PALERMO – La cassa integrazione per la Gesip resta al palo. Nonostante le rassicurazioni romane sul reperimento dei 15 milioni necessari a garantire l’ammortizzatore sociale in deroga alla società del comune di Palermo, infatti, toccherà solo alla Regione, d’intesa con le parti sociali, decidere chi può accedervi e chi no.
Una querelle che va avanti da settimane e che vede divisi i sindacati dell’azienda: solo Cgil, Cisl e Uil infatti fanno parte del tavolo che qualche settimana fa non ha fatto altro che confermare l’esclusione delle aziende municipalizzate previsto dall’accordo quadro di marzo e degli anni passati, oltre che dalla legge. Il che vorrebbe dire niente cassa integrazione per la Gesip, vista l’esclusione delle partecipate. Un verbale che ha provocato lo scontro con gli altri sindacati di via Maggiore Toselli.
Ma ieri la Uiltucs ha rotto gli indugi e mandato un messaggio alle altri parti sociali del tavolo: “La Uiltucs è disponibile all’inserimento della Gesip all’interno delle aziende che potranno percepire la cassa integrazione in deroga – si legge in una nota di Pietro La Torre – una decisione presa al fine di assicurare le coperture economiche ai lavoratori per il tempo necessario alla costituzione della nuova società consortile e dell’avvio della stessa, per un arco temporale di circa cinque mesi. Si tratta comunque di un fatto unico e irripetibile”. E La Torre chiede anche l’accelerazione delle “pratiche giacenti presso l’ufficio provinciale del lavoro di Palermo, dal momento che le somme già disponibili, considerato che normalmente si realizza uno scarto tra gli impegni teorici e le somme concretamente impegnate”.
Una proposta, quella della Uiltucs, che però non sembra convincere in primis gli altri sindacati. “Noi vogliamo affrontare il tema parlando del problema che non è rappresentato dalla Gesip – dice Michele Pagliaro della Cgil – ma dai soldi che non sono mai arrivati in Sicilia. Dobbiamo aspettare che il ministero finisca i fondi prima di dire qualcosa? La Regione è stata convocata per due volte a Roma e non è mai andata”.
Posizione simile quella della Cisl: “Il problema è che non c’è un centesimo – dice Giorgio Tessitore – la Regione ha scritto che, stante le domande fino al 13 settembre, oltre ai 50 milioni ce ne vogliono altri 99. Ci sono 15mila lavoratori in attesa di pagamento. Così discutiamo del nulla, mentre le partecipate stanno esplodendo ovunque. Occorre un tavolo nazionale, la questione è seria e complessa. E se facciamo una deroga per la Gesip, dobbiamo farla per tutte le aziende a partecipazione pubblica: solo gli Ato rifiuti contano 10mila lavoratori”.
ll problema, infatti, più che la deroga per l’azienda, sembra essere l’assenza di risorse. “Non sono contrario a una deroga per Gesip – dice Mario Filippello della Cna – ma bisogna modificare il regolamento. Il ministro Fornero ci dia i soldi. E comunque la Gesip ha presentato domanda il 20 settembre: prima ci sono altre aziende che da mesi aspettano una risposta. La Regione potrebbe intervenire con il Fondo sociale europeo”. Più rigida la posizione di Confindustria: “Vorremmo capire sulla base di cosa si chiede una deroga – risponde Paolo Chiappara – ma comunque siamo disponibili a parlarne”.
Il tavolo non è stato ancora riconvocato e i tempi, inevitabilmente, si allungheranno a causa del cambio alla guida politica della Regione. Il nome del prossimo assessore al Lavoro resta ancora un mistero e intanto la Gesip sta alla finestra.