Enzo Galioto è ufficialmente fuori dal Pdl nazionale. Lo conferma a Livesicilia il senatore stesso, che ieri ha deciso di non presentarsi alle votazioni per la fiducia al Governo Berlusconi in Senato.
Senatore Galioto, quindi la sua decisione è ufficiale. Perché ha deciso di abbandonare il partito? Da chi si è sentito tradito?
“C’è da dire che vivevo in uno stato di crisi e perplessità da tempo, ne avevo parlato anche con esponenti del Pdl nazionale. La famosa goccia è stato il discorso che Berlusconi ha pronunciato in Senato lunedì, il giorno prima della fiducia. In un clima politico teso come quello che il paese sta vivendo, in una situazione finanziaria disastrosa, mi sarei aspettato parole concilianti che andavano nella direzione di un’apertura alle altre forze politiche. Questo non è avvenuto. Il suo discorso è stato duro, con toni da ultimatum. Toni che si respirano quotidianamente all’interno del partito, dove non c’è spazio per il dialogo, dove vige la legge del più forte. E questo è riscontrabile anche all’interno del Pdl in Sicilia. Tutto questo mi ha portato a prendere la decisione di non presentarmi ieri al Senato. Ho scelto la via della non partecipazione, e non della sfiducia o dell’astensione, come segno di correttezza nei confronti del partito dentro cui ho vissuto in tutti questi anni”.
Si parla di due lettere che lei avrebbe scritto agli onorevoli Gasparri e Quaglieriello, rispettivamente presidente e vicepresidente del gruppo Pdl al Senato.
“Sì, ieri ho scritto ai due senatori una lettera nella quali spiegavo i motivi della mia scelta e annunciavo la fuoriuscita dal partito”.
E adesso che succederà? Quale sarà il partito che l’accoglierà?
“Ancora non lo so. Ho bisogno di un po’ di tempo per riflettere”.
Ma ha già ricevuto corteggiamenti da parte di qualcuno? Si parla di una sua possibile entrata nell’Udc o nell’Api.
“Corteggiamento è una brutta parola ed è anche inopportuna. Qui si fa politica mica matrimoni. La mia scelta è frutto di un percorso di consapevolezza. Ma ripeto, ancora non ho deciso verso quale partito guardare”.
E dei finiani che pensa?
“Con i finiani ho sempre avuto un rapporto di confronto sereno e di rispetto reciproco. Penso che sarebbe opportuno, durante questa fase critica per il paese, un fronte politico quanto più largo possibile”.
Quindi sarebbe d’accordo ad un governo di salute nazionale?
“Sì, assolutamente. Ma non credo proprio che ci sia questa intenzione. Però penso che sarebbe la soluzione migliore per governare l’Italia e per attuare quelle riforme che in questo momento sono necessarie. Chiaramente non si può pensare di governare un Paese con tre soli voti di maggioranza”.
Galioto esce dal Pdl nazionale. E invece come vede il partito a livello siciliano?
“Penso che sia una forzatura parlare ancora di un Pdl siciliano. Il Pdl qui non c’è più. C’è stata una diaspora che ha snaturato l’idea del partito nata un anno e mezzo fa come unione di Forza Italia e Allenza nazionale. A dire il vero penso che non si possa più nemmeno parlare di un nucleo originario di Forza Italia. Questo porta ad uno sbandamento dell’elettorato di centrodestra, che non sa più a chi affidarsi, oltre che ad una perdita degli obiettivi di governo in Sicilia. Non si può continuare così. Penso che anche nell’Isola, così come a livello nazionale, servirebbe una grande coalizione che racchiuda più forze politiche e che possa risolvere i problemi della Regione”.
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