Gesip, task-force del governo| Interrogazioni in Parlamento - Live Sicilia

Gesip, task-force del governo| Interrogazioni in Parlamento

Il governo Monti crea una task-force per la Gesip e Orlando annuncia: "Salvaguarderemo i posti di lavoro". Previsto per la prossima settimana un nuovo incontro: sul piatto ci sarebbero anche i fondi Fas.

ORLANDO: "GARANTIREMO I POSTI DI LAVORO"
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Una task-force interministeriale, creata ad hoc dal Consiglio dei Ministri, per affrontare l’emergenza Gesip. Ad annunciarlo è stato il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, durante l’incontro con i sindacati tenutosi stamane a Sala delle Lapidi.

Un incontro atteso dai lavoratori, preoccupati dal piano predisposto dall’azienda in caso di niet del governo nazionale e dalla possibilità che si ricorra agli ammortizzatori sociali. Ansia che il Professore ha provato a fugare immediatamente: “Noi abbiamo un solo obiettivo: garantire i 1800 posti di lavoro e le loro retribuzioni, visto che non stiamo parlando di precari ma di persone che sono state assunte a tempo indeterminato. E’ con questa intenzione che andremo a Roma la prossima settimana, dopo che il sottosegretario Catricalà avrà firmato martedì il provvedimento per istituire la task-force che non riguarderà tanto la Gesip quanto Palermo, e forse anche altre città”.

E che la vicenda della società partecipata stia assumendo una connotazione nazionale lo dimostra anche il fatto che nei prossimi giorni senatori e deputati di diversi partiti presenteranno alcune interrogazioni per chiedere al governo di trovare una soluzione. “Ma è necessario – ha insistito Orlando – che anche i sindacati premano sull’esecutivo a tutti i livelli, così da esercitare la pressione necessaria”.

Ieri gli assessori Ugo Marchetti e Cesare La Piana, rispettivamente al Bilancio e alle Partecipate, hanno incontrato il capo di gabinetto del ministro Corrado Passera per cominciare a discutere del piano, che ha ricevuto un primo via libera dal governo, mentre il primo cittadino ha avuto una telefonata col premier Mario Monti. “Non l’ho incontrato solo perché era al G20 – ha detto Orlando ai lavoratori – ma mi sono confrontato anche con i ministri Passera, Cancellieri e Barca e ho riscontrato un’attenzione positiva. Se fino a qualche giorno fa ero pessimista, adesso lo sono di meno. E’ il segno che qualcosa sta cambiando”.

L’intenzione del governo sarebbe quella di racimolare tutti i fondi possibili, raschiando il fondo del barile di ogni ministero, in modo da mettere sul piatto i soldi necessari. Ci sarebbe già un primo impegno per i fondi Fas destinati alla manutenzione delle scuole, che sono stati sbloccati ieri, ma il comune avanzerà anche un’altra proposta: affidare alla Gesip alcuni dei servizi che ad oggi vengono esternalizzati sia dal comune che dalle partecipate. “Ma è solo una extrema ratio – ha detto Orlando – perché so bene che significherebbe togliere il lavoro a qualcun altro nel privato. Il punto è che il comune non ha soldi: in bilancio per il mio ufficio, per tutto l’anno, erano previsti mille euro e settecento li ho già spesi. Non abbiamo neanche i soldi per far riparare gli orologi di Sala delle Lapidi e della facciata di Palazzo delle Aquile: lo farà gratis un orologiaio. Questo per dare l’idea di come siamo messi”.

Intanto si avvicina la data del 30 giugno, termine entro il quale finiranno i soldi della Protezione civile. “Sono contento di essere riuscito a pagare gli stipendi in questi due mesi – ha detto Orlando – e, intendendomi di diritto, so cosa rischio avendo firmato l’atto con cui ho sbloccato i soldi, che ancora non ci sono. Non ho dieci milioni con cui risarcire qualcuno e ci siamo dovuti attenere a quanto scritto nell’ordinanza: l’unica eccezione l’abbiamo fatta per il trasporto ai disabili, perché l’abbiamo considerato essenziale. Ci hanno concesso tutto solo perché abbiamo giurato di non chiedere altre proroghe, anche se poi è tutto da vedere”.

Adesso l’appuntamento è per giovedì o venerdì, e soltanto dopo l’amministrazione incontrerà i sindacati e i lavoratori. Per quanto riguarda gli ammortizzatori sociali, previsti nel piano B redatto dall’azienda, molto dipenderà dalla risposta del governo e dai soldi che verranno messi sul piatto. Non è escluso quindi il ricorso ai prepensionamenti o ad altre forme di ammortizzatori. “Ma state tranquilli – ha concluso Orlando – se diranno di no, non sarete i soli a fare la guerra. Il 30 giugno arriverà anche per il governo”.

LE REAZIONI DEI SINDACATI
“La vicenda Gesip è complessa e sappiamo che non può risolversi con la bacchetta magica. Ma emerge una particolare attenzione verso la città di Palermo che fa ben sperare”. Lo dice Pietro La Torre, segretario regionale Uiltucs, commentando le dichiarazioni del sindaco di Palermo sul futuro della municipalizzata. “Crediamo sia prematuro – prosegue – avventurarci su discussioni relative agli strumenti da utilizzare per attuare il piano, rischieremmo inutili allarmismi. Attendiamo prima che sia definito. Dal canto nostro faremo appello alle segreterie nazionali di Cgil, Cisl e Uil per garantire una maggiore attenzione a Roma su questa problematica”.

Secondo Mimma Calabrò, della Fisascat Cisl, “è fondamentale che la salvezza di Gesip avvenga attraverso il riordino che coinvolge tutte le società municipalizzate e dai servizi da rendere alla cittadinanza. Accolgo, inoltre, la proposta avanzata dal sindaco attivandomi immediatamente per coinvolgere la mia segreteria nazionale affinchè sinergicamente si possa lavorare per la risoluzione positiva della vertenza che vede a rischio il futuro di 1800 famiglie”.

“Riteniamo innanzitutto importante – spiega il segretario generale di Asia, Salvo Barone – che si sia parlato a Roma con il governo di emergenza Palermo e non più solo di emergenza per la Gesip. E che si stia creando questa task force interministeriale che si occupi proprio di questa emergenza. Orlando ha sottolineato l’importanza di salvaguardare i quasi 1.800 posti di lavoro ma a questo noi aggiungiamo che è altrettanto importante garantire i livelli di retribuzione. Circa il 90% dei lavoratori Gesip tra cessioni del quinto di stipendio, mutui e altro arriva a guadagnare 600 euro al mese. Quindi ci opponiamo – così come pare sia stato tracciato nel piano industriale Gesip – a qualsiasi riduzione dei livelli retributivi attraverso cassa integrazione o altri ammortizzatori sociali. Nel corso dell’incontro di questa mattina, qualcuno ha detto di non disdegnare l’applicazione di eventuali ammortizzatori sociali per affermare successivamente che non bisogna però creare allarmismo tra i lavoratori. Noi, insieme a Fiadel, Cisas e Usb e alla quasi totalità delle sigle sindacali diciamo un no categorico alla riduzione degli stipendi e ci piacerebbe quindi capire la posizione reale di taluni sindacati”.

 

 

 

 


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