PALERMO – Una delibera del consiglio di presidenza dell’Assemblea regionale sospendeva le indennità dei funzionari di Palazzo dei Normanni, ma quell’atto, oggi, è stato messo in stand by.
Una decisione – quella di bloccare la parte ‘accessoria’ dello stipendio dei burocrati – presa nell’ottica di un più ampio ridimensionamento dei costi dell’Ars, e che avrebbe dovuto ‘accelerare’ la trattativa sindacale per il definitivo taglio alle indennità di funzione dei dirigenti in servizio al parlamento regionale, previsto anche dalla legge sulla spending review approvata di recente. Una norma che qualche giorno fa è stata anche recepita nel bilancio interno dell’Assemblea, con una previsione di risparmio stimata attorno al milione e 700 mila euro.
Ma ai funzionari di Palazzo, a dir la verità, quella decisione non è piaciuta affatto. E non perché a fine mese si sarebbero ritrovati con una busta paga meno consistente (cosa che accadrà comunque), ma perché, a detta di qualcuno, quel provvedimento suonava più come una “minaccia”: niente indennità finché non si raggiunge un accordo. Una modalità “illegittima” – ha osato dire qualche funzionario – di portare avanti una trattativa sindacale, e che secondo qualcuno “avrebbe potuto avere anche dei risvolti penali”.
Oggi, però, l’inversione di marcia del consiglio di presidenza ha fatto sotterrare l’ascia di guerra: l’efficacia della delibera è sospesa per 30 giorni, periodo in cui verranno avviati i tavoli tecnici tra rappresentati sindacali e forze politiche e amministrative dell’Ars. Entro un mese, quindi, si raggiungerà l’accordo. Un ‘compromesso’ che potrebbe portare a decurtare ancora (perché soltanto dieci mesi fa le indennità dei burocrati di Palazzo dei Normanni erano state già tagliate del 20 per cento) il salario accessorio dei funzionari, quello che – di fatto – si riferisce al ‘ruolo’ dei singoli dipendenti e, a seconda di questo, varia. Dall’altro lato, però, verrebbe tenuta fuori dalla scure dei tagli la parte di indennità destinata a fini pensionistici. E così, sostanzialmente, le riduzioni non intaccherebbero le pensioni. Ma nel frattempo si pensa di tagliare anche le indennità dei capuffici e dei responsabili delle unità operative. I ‘sacrifici’, insomma, saranno chiesti quasi a tutti.