PALERMO – Stop alla privatizzazione e garanzia degli investimenti. La Gesap vola a Roma dai vertici dell’Enac e, nel corso di un’audizione con il sindaco Leoluca Orlando e il commissario della Provincia Manlio Munafò, mette le cose in chiaro: conti a posto e nessun pericolo per la stabilità della società.
Quello di oggi era un appuntamento atteso non solo dopo l’arresto di Helg, ma anche dopo le dichiarazioni del presidente dell’Enac Vito Riggio che, ai primi sentori di un rallentamento sulla vendita delle quote, aveva messo le mani avanti chiedendo garanzie sugli investimenti, pena la revoca della licenza e il commissariamento. Una vicenda, quella della privatizzazione, che si era trasformata in una sorta di braccio di ferro sull’asse Palermo-Roma.
In ballo, del resto, non ci sono bruscolini. Le prime indiscrezioni vogliono che la valutazione dell’advisor si attesti sui 110 milioni di euro, considerati troppo pochi dai soci pubblici che, viste anche le inchieste giudiziarie, hanno deciso per il momento di non vendere. Una posizione ufficiale si avrà solo quando la Kpmg fornirà una cifra esatta, che comprenda anche le quote della Provincia, ma intanto oggi i soci lo hanno comunicato ufficialmente all’Enac.
Il presidente Fabio Giambrone e l’amministratore delegato Dario Colombo sono andati nella Capitale forti dei numeri positivi: azzeramento del debito, aumento dei passeggeri, primo bilancio in attivo e secondo, che verrà approvato a breve, con un utile ancora più consistente. Ma soprattutto, ed è questo il punto dirimente, la società è in grado di garantire i 56 milioni di euro necessari, da qui a 4 anni, per gli investimenti e senza bisogno di ricapitalizzazioni. Altri 13 dovrà metterli la Regione. L’Enac, dal canto suo, ha apprezzato e preso atto dei dati, anche se ha comunque chiesto un piano industriale da poter analizzare nel dettaglio.
“Enac ci ha chiesto conferme rispetto ai piani di sviluppo e agli investimenti – dice Munafò – ho confermato la piena condivisione del piano portato avanti, nonché la sostenibilità finanziaria del piano con le risorse di cui l’azienda dispone in questo momento. Ci apprestiamo ad approvare un bilancio con quasi 5 milioni di attivo, un ulteriore progresso rispetto agli 1,5 dello scorso anno. I dati confermano la ripresa finanziaria della società che, unita all’aumento di traffico, come riconosciuto dall’Enac, ci fa ben sperare di poter essere autosufficienti per il finanziamento dei piani. Escludiamo ricapitalizzazioni”. La Provincia ha anche frenato sulla privatizzazione: “Non è solo una questione economica – puntualizza Munafò – ci sono delle inchieste in corso e l’azienda ha subito un grave danno d’immagine, per il quale mi riservo di chiedere ristoro nel caso di responsabilità dei singoli. La privatizzazione adesso sarebbe un controsenso, quale acquirente sarebbe interessato oggi a comprare un’azienda che è in una situazione in continua evoluzione e che può riservare sorprese?”.
Domani si riunirà il cda, anche per fare il punto sulla situazione interna. “Abbiamo rappresentato all’Enac l’azione di risanamento finanziario della Gesap con l’eliminazione di oltre 30 milioni di euro di debiti e un bilancio in utile – dice il sindaco Orlando – l’Enac ha riconosciuto l’importante aumento di passeggeri e voli su Palermo. Dal punto di vista finanziario la Gesap è a posto ed è in buone condizioni che le consentono di affrontare gli impegni assunti. La società ha eliminato l’assunzione temporanea di personale per chiamata diretta e scelto di procedere sempre con i bandi. In merito alla vicenda Helg i soci pubblici si sono costituiti parte civile e abbiamo espresso apprezzamento per la sospensione del direttore generale, come premessa per accertare se ci sono gli estremi per ricorrere a provvedimenti più forti. Abbiamo inoltre espresso apprezzamento per il contatto avviato con l’Anac e ho rilevato come l’episodio accaduto si inserisca in un quadro di risanamento ed eliminazione di vecchie abitudini”.
Il primo cittadino ha, insomma, dato ancora una volta man forte al cda presieduto da Fabio Giambrone, esprimendo piena fiducia e solidarietà così come fatto lunedì scorso con una missiva, ma ha anche apprezzato la collaborazione con la magistratura sull’indagine per gli appalti. “Sulla privatizzazione – continua il Professore – ho ricordato che il Comune è sempre stato molto cauto. L’esigenza di privatizzare, sollecitata anche dall’Enac oltre un anno fa, nasceva dalla posizione debitoria della società, adesso la situazione è ben diversa. Attendiamo la valutazione dell’advisor, ci sono solo notizie a mezzo stampa. Il Comune comunque si era già premunito, visto che chiesi al consiglio comunale di non conferirmi deleghe ma di valutare in Aula il valore delle azioni. Oggi non c’è nessuna ragione di procedere con la privatizzazione”.
LE REAZIONI
“Lo stop alla privatizzazione della Gesap è sacrosanto viste le vicende recentemente emerse, più volte avevamo messo in discussione anche la sua opportunità da un punto di vista di convenienza per le casse dei soci pubblici e in particolare del Comune di Palermo”. Lo dicono i consiglieri comunali di Idv di Palermo Paolo Caracausi e Filippo Occhipinti. “Apprendiamo con favore che anche il bilancio 2014, così come quello del 2013, si chiude con un consistente utile e che finalmente si comincia a condividere anche la nostra posizione – dicono Caracausi e Occhipinti – la privatizzazione non solo non è necessaria, ma rimane un grosso errore. Da oltre due anni denunciamo che i vertici della società non erano all’altezza, viste le strane e continue perdite registrate negli anni che vanno dal 2006 al 2012, oltre 15 milioni complessivamente. Più volte avevamo messo in guardia su una gestione passata in molti punti opaca avvertito che si andava verso un deprezzamento del valore della società e quindi della privatizzazione. La società, ora che può fare fronte anche agli investimenti concordati con Enac, va mantenuta pubblica e gestita secondo criteri oculati per esprimere tutte quelle potenzialità latenti e per molto tempo volutamente soffocate da un management maldestro e non all’altezza. No alla privatizzazione, sì al rilancio dell’azienda in chiave di servizio al territorio. Piuttosto, se dovessero esserci le condizioni, meglio un percorso più trasparente e redditizio come la quotazione in Borsa, ma prima bisogna fare pulizia”.
“Dopo anni di pubbliche denunce in aperta solitudine, finalmente riscontriamo positivamente le decisioni oggi assunte riguardo il blocco della privatizzazione di una società che se ben gestita porterà utili ai soci e il giusto premio ai dipendenti – dice Gianluca Colombino della Cisal – confidiamo a questo punto nella volontà di rilanciare una società che è e dovrà essere patrimonio dei lavoratori dello scalo e della cittadinanza tutta e non il feudo di qualche regnante imposto da lobby politiche o di potere. Attendiamo comunque vigili il concreto avvio di una nuova stagione, valutandone momento dopo momento i passaggi che non possono prescindere da un concreto processo di riorganizzazione interna che valorizzi le professionalità esistenti a dispetto di spese abnormi per consulenze e dirigenze esterne”.
“Ci voleva un terremoto giudiziario per bloccare la privatizzazione – dice il capogruppo di Forza Italia Giulio Tantillo – avevamo chiesto di riflettere e di non essere frettolosi anche alla luce della futura ricapitalizzazione. Abbiamo chiesto che Giambrone venga a riferire in consiglio e lo farà la prossima settimana. La vicenda è delicata, siamo d’accordo con il mantenimento della quota pubblica. Attendiamo un piano economico dettagliato per capire le refluenze sul Comune e di conoscere la valutazione dell’advisor”.