PALERMO – Concorsi alla Regione, negli ospedali e all’Ars. E ancora, nuovi (e vecchi) posti di lavoro nelle società partecipate e nella Formazione professionale. La Regione torna ad assumere. Direttamente o indirettamente, attraverso società ed enti comunque finanziati da fondi regionali. In attesa che una legge faccia definitivamente “saltare il tappo”: quel blocco alle assunzioni in vigore ormai da qualche anno e che il governo vuole abolire, come ha apertamente annunciato nell’ultimo Documento economico e finanziario.
Rinasce l’Ufficio stampa
È di ieri l’annuncio del presidente della Regione Nello Musumeci: entro l’anno partiranno i concorsi per ricreare l’Ufficio stampa della Regione. La Consulta, infatti, dopo avere parzialmente impugnato la norma presente nel collegato alla Finanziaria ha accolto le modifiche apportato dal governo, riaprendo, di fatto, alle assunzioni. Verrà così “resuscitata” la struttura di comunicazione che era stata improvvisamente azzerata dall’ex governatore Crocetta, col licenziamento dei 21 addetti stampa che vi lavoravano. Stavolta, però, stando alla norma, la selezione non avverrà intuitu personae (con chiamata diretta e rapporto fiduciario, insomma) come era stato per la maggior parte dei giornalisti, ma si procederà attraverso un concorso. Musumeci ha annunciato entro settembre la nascita di un Tavolo di lavoro per fissare i criteri. Ma le assunzioni di giornalisti adesso potrebbero riguardare non solo i giornalisti alla Regione, ma qualcosa potrebbe muoversi anche nei vari enti pubblici: “Il Tavolo tecnico – si legge nella nota della Regione – tenterà di mettere ordine all’interno degli Uffici stampa nei Comuni, nella Sanità e negli enti sottoposti a controllo e vigilanza della Regione. Da oggi, a Palazzo d’Orleans si cambia registro in tema di comunicazione. Dopo oltre cinque anni di informazione ‘fai da te’, vogliamo ripristinare un sistema affidato a professionisti, come nelle altre Regioni italiane”.
Sanità: più vicina la Rete, più vicini i concorsi
E qualche novità potrebbe arrivare anche nel mondo della Sanità. Martedì infatti la commissione Salute dell’Ars darà il proprio parere alla nuova rete ospedaliera, sulla quale l’assessore Ruggero Razza sta operando le ultime modifiche. A quel punto, saranno più vicini anche i tanto attesi concorsi nella Sanità regionale, ovviamente passando attraverso la modifica degli atti di indirizzo e delle piante organiche. In qualche caso, però, i concorsi stanno già per partire. Si apprende da Piazza Ziino infatti che quelle aziende che non saranno “toccate” dalla nuova rete o in quei reparti dove non sono previsti tagli e modifiche rispetto all’ultima rete vigente, quella del governo Crocetta, si potrà già procedere con le assunzioni. Per il “grosso” bisognerà attendere verosimilmente i primi mesi del 2019.
Formazione, si riparte
Sarà più breve l’attesa invece per i lavoratori della Formazione professionale siciliana. Se infatti alcuni sindacati autonomi e rappresentanti degli “ex sportellisti” dalla prossima settimana saranno in sit in permanente di fronte Palazzo d’Orleans, tutti gli altri – dagli altri sindacati ai rappresentanti delle associazioni datoriali – pochi giorni fa hanno sottoscritto, con tanto di dichiarazione congiunta con cui viene espressa “piena soddisfazione”, l’accordo col governo regionale rappresentato da Roberto Lagalla per i criteri relativi proprio alle assunzioni. E così, adesso si potrà davvero partire con i corsi dell’Avviso 2, finanziati con 132 milioni di euro del bilancio regionale. Le prime “chiamate” dei lavoratori potrebbero arrivare già in agosto, il grosso da settembre e ottobre. Si stima che possano tornare a lavoro circa 2.500 addetti, senza un lavoro in molti casi da circa tre anni e “parcheggiati” finora nell’albo dei formatori.
Partecipate, il dilemma dell’albo
A proposito di albo. Assai complessa è invece la situazione che riguarda le società partecipate della Regione. Anche queste, infatti, si preparano a una infornata di assunzioni. Soprattutto le più grosse, come la Sas, che ha già ricevuto richieste di personale per oltre 300 persone. Il problema, però, in questo caso è strettamente normativo. Un decreto legislativo, infatti, aveva disposto che le società regionali, in caso di nuove assunzioni, dovessero “pescare” dall’albo dei lavoratori provenienti da società dismesse o liquidate. Quella norma, però, aveva anche una scadenza: quella del 30 giugno scorso. Da quel momento in poi, dovrebbero applicarsi le norme “standard”: quelle che prevedono, in caso di assunzioni, il rispetto dei criteri di trasparenza e imparzialità. In pratica: i concorsi. Che non potranno essere destinati solo ai lavoratori in attesa all’interno dell’albo, ma dovranno essere “aperti” anche all’esterno, per la metà dei posti disponibili. Ma qui, ecco l’altro scoglio: è tutt’ora vigente in Sicilia il blocco delle assunzioni, deciso ai tempi del governo Lombardo. Così, non si può assumere solo dall’albo, ma non si possono nemmeno bandire i concorsi. Uno stallo che il governo intende superare, come spiegato nero su bianco nell’ultimo Def, attraverso l’abolizione della norma che prevede il blocco delle assunzioni. A quel punto, porte aperte anche nelle società regionali, che – a dire il vero – anche nell’ultimo giudizio di parifica sono finite sotto la lente della Corte dei conti anche per il gran numero di assunti e per i costi connessi al personale: qualcosa 250 milioni l’anno. Oltre 1,2 miliardi di euro in una legislatura.
Tornano i concorsi all’Ars
Ristabiliti i tetti, adesso, si pensa a nuove assunzioni all’Ars. Si tratterà di pochi posti, stando a quanto annunciato dal presidente dell’Assemblea Gianfranco Micciché: una decina, a rimpolpare il personale notevolmente “dimagrito” dopo le norme sui prepensionamenti che hanno portato alla “fuga” di molti burocrati, prima dell’intervento, appunto dei tetti sui maxi-stipendi. E così, si torna ad assumere anche a Palazzo dei Normanni. Il concorso dovrebbe partire, stando sempre alle parole di Micciché, entro la fine dell’anno.