Gioco d'azzardo: i più deboli |sono disoccupati e pensionati - Live Sicilia

Gioco d’azzardo: i più deboli |sono disoccupati e pensionati

Presentazione del progetto

Catania giunge alla costituzione di un coordinamento provinciale per la condivisione dei punti del cartello "Insieme contro l'azzardo", se n'è parlato oggi nella sala AIES.

LA PRESENTAZIONE
di
3 min di lettura

Catania – Gli oltre 79 miliardi di fatturato ricavati da lotterie, slot machines, poker, scommesse e giochi d’azzardo di natura sempre più varia degli ultimi anni, sono tra i dati più allarmanti emersi questa mattina durante la conferenza stampa di presentazione del Coordinamento Provinciale della Campagna Nazionale Contro i Rischi del Gioco d’Azzardo “Mettiamoci in Gioco”.

Il gioco d’azzardo infatti è considerato giorno dopo giorno sempre più, in tempo di crisi, via di uscita da situazioni di povertà. Soltanto dopo essere caduti nel vortice però ci si rende conto di essere finiti nelle grinfie di un mostro che tutto può tranne che sollevare la propria economia.

Allarmante il quadro emerso questa mattina durante l’incontro nella sala Aies di via Bambino. “Sbaglia chi pensa si tratti di un problema del singolo – ha commentato il Prof. Salvatore Cacciola – Presidente Regionale CNCA – la dipendenza da gioco d’azzardo è un problema sociale con a centro la questione salute, perché si tratta di una vera e propria malattia”.

I ritmi sempre più frenetici, che sono stati immessi sul mercato, di conseguenza portano all’aumento di un altro dato: la platea dei giocatori. Questa fascia infatti non ha fatto altro che allargarsi enormemente, comprendendo ormai anche giovani, casalinghe e pensionati, definiti questa mattina come “le nuove fasce d’utenza da catturare e fidelizzare”.

“A cadere nella dipendenza non sono i pensionati con 2mila euro di pensione, ma quelli che ogni mese ne percepiscono 400euro – ha spiegato Don Armando Zappolini, portavoce nazionale della campagna “Mettiamoci in gioco” – i giocatori più accaniti sono padri in cassaintegrazione o peggio uomini disoccupati. Responsabilità non di poco conto è da attribuire alle pubblicità spesso ingannevoli, le quali si rivolgono come target proprio alle fasce più deboli”.

I costi sanitari, sociali, relazionali e legali del gioco d’azzardo crescono in misura proporzionale: in mancanza di rilevazioni e ricerche epidemiologiche precise le “vittime” dirette del gioco d’azzardo, i giocatori patologici, sono stimati nel 2% del totale dei giocatori. “Il 50% dei nuovi poveri affronta la situazione di disagio proprio a seguito di una dipendenza da gioco” ha proseguito don Zappolini.

Catania, dopo aver avviato due importanti momenti pubblici di condivisione e confronto sul tema del gioco di azzardo patologico, giunge alla costituzione di un coordinamento provinciale che condivide i punti del cartello “Insieme contro l’azzardo”.”I legami istituiti a livello nazionale e regionale sono importantissimi – ha detto poi Cacciola – divieto di introdurre nuovi giochi con vincite in denaro, istituazione di maggiori centri e servizi di assistenza, creare poi un fondo per la prevenzione nonché cura e riabilitazione dal gioco d’azzardo, tutelare i minorenni, ridurre i tempi di gioco sono soltanto alcuni dei punti per la proposta di legge sulla regolamentazione del gioco d’azzardo, promossa dalla campagna”.

A fare eco alle sue parole quelle del sacerdote portavoce nazionale che così ha concluso: “subito dopo Catania, l’ufficilialità della nascita di un altro coordinamento al nord Italia, a Mestre, proprio di pochi giorni fa, ci dona gioia, la nostra campagna sta abbracciando tutta l’Italia, non possiamo che essere speranzosi in un futuro più libero dal tarlo del gioco”.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI