PALERMO – Il Partito democratico fa quadrato attorno all’assessore regionale all’Energia Vania Contrafatto. Una difesa, affidata al capogruppo all’Ars Alice Anselmo, che prova a isolare come una voce fuori dal coro il suo vice Giovanni Panepinto. Il parlamentare e sindaco di Bivona ieri ha attaccato aspramente la decisione della Contrafatto di fissare il 12 aprile come termine massimo entro il quale i Comuni, all’interno di ciascun Ato, dovranno costituire la governance per la gestione del servizio idrico integrato. Pena il commissariamento. Una scelta difesa oggi dalla Anselmo.
“Il Pd ha voluto fortemente l’approvazione della riforma del servizio idrico in Sicilia – afferma il capogruppo all’Ars del Pd – ed è per questo che non possono esserci tentennamenti nella sua attuazione. L’assessore Contrafatto ha giustamente emanato una circolare per velocizzare le procedure e dare immediata attuazione alla nuova organizzazione del sistema che dà finalmente ai comuni la possibilità di scegliere la forma di gestione per il proprio ambito. Dare un impulso a questo processo – insiste la Anselmo – va nell’interesse dei siciliani che hanno diritto a un servizio efficiente in un settore che, per troppo tempo, è rimasto ostaggio di interessi particolari. Questo – conclude Anselmo – richiede senso istituzionale da parte di tutti i soggetti coinvolti, evitando attacchi estemporanei che non hanno alcuna utilità”.
A schierarsi dalla parte della Contrafatto anche Mauro Grassi, responsabile della Struttura di missione #italiasicura di Palazzo Chigi contro il dissesto idrogeologico e per lo sviluppo delle infrastrutture idriche. ”Finalmente anche la Sicilia si allinea al resto d’Italia nella definizione della governance dei servizi idrici. Un passaggio fondamentale – afferma Grassi – che, grazie alla circolare dell’Assessore Contrafatto, diventa realtà ineludibile. Questo risultato è frutto della legge ‘Sbocca Italia’ – conclude – che in questo modo consente di superare le inerzie delle diverse istituzioni che per anni non sono state in grado di adeguarsi a una normativa già in vigore in Sicilia dal 2002, rendendo il servizio idrico inefficiente”.