Geraci: "Variante inglese, attenzione ai contagi in Sicilia"

Geraci: “Variante inglese, attenzione ai contagi in Sicilia”

Il primario del 'Civico' spiega cosa potrebbe accadere, tra preoccupazione e rassicurazioni.
OSPEDALE CIVICO
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PALERMO Massimo Geraci è il primario della Medicina d’urgenza dell’ospedale Civico, il reparto coinvolto da un secondo focolaio Covid con la variante inglese. Come abbiamo scritto: i casi di variante inglese sono quattro. Il sospetto, che era aleggiato nei giorni scorsi, attendeva una conferma. Che, stamattina,  è arrivata grazie al laboratorio. Si legge in una nota dell’ospedale: “Questa notizia, tutt’altro che inaspettata, piuttosto che ingenerare facili allarmismi, deve prospettare una serena e consapevole percezione che la battaglia contro il Coronavirius non solo non è vinta ma bisogna tenere alta la soglia di attenzione”. Il dottore Geraci è anche il primo siciliano vaccinato, nell’incipit del ‘V Day’. Gli abbiamo rivolto qualche domanda.

Dottore Geraci, in una nota, l’ospedale Civico invita correttamente tutti alla responsabilità, ma senza allarmismi. Bisogna tenere alta la soglia dell’attenzione, si legge.
“E’ senz’altro così. La prudenza è necessaria per affrontare questo momento, in attesa che la campagna di vaccinazione entri nel vivo”.

Cosa ci dice della variante, dal suo punto di osservazione?
“Posso parlare della nostra esperienza fin qui. I casi che abbiamo riscontrato non sono gravi. I pazienti stanno bene e hanno un buon decorso”.

Quindi?
“Si è parlato di una maggiore letalità, in qualche circostanza. Penso che si possa dire che la variante sia più contagiosa, come è stato detto. Per il resto, nel nostro caso, non riscontriamo una sintomatologia più grave. E abbiamo avuto una indicazione importante”.

Quale?
“Che il vaccino protegge. Uno dei coinvolti è un operatore sanitario che, verosimilmente, si è contagiato tra la prima e la seconda dose. Il fatto che stia bene e che l’infezione complessiva si manifesti paucisintomatica depone a favore della salvaguardia del vaccino”.

Cosa preoccupa, invece?
“La contagiosità della variante inglese non ci lascia tranquilli, ovviamente. Immaginiamo che, come accade nelle altre regioni, anche in Sicilia, ci sarà un incremento dei casi, con un ritorno all’occupazione dei posti letto e alle richieste di ricovero. Questo creerà nuovi problemi sul tracciamento, sulla nostra capacità di fare filtro. Le notizie che ci arrivano dai colleghi non siciliani ci dicono che la rapidità di contagio è alta. Un elemento che, appunto, preoccupa”.

In conclusione?
“Non è ancora finita. Stiamo attenti. E vacciniamo tutti il prima possibile”.


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