Giorno della memoria a Catania, il convegno sul linguaggio

“Le parole e le cose”, il convegno per il Giorno della Memoria a Catania

Il progetto sul legame tra termini ed eventi complessi

CATANIA – In occasione del Giorno della Memoria a Catania il dipartimento di Scienze politiche e sociali dell’Università di Catania, con la collaborazione di Odiesseuro Summer School e di Gerta Human Reports, organizza una conferenza dal titolo “Le parole e le Cose: Genocidio, Crimini di Guerra, Pogrom, Apartheid”.

Relatori della conferenza saranno Pinella Di Gregorio, storica contemporaneista e direttore Dsps; Stefania Mazzone, storica del pensiero politico; Saul Meghnagi, pedagogista e consigliere Ucei; Giuseppe Speciale, storico del diritto medievale e moderno; Angelo Di Giorgio, fotoreporter, Gerta Human Reports.

Giorno della memoria a Catania: il progetto

La conferenza proposta alle scuole e all’Università si inserisce, come si apprende da un comunicato, nell’ambito del progetto ‘Il significato delle parole’ a cura dell’ UCEI e del Ministero dell’Istruzione e del merito e si propone la definizione puntuale di quattro parole come avvio di una riflessione seria nell’analisi di eventi complessi e tali da richiedere chiarezza nei termini d’uso.

È questa la condizione per evitare banalizzazioni, schieramenti preconcetti, interpretazione scorretta di fatti, a volte tragici, quando legati a conflitti che è necessario capire nella loro nascita, evoluzione e possibile superamento.

Le relazioni sociali, attraverso le quali, si svolge, sia tra adulti sia tra giovani, la discussione sulla realtà, vicina o lontana sono mediate dagli “strumenti”, tra i quali gli usi linguistici, con cui ogni persona e ogni collettività struttura il proprio sapere e lo trasmette. Tale trasmissione riguarda i contenuti e le forme con cui tali contenuti sono organizzati per assumere posizioni ed esprimere giudizi.

Il linguaggio

Il linguaggio è una delle risorse fondamentali per tale attività cognitiva, argomentativa, politica. Il linguaggio consente di dare un’espressione sensibile a contenuti e stati dell’esperienza, di collegarli in modo sistematico, di intervenire nel giudizio sulla struttura delle cose, nella formulazione di proposizioni sulle diverse situazioni, di passare dalla percezione immediata all’intendimento e alla comprensione, di porsi, operando, se il linguaggio è corretto, secondo logica e, se l’analisi è puntuale, secondo valori e non secondo preconcetti.

La forma e lo stile del pensiero sono, in qualche modo, il risultato dell’interiorizzazione delle funzioni inerenti al linguaggio che usiamo e il linguaggio stesso è uno strumento essenziale della mente, un mezzo potente per combinare esperienze, un utensile per organizzare le idee attorno alla realtà.

L’uso di un linguaggio implica la conoscenza non solo e non tanto di singole parole, ma la capacità di elaborare esperienze e conoscenze a fini cognitivi. Attraverso l’uso della lingua e l’esperienza linguistica la persona elabora i fatti, ne partecipa e contribuisce ad analizzarli.

La lingua si caratterizza, in questo quadro, come una competenza così radicata nella nostra cultura e così profondamente incisiva sia sui processi di elaborazione formale delle conoscenze, da spingere a considerarla una risorsa cognitiva, e allo stesso tempo,  a un fattore costitutivo della ricerca di capire e di giudicare. Perché non si può fare memoria, e a maggior ragione della Shoah, se non a partire dal senso delle parole.

Chi ha aderito

Hanno aderito: Convitto nazionale “M. Cutelli” – Catania; Liceo Classico “N. Spedalieri” – Catania; ITIS “Galileo Ferraris” di San Giovanni La Punta – Catania; I.I.S. “G. De Felice Giuffrida – Olivetti” – Catania.


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