CATANIA – Antonino Recca avrebbe le mani legate a causa della mozione approvata dal Senato accademico che “limita le sue attività a quelle di ordinaria amministrazione in vista dell’elezione del nuovo rettore dell’Università di Catania”. Il Magnifico non può agire e, quindi, non può rispondere alle istanze dei sindacati. Nonostante siano tanti i punti da affrontare, tra cui il futuro di molti precari, non si è riusciti a trovare un’intesa nel corso dell’incontro, programmato da tempo, tra rettore ed organizzazioni di categoria. Il 26 ottobre scorso si era svolta un’assemblea e Recca aveva manifestato una certa apertura a rivedere alcuni provvedimenti. Così, però, non è stato.
La “patata bollente” restano le linee guida comportamentali sui procedimenti disciplinari, che su decisione del Consiglio di Amministrazione impongono al dipendente il totale silenzio. Il nuovo regolamento consente agli organi competenti – il rettore e le commissioni disciplinari – di avviare un procedimento disciplinare “qualora le interferenze si traducano in vere e proprie strumentalizzazioni a danno dell’istituzione universitaria”. Vietato il coinvolgimento degli organi di stampa, così come dibattiti ed assemblee. Le sanzioni arrivano fino a sei mesi di sospensione dello stipendio e con tutti gli effetti di legge conseguenti. Insomma, chi è destinatario di un provvedimento non può comunicare all’esterno, pena l’esecuzione di un’altra sanzione.
Il Rettore ha comunicato ai sindacati, Flc Cgil, Cisl università, Uil Rua, la Confsal Università, che non procederà ad alcuna revoca o rettifica per “non creare tensione nello svolgimento della campagna elettorale per l’elezione del nuovo rettore visto che uno dei componenti del Consiglio di Amministrazione è tra i candidati”. ‘approvazione delle linee guida ha creato una forte fibrillazione in tutto l’Ateneo, scatenando una serie di reazioni non solo tra le sigle sindacali, ma anche tra i vari movimenti universitari, come il CUDA, il Coordinamento Unico d’Ateneo. Salvatore Giuffrida, Ernesto De Cristofaro e Gianni Piazza, rappresentanti del CUDA, ritengono questo provvedimento “una vera operazione contro uno dei principi sanciti dalla Costituzione e, cioè, la libertà di espressione”. La decisione del CdA dell’Università di Catania ha fatto eco in tutti gli altri Atenei d’Italia, facendo muovere associazioni importanti come “Rete 29 Aprile” di cui fa parte il ricercatore Massimiliano Tabusi, che proprio da Catania, nel corso dell’assemblea del 26 ottobre, affermò “queste linee guida scateneranno una serie di provvedimenti disciplinari a catena senza fine”.
Il CUDA muove critiche anche sulla mozione del Senato Accademico che “limita i poteri del rettore”. Piazza la descrive come “un alibi creato ad hoc dallo stesso Recca per giustificare la sua non azione”. De Cristofaro, del dipartimento seminario giuridico, si chiede “quale dispositivo normativo dello Statuto d’Ateneo o della Legge Gelmini assegna il potere al Senato Accademico di limitare l’azione del magnifico”. “Una mozione” aggiunge Salvatore Giuffrida “che creerà una vera paralisi alla gestione dell’Ateneo, congelando di fatto tutti i problemi che ci sono, primo fra tutti le linee guida sui provvedimenti disciplinari”. E su questo fronte il CUDA sta valutando se adire per vie legali. Giuffrida, Piazza e De Cristofaro non sono sorpresi sull’esito dell’incontro di questa mattina. “La fumata nera era nell’aria da giorni.” Commentano i tre docenti.
A termine della riunione le organizzazioni sindacali hanno diramato una nota che riassume quanto accaduto al Rettorato. Le linee guida dovevano essere l’elemento imprescindibile per portare avanti qualsiasi confronto, ma i sindacalisti hanno comunque voluto ascoltare Antonino Recca in merito alla situazione delle stabilizzazioni dei precari e sulle diverse vertenze in piedi all’Università.
Sui Lavoratori ex COEM e Marketing Sud, in particolare, l’Ateneo ribadisce l’impossibilità dell’Amministrazione di procedere a qualsiasi forma di stabilizzazione, a meno che non si abbiano concrete e percorribili proposte dalla Prefettura. I sindacati hanno deciso di continuare, dunque, lo stato di agitazione e stanno organizzando per i prossimi giorni una nuova assemblea d’Ateneo. Antonino Recca, attraverso l’ufficio stampa, ribadisce che “la mozione approvata dal Senato Accademico impedisce al rettore qualsiasi attività di tipo straordinario” e, dunque, non permette di poter agire sulle istanze dei sindacati.