Frode: convalidato sequestro | Coinvolto imprenditore marsalese - Live Sicilia

Frode: convalidato sequestro | Coinvolto imprenditore marsalese

Il Tribunale di Marsala

Convalidato per intero il sequestro preventivo d'urgenza, disposto dalla Procura di Marsala per frode fiscale e truffa allo Stato, dell'ingente patrimonio (circa 100 milioni di euro) di Michele Angelo Licata e delle figlie Clara Maria e Valentina.

MARSALA (TRAPANI) – Il gip del Tribunale di Marsala Annalisa Amato, respingendo le istanze difensive, ha convalidato per intero il sequestro preventivo d’urgenza, disposto dalla Procura di Marsala per frode fiscale e truffa allo Stato, dell’ingente patrimonio (circa 100 milioni di euro) di Michele Angelo Licata e delle figlie Clara Maria e Valentina, principali imprenditori locali nel settore della ristorazione e alberghiero. Il sequestro, effettuato lo scorso 21 aprile dalla Guardia di finanza, ha riguardato somme di denaro, quote societarie, beni mobili e immobili, per un valore di circa 13 milioni di euro, nonché quote sociali e beni mobili e immobili di quattro complessi aziendali per un valore stimato in circa 90 milioni di euro.

Tra Marsala e Petrosino (Tp), sono state sequestrate quote e beni aziendali di quattro società: “Baglio Basile”, “Delfino Ricevimenti”, “Roof Garden” e “Rubi”. Nel dettaglio: 244 terreni, 52 fabbricati, 13 automezzi e 24 conti correnti, nonché titoli e disponibilità finanziarie per circa 5 milioni di euro e altri beni immobili per circa 4,5 milioni. Per evitare la cessazione delle attività e la perdita di circa 200 posti di lavoro, la Procura di Marsala, già lo scorso 21 aprile, ha nominato un amministratore giudiziario. In tutto, sono tredici gli indagati per truffa aggravata in danno dello Stato, dichiarazione fraudolenta finalizzata all’evasione fiscale ed emissione di fatture per operazioni inesistenti. Per illecito amministrativo, indagate anche due società di capitali.

Secondo l’accusa, sarebbero state evase imposte per oltre otto milioni di euro, mentre i finanziamenti pubblici “illecitamente” ottenuti sono oltre 4 milioni di euro. I fatti contestati sono relativi al periodo tra il 2006 e il 2013. Indagati per false fatturazioni (per oltre 20 milioni di euro) verso le società del “gruppo Licata” sono dieci tra imprenditori e ditte. A coordinare l’indagine, condotta dal nucleo di polizia tributaria di Trapani e dalla sezione di pg della Guardia di finanza della Procura di Marsala, sono stati il procuratore Alberto Di Pisa e il sostituto Nicola Scalabrini. (ANSA)


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