Alla Gesap lo spoil system voluto da Orlando non decolla. La seduta dell’assemblea dei soci della società aeroportuale, che avrebbe dovuto ufficializzare l’ingresso degli uomini scelti dal nuovo sindaco di Palermo, ovvero Sergio Vizzini come presidente e Giovanni Battista Scalia come consigliere, è stata rinviata praticamente subito a causa della richiesta avanzata dalla Provincia, socio al 41 per cento dell’azienda.
Una richiesta motivata con la necessità di valutare l’opposizione degli uscenti voluti da Cammarata, ovvero il presidente Stefano Mangano e il consigliere Vincenzo Zummo, a lasciare la poltrona in seno al cda. “Io non ero presente – dice il presidente di Palazzo Comitini, Giovanni Avanti – ma chi rappresentava la Provincia ha avanzato la proposta anche in considerazione della dichiarazione del presidente del collegio sindacale, che faceva riferimento alla posizione dei rappresentanti del Comune”.
Lo spoil system in un primo momento doveva riguardare infatti tutto il cda, che sarebbe dovuto essere revocato per giusta causa proprio su richiesta della Provincia. Una proposta poi caduta che ha lasciato spazio a un mini-rimpasto, che riguarda solo i rappresentanti di piazza Pretoria e che viene giustificato con la così detta legge regionale dello spoil system. Norma che prevede la facoltà, per il sindaci, di revocare gli incarichi fiduciari. Insomma, cambiato il primo cittadino cambiano anche tutti i nominati.
Secondo Mangano e Zummo, però, la legge non si applica alle società private, men che meno a quelle non di proprietà totale del Comune. Nulla da fare, dunque, e tutto rinviato a lunedì 13 agosto. Insediato, invece, il nuovo collegio sindacale che era arrivato a naturale scadenza.
Sorprende, però, la rottura dell’intesa che nelle scorse settimane si era registrata tra comune di Palermo e Provincia. Intesa che aveva portato alla diminutio del direttore generale e all’opposizione nei confronti dell’Enac sulla ricapitalizzazione. Un mutamento di scenario che qualcuno attribuisce all’imminenza delle elezioni regionali e alla necessità, per le forze politiche in campo, di ridefinire ruoli e alleanze.