 57 grammi di cocaina.

Sono stati, inoltre, sequestrati: due pistole, un fucile, trentuno cartucce di vario calibro, un sistema di videosorveglianza, uno smartphone munito di scheda telefonica, un “pizzino” recante date e numeri attinenti all’approvvigionamento della sostanza stupefacente e 2810 euro, ritenuti proventi dell’attività illecita. 

I nomi degli arrestati

AMORUSO Giuseppe, classe 1994;
CONDORELLI Angelo, classe 1990 (in atto detenuto presso casa circondariale Enna);
CONDORELLI Francesco, classe 1985 (in atto detenuto presso casa circondariale Piazza Lanza);
CRISTAUDO Salvatore, classe 1989 (in atto detenuto presso casa circondariale Palermo);
DRAGO Orazio, classe 1970;
FABIANO Daniele Giuseppe, classe 1989;
LOMBARDO Lucio, classe 1990;
ROSSELLO Alessandro, classe 1997 (in atto detenuto presso casa circondariale Rossano Calabro);
ROSSELLO Daniele, classe 1993;
SANTAPAOLA Roberto, classe 1980;
TOMASELLI Nunzio, classe 1991.


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