Giorgia, il male e la rinascita|"Così il cancro è stato sconfitto" - Live Sicilia

Giorgia, il male e la rinascita|”Così il cancro è stato sconfitto”

La storia di Giorgia Butera. E della sua battaglia.
PALERMO, LA STORIA
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PALERMO- Parlare con Giorgia del cancro che è stato sconfitto, delle lacrime, dei sorrisi, dei momenti di smarrimento, della braccia alzate al cielo, significa oltrepassare la porta di tutto ciò che temiamo. Abbiamo paura del dolore e delle sue minacce, per questo inventiamo esorcismi infantili, con l’illusione di tenerlo a bada. Ma quando la sfida chiama l’appello e grida forte il nome della nostra esistenza, allora sappiamo rispondere con una forza che non sospettavamo di avere.

Giorgia Butera, sociologa, impegnata con la sua associazione ‘Mete Onlus’ nel salvataggio di vite che per gli indifferenti sono relitti, era già una bellissima ragazza. Il coraggio con cui ha affrontato la salita l’ha resa meravigliosa.

“Era marzo del 2019 – racconta – faccio un esame di semplice prevenzione. Ecco i risultati. Il medico mi guarda e domanda: ‘Dottoressa, lei quanti anni ha?’. Gli rispondo: ‘Quarantatré’. Mi guarda di nuovo e dice: ‘Dottoressa, lei ha un cancro maligno’. Così è iniziata la mia esperienza. All’inizio non ci credevo, perché stavo bene. Mi ripetevo: no, non è possibile. Un altro esame mi dà una mazzata perché la situazione sembra perfino peggiore. Vado al Civico e incontro il professore Vito Chiantera, un grande medico e un uomo sensibile, lui è uno di quelli che ringrazierò per sempre. Non ero ancora perfettamente consapevole. Guardo una mia foto e mi rendo conto che la donna ritratta è molto malata e che sono io. Prendo coscienza e crollo. Ricordo un pomeriggio passato a vagare per Palermo e piangere, senza potermi fermare”.

Tutto è già iniziato. Il colore dei minuti cambia. Non ci sono più attimi trascorsi senza incombenze, attraversando le cose con spensieratezza. Quando ricevi una sentenza del genere, apri il frigo, accendi la televisione, rispondi al telefono e pensi che domani potrebbe non accadere più.

Giorgia racconta: “Mi confido con Silvia, una mia carissima amica. Lei inventa un gioco, dà al mio cancro un nome che non ci piace. ‘Ti innamoreresti di uno così?’. ‘No, mai’. E troviamo un po’ di leggerezza. Durante la malattia alcuni si sono allontanati, altri, invece, si sono avvicinati. Elvira veniva ogni giorno a imboccarmi in ospedale, per esempio. Primo intervento il nove ottobre. Secondo intervento il venticinque dello stesso mese. Dieci ore un sala operatoria e io pensavo ai bambini della mia associazione. Sofferenze terribili, nonostante la morfina. Credevo di non farcela, ma la morte non mi spaventava. Cominciano la chemio e la radio alla clinica ‘Macchiarella’, pure lì ho incontrato una splendida umanità. Dolore insistente, imbattibile. La mia famiglia mi ha sostenuta e mi ha abbracciata, altrimenti chissà. Ma le cure cominciano a essere efficaci. Stringo amicizia con una persona che attraversa lo stesso calvario. Sigliamo un patto, non ci abbandoneremo. A colloquio con i suoi medici, se lei era stremata, andavo io…”.

L’abisso, a poco a poco, si richiude. Giorgia migliora. Il suo corpo reagisce. Gli spasmi sono fortissimi, ma si manifesta la guarigione. Il 28 maggio scrive su Facebook: “Immensità! Sono felice, frastornata, certa di essere stata curata nel miglior modo possibile, di non aver mai perso la lucidità nel gestire ogni istante, di non aver mai perso la speranza di sconfiggere il cancro. Finalmente é arrivato il momento tanto desiderato: dopo un anno e tre mesi di lacerazione spirituale e corporea, di sofferenza atroce, dolori difficilmente raccontabili, posso affermare con certezza di aver sconfitto il cancro maligno”.

Ora Giorgia dice: “Vorrei sottolineare il valore delle prevenzione e vorrei abbracciare tutti quelli che sono stati con me. Io, durante la malattia, ho scritto libri, ho portato avanti iniziative, mi sono impegnata. Ecco la lezione che conoscevo e che ho imparato ancora di più: mai abbattersi, mai rinunciare”.

Questa è la storia di una meravigliosa ragazza che ha attraversato la porta stretta ed è tornata con il suo cuore tra le mani. La notte più buia ha sempre una sorella chiamata speranza.

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