PALERMO – Sono stati più o meno la metà di coloro i quali si erano recati alle urne per scegliere il premier i votanti alle primarie per i parlamentari del Pd. Si parla di oltre 60mila votanti, anche se il dato non è ufficiale. L’affermazione più netta è quella di Francantonio Genovese nella sua Messina, dove ottiene una percentuale bulgara: 19.360 sui circa 24mila votanti, quasi l’80 per cento dunque. Dietro due personalità comunque vicine all’area Innovazioni, la nebroidea Maria Tindara Gullo e la messinese Liliana Modica, responsabile organizzativa del Pd in Sicilia.
A Palermo hanno votato circa diecimila persone, anche se il dato della città è parecchio deludente, complice anche la scelta di allestire un unico gazebo a piazza Castelnuovo. Sono appena 3624 i residenti nel comune di Palermo che si sono presentati ai seggi. Durante la notte ha preso corpo un tirato testa a testa fra il sindaco di Pollina Magda Culotta ed il renziano Davide Faraone. A spuntarla al fotofinish è stata la prima, vicina ad Antonello Cracolici, così come Franco Ribaudo, piazzatosi quarto. Al terzo posto invece la consigliera comunale Teresa Piccione, che con ogni probabilità abbandonerà dunque lo scranno di Sala delle Lapidi per sedere in Parlamento. Quinta l’uscente Alessandra Siragusa, unica fra i deputati della precedente legislatura che dovrebbe salvare il seggio a Palermo. Il sesto in graduatoria è Pino Apprendi, ex deputato regionale. Più staccati i grandi delusi, gli uscenti Sergio D’Antoni e Tonino Russo.
A Palermo non sono mancate le polemiche, visto che alcuni elettori che avevano votato alle precedenti primarie non hanno potuto esprimere la propria preferenza. È il caso di alcuni studenti fuori sede, i cui nominativi non sono stati comunicati allo staff locale. Già fuori dal novero degli elettori invece gli iscritti al Pd che non avevano scelto il premier, a causa di un scelta della commissione nazionale di garanzia.
Situazione più distesa nelle altre province. Massiccia la partecipazione a Enna e provincia, dove hanno votato 7266 persone, il doppio rispetto alla città di Palermo. A far la voce grossa l’uscente Vladimiro Crisafulli, che colleziona 6348 preferenze. Dietro di lui Maria Greco (2569), Katia Rapè (1588) e Fabio Arena (629).
Netta affermazione di un altro uscente a Trapani, ovvero Nino Papania. Il senatore alcamese ottiene 6165 voti, quasi il 70 per cento dei consensi. Dietro Papania si piazza Pamela Orrù (2420), seguita da Dario Safina (1700). “Il nostro dato è senz’altro brillante – afferma il responsabile organizzativo Mimmo Venuti –, c’è grande soddisfazione per la maturità degli elettori della provincia”:
Ad Agrigento affermazione di un altro uscente, Angelo Capodicasa che raccoglie 3014 voti, seguito ad un’incollatura da Tonino Moscatt, che si ferma a 2789 preferenze. Sul podio Maria Iacono, con 1449 voti.
Siracusa vede un successo piuttosto rotondo di Giuseppe Zappulla, che ottieme 3005 preferenze in tutta la provincia. Dietro di lui Sofia Amoddio (2568) e Giovanni Cafeo (2338). Più lontana Nunzia La Rosa (1435).
Pochi dubbi sulla forza elettorale di Francantonio Genovese a Messina, dove hanno votato circa 24mila persone. Dietro il leader di Innovazioni si piazza la pattese Maria Tindara Gullo (11365) In terza posizione Liliana Modica (6529). Seguono Antonio Saitta (4026), Lucia Tarro (2438) e Lucia Intilisano (2202).
Nella provincia iblea hanno votato 3500 elettori. La spunta l’ex consigliera provinciale Venerina Padua, con 1164 voti, staccando il comisano Gigi Bellassai, fermo a quota 1029. Terza Angela Barone (974) seguita da Gianni Battaglia (785) e Giuseppe Roccuzzo (713).
A Caltanissetta testa a testa fra Daniela Cardinale e Lillo Speziale, con la prima che riesce a sopravanzare il secondo per 65 voti (3488 rispetto a 3423). Nettamente più staccati gli altri candidati. Buona la partecipazione con quasi 5mila votanti.
A Catania i primi sono l’uscente Giuseppe Berretta (4774) e la sindacalista Cgil Luisella Albanella (4539). Più staccato l’altro Giovanni Burtone, che comunque è il terzo con 3507 voti. L’ex deputato regionale Giovanni Barbagallo (2892) supera invece la deputata nazionale Maria Samperi (2408), che rischia pertanto di rimaner fuori dai posti che contano nelle liste del Partito Democratico.
Positive le reazioni da parte del segretario regionale Giuseppe Lupo: “Ancora una volta il partito ha voluto dare la parola agli elettori senza imporre decisioni calate dall’alto ed è stata una grande prova di democrazia partecipata con la quale gli iscritti e gli elettori del Pd hanno scelto i propri candidati”. Lo stesso Lupo sottolinea come ci sia stata “una straordinaria affermazione delle donne, che potranno certamente offrire un contributo determinante per il cambiamento del Paese e della nostra Regione”.