PALERMO – Da presidente di quartiere a scontrarsi con l’amministrazione ad aspirante sindaco di Gela. Domenico Messinese, 5stelle, sa di avere spiazzato ogni pronostico, arrivando davanti al sindaco uscente (Angelo Fasulo del Pd) e andando al ballottaggio, ma non gli basta: “Quella poltrona ci serve: ma non come serve ai politici, per noi è uno strumento per ridare dignità ai cittadini”. Circondato da decine di attivisti, Messinese, 50 anni, è già al lavoro. “Tra 15 giorni ci prendiamo Gela”, avverte l’ingegnere nel campo delle telecomunicazioni, sposato, due figlie, il cane ‘Simba’ e progetti molto chiari, come quello per il Petrolchimico: “Che farne? Intanto bisogna applicare la legge, cioè bonificare l’area per tutelare la salute delle persone – spiega – Poi non è pensabile che l’Eni dopo aver sfruttato il territorio se ne vada. No, esiste uno sviluppo sostenibile e noi puntiamo a quello. Il progetto green di Crocetta è solo carta straccia, propaganda e promesse”.
Più che del risultato, il grillino che ha espugnato l’enclave di Crocetta è sorpreso dalla gente. “All’inizio della campagna elettorale i cittadini ci ascoltavano, adesso ci cercano – racconta – Vogliono dare un contributo al cambiamento, sono stanchi”. Un esempio? “Il comune di Gela da 5 anni non consegnava le tessere elettorali ai 18enni – rivela – perché, sostenevano, mancavano i messi. Siamo andati al comune e i messi all’improvviso sono comparsi. Tanti ragazzi così hanno potuto votare”. Partecipazione è la parola chiave, in stile M5s. Per divulgare il suo programma, Messinese ha incontrato la gente nelle piazze, nella villa comunale facendo i comizi sopra una panchina. “Ogni attivista ha messo di tasca propria 150 euro, anzi abbiamo speso troppo”, afferma. Ottimista? “Il voto non è dei partiti, con quel segno sulla scheda ognuno di noi decide del proprio futuro e il futuro dobbiamo essere noi a costruirlo”.