Gelarda: "Centrodestra verso la catastrofe con Minardo"

Gelarda: “Centrodestra verso la catastrofe con Minardo”

Le accuse dell'ex leghista passato con lo scatenato Cateno. "Ecco i miei voti ai candidati"
L'INTERVISTA
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3 min di lettura

Come andranno le regionali in Sicilia?
“Vincerà Cateno De Luca, ne sono certo. La sinistra verrà travolta dalla sua confusione e il centrodestra perderà rovinosamente, specialmente se il candidato sarà Nino Minardo”.

Igor Gelarda (a destra nella foto), se parla, parla chiaro. E dice come la pensa. Nel suo curriculum politico, di recente, c’è la candidatura con la Lega, da uscente, al consiglio comunale di Palermo e conseguente sconfitta, da primo dei non eletti. Poi, la diaspora personale e l’approdo con lo scatenato Cateno. Questa chiacchierata si svolge in contemporanea con il vertice del centrodestra per dipanare la matassa di Palazzo d’Orleans. Ma, a prescindere dagli esiti, contiene premonizioni da titolo.

Cosa le ha promesso De Luca?
“Mi ha promesso di dare battaglia. Vedo in lui la possibilità di fare la politica come piace a me. Posso rileggere la mia dichiarazione di stamattina, alla presentazione?”.

Rilegga pure.
“Sono orgoglioso e contento di essere candidato nella lista di Cateno De Luca sia per la camera, collegio uninominale di Palermo centro-sud, che alle regionali. Quello di Cateno è un progetto ambizioso ma che ha solide radici nella disperazione e nella stanchezza dei siciliani. Molta gente mi dice che i suoi metodi rassomigliano a quelli dei grillini della prima ora. Può darsi Rispondo io, ma con una enorme differenza. Cateno ha dimostrato di sapere fare bene il sindaco in ben tre comuni siciliani, uno quello di Messina tredicesima città d’Italia. Messina dove, dopo oltre cento anni di vergogna, è stato lui a togliere le baracche del terremoto del 1908…”.

Prenda fiato.
“ …Quindi io mi identifico pienamente in un progetto di rinnovamento profondo, lo scardinamento della malapolitica siciliana sistema, unito alla capacità di amministrare che ha dimostrato Cateno. Ho lottato cinque anni da consigliere comunale per la mia città non fermandomi mai, e ho intenzione di continuare a farlo anche per tutti i siciliani”.

Sigla e applausi degli aficionados. Dunque, è fatta?
“Io credo che lui sarà il prossimo presidente della Regione. Penso che Caterina Chinnici, persona perbene, non sarà la candidata di questo centrosinistra sgangherato, perché si ritirerà. E penso che il centrodestra andrà verso il patatrac, insisto, soprattutto se candidano il segretario della Lega Nino Minardo. Cosa che io ritengo assodata”.

Proprio non le fa simpatia…
“Non c’entrano i miei sentimenti personali. Se lei va a comprare il pane a Pachino, lo sanno, al panificio, chi è Musumeci. Con Minardo avrei già qualche dubbio”.

Ma non sarà lei che è un po’ difficile, Gelarda? Era grillino e se n’è andato. Era leghista e se n’è andato…
“Io sono difficilissimo e ne sono orgoglioso. Volevo rompere il sistema, questo vecchio modo di fare politica in Sicilia di favori e clientelismo Il Movimento Cinque Stelle ha abbandonato il suo orizzonte naturale con la morte di Gianroberto Casaleggio. La Lega cambia, in Sicilia, quando arrivano Figuccia, Caronia, Scoma e lo stesso Minardo. Tutte bravissime persone, ci tengo a sottolinearlo, ma tutti portatori di una cultura politica vecchia. Eppure io avevo messo in guardia Salvini”.

A Matteo lo aveva detto? E che cosa gli aveva detto?
“Che non andava bene, che il partito in Sicilia aveva la sua identità, che si procedeva verso un disastro annunciato, con teste politiche non adeguate, non adatte”.

De Luca, invece, è Churchill?
“E’ uno che sa amministrare e che lascia spazio alla squadra, che è fortissima. E’ un leader che piace a chi lo segue per la sua umanità. Infatti, è molto amato”.

Ma sovvengono certi siparietti…
“Ha il suo linguaggio, lo ammetto, un po’ drastico. Ma necessario per attirare l’attenzione, quando non sei fortissimo come mezzi”.

Diamo i voti al centrodestra? Musumeci?
“Cinque. Non è riuscito a fare squadra”.

Miccichè?
“Due. Non si capisce niente. Almeno, sono io che non capisco dove vada a parare”.

Minardo?
“Non pervenuto”.

Vabbè, ce l’ha davvero con lui, allora…
“Ce l’ho, semmai, con chi non vuole rompere il sistema, nonostante migliaia di giovani siciliani in fuga. Io ci provo per l’ennesima volta e sarà l’ultima”. (Roberto Puglisi)


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