PALERMO – Gazebo, tempo scaduto. Sono partiti i controlli della Polizia municipale che, sulla base degli elenchi forniti dal Suap, ha cominciato a passare al setaccio i primi sei dei 41 commercianti (in rigoroso ordine cronologico di protocollo) a cui nelle scorse settimane il Comune aveva intimato di smontare i gazebo. Tre pattuglie da tre agenti l’una che avranno il compito di controllare che i negozianti abbiano effettivamente smontato le strutture: in caso contrario, pronta la sanzione di 468 euro (300 per mancato rispetto del regolamento comunale e 168 per occupazione del suolo pubblico), a cui si aggiungono l’informativa alla Procura, il sequestro, la diffida per il ripristino dei luoghi e i cinque giorni di chiusura dell’attività.
L’ultima proroga è scaduta a metà dicembre e, come ha spiegato più volte l’assessore Marco Di Marco, non poteva essere ulteriormente rinnovata. I caschi bianchi di via Dogali hanno così pianificato i controlli, partiti per l’appunto oggi, e di cui si potrà fare un primo bilancio solo nei prossimi giorni. Ma il numero dei commercianti potrebbe essere anche più elevato, visto che il Suap non avrebbe ancora ultimato l’invio di tutte le lettere: da 41 si potrebbe arrivare anche a sessanta o settanta. I verbali verranno redatti solo nei prossimi giorni, visto che al primo controllo segue un iter che prevede la verifica delle autorizzazioni, le foto e poi l’elevazione delle multe. Inoltre, informando l’autorità giudiziaria, i trasgressori rischiano perfino una denuncia penale per occupazione arbitraria di suolo pubblico ai fini di lucro.
I gazebo, in seguito alle ultime sentenze del Consiglio di Stato che li ha equiparati a strutture per cui serve una concessione edilizia, risultano tutti abusivi e pertanto vanno smontati. L’intenzione dell’amministrazione e del consiglio comunale è di sostituirli con i dehors, ovvero tavoli, sedie e ombrelloni temporanei ma la delibera di modifica del regolamento per l’occupazione del suolo pubblico, al centro di una diatriba tra l’assessore e la commissione Attività produttive guidata da Paolo Caracausi, è stata iscritta solo oggi all’ordine del giorno. “La proroga è scaduta e il consiglio comunale si è fatto trovare impreparato con la delibera iscritta all’ordine del giorno solo oggi – dice il capogruppo di Pdl-Forza Italia Giulio Tantillo – anche se non prevede più i gazebo sulla sede stradale. Siamo d’accordo su questo, l’unica cosa però che bisognava fare prima è il piano della pedonalizzazione che avrebbe consentito di capire per tempo se alcune delle strutture esistenti potevano rientrarvi. Sarebbe un’ingiustizia se qualcuno, multato oggi, domani dovesse scoprire di essere nuovamente in regola. La delibera inoltre riguarda solo il suolo pubblico che è anche sede stradale, cosa diversa sarà il suolo pubblico che non è sede stradale. Ho chiesto al presidente del consiglio di convocare l’Aula per lunedì pomeriggio, primo giorno utile dopo i cinque necessari per i pareri delle commissioni. All’inizio si era partiti con gazebo che erano strutture quasi invisibili, poi il tutto è degenerato con strutture dall’assurdo impatto ambientale che hanno scatenato le proteste dei cittadini”. Ma da Tantillo arriva anche un suggerimento: “La nostra proposta è di dare 30 giorni di tempo per la trasformazione dei gazebo in dehors, gli uffici ne avranno 60 per accogliere o meno la domanda”.
“Vista l’importanza di questo tema e le sue ricadute sugli imprenditori, accelereremo al massimo – assicura il presidente di Sala delle Lapidi, Totò Orlando – proveremo a trattare la delibera questa settimana, al più all’inizio della prossima. Monitoriamo costantemente la vicenda”. “Il consiglio comunale entro questo venerdì inserirà all’ordine del giorno la modifica del regolamento e proveremo ad approvare il tutto – dice Caracausi – prevedremo l’adeguamento dello smontaggio dei gazebo al tempo necessario per avere le autorizzazioni”. L’ipotesi è di 90 giorni.
“I regolamenti sono in discussione nelle commissioni, l’assessorato prova dallo scorso anno a rimettere ordine in materia – dice Di Marco – già lo scorso anno abbiamo inviato le lettere per chiedere a tutti di mettersi in regola, sembra quasi che qualcuno voglia dimostrare una posizione di forza rispetto a un percorso ineludibile”.
A battere i pugni sul tavolo sono però le associazioni di categoria. “Io sarei cauto nel definirli abusivi – dice Nunzio Reina, presidente di Confartigianato – noi prima dell’estate abbiamo presentato una bozza di regolamento agli assessori competenti, dando la nostra disponibilità a cominciare un dialogo ma non è stato fatto nulla. Pensavamo che in cinque mesi si potesse arrivare ai dehors, siamo disponibili a sostituire i gazebo ma l’utilizzo del suolo pubblico prevede la denuncia penale e i cinque giorni di chiusura che sono inaccettabili. E’ inutile parlare di creare posti di lavoro e salvare le imprese se poi si agisce in questo modo. Questa gente ha un gazebo perché qualcuno glielo ha autorizzato. Domani cominceranno anche delle manifestazioni, ci sono imprese sane che ci vanno di mezzo”.