"Incentiviamo le mense scolastiche| Su Almaviva campanelli d'allarme" - Live Sicilia

“Incentiviamo le mense scolastiche| Su Almaviva campanelli d’allarme”

L'assessore comunale Giovanna Marano

Livesicilia continua il ciclo di incontri con gli assessori del Comune di Palermo. Tocca alla Scuola

INTERVISTA CON MARANO
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6 min di lettura

PALERMO – La scuola, la salute, le politiche giovanili, il lavoro. Sono tante e variegate le deleghe di Giovanna Marano, dal maggio del 2014 “assessora” (come preferisce farsi chiamare) del comune di Palermo, confermata dal sindaco nella sua squadra. Sindacalista di lungo corso, poi l’avventura politica alla Regione e infine l’approdo a Palazzo delle Aquile. “Sono una donna di sinistra, un’orlandiana – dice a Livesicilia, che continua il suo ciclo di incontri con gli assessori – dobbiamo consolidare le scelte fatte in questi anni e nel 2022 potremo raccoglierne i frutti”.

Partiamo dalla scuola. Quanto è importante per una città come Palermo?
“Il mondo della scuola è una grande piattaforma culturale che in questi anni ha notevolmente contribuito al cambiamento della città. La dimostrazione l’abbiamo avuta il 23 maggio, giorno in cui la partecipazione delle famiglie con bambini era davvero straordinaria e non c’erano solo piazza Magione e l’Aula Bunker, ma iniziative differenti in decine scuole di vari ordini e grado, da Brancaccio, alla Zisa e alla Noce, che hanno animato i territori con l’obiettivo di vivere la memoria come una pratica decisiva nella lotta alle mafie. Noi siamo concentrati moltissimo sulla fascia di età 0-6 anni perché il sistema di asili nido e scuole dell’infanzia ha ancora una presenza rilevante e il mio primo obiettivo, appena insediata, è stata cogliere l’opportunità del convegno ‘Narrare l’infanzia: differenze, diritti, doveri’ per mettere la cultura dell’infanzia al centro dell’agenda di Palermo capitale italiana della cultura”.

Quali sono gli obiettivi sul fronte degli asili nido?
“Anzitutto vogliamo ridurre il più possibile le liste d’attesa, ma naturalmente tenteremo nei prossimi anni di affermarne il valore educativo dei nidi e archiviarne quello assistenziale. Ci impegniamo per fare in modo che la città possa diventare a dimensione di bambina e di bambino e rispondere con un’offerta dei servizi il più possibile adeguata alla domanda. Quello che abbiamo messo in luce è che i nostri servizi hanno già una qualità molto alta e con il decreto legge sulla fascia 0-6, parte della ‘Buona scuola’, valorizzeremo il sistema integrato. Con i fondi Pac abbiamo potuto alimentare un sistema che però non ha ancora sanato il gap quantitativo. Palermo ha un’esperienza trentennale sui nidi e ci siamo sforzati di salvaguardare i servizi a gestione diretta: abbiamo tutte le carte in regola per diventare una città a misura di bambina e di bambino. La legge ci assegna un compito che è quello della governance sul sistema educativo integrato, il che significa che avremo un ruolo di coordinamento pedagogico, oltre che gestionale, in cui il pubblico, le strutture accreditate, le tante scuole dell’infanzia statali possano condividere strumenti e strategie educative. Siamo anche orgogliosi di aver coinvolto nidi, sezioni primavera e scuole dell’infanzia in Manifesta 12: dallo Zen a Brancaccio, hanno usato la propria fantasia per disegnare il giardino planetario. Un modo per dare una centralità alla creatività dei più piccoli”.

Sul fronte vaccini, qual è la situazione della scuola palermitana?
“Non abbiamo riscontrato problemi quest’anno e ci siamo fatti promotori, insieme alla Società pediatri italiani e al dipartimento di Igiene ed epidemiologia dell’Università, di uno sportello sul valore della vaccinazione perché ci interessava che accanto all’obbligo crescesse una consapevolezza sanitaria, dissipando dubbi e paure”.

Quali sono i vostri obiettivi per il futuro?
“Tra i servizi scolastici c’è anche quello della refezione, che è però a domanda individuale: ci impegneremo per sensibilizzare le famiglie sull’importanza delle mense scolastiche. Il pasto in comune è importante e ha uno straordinario valore educativo perché implica la condivisione, oltre che una corretta nutrizione. Dal prossimo anno scolastico, inoltre, insieme all’Edilizia scolastica, che rientra tra le deleghe dell’assessore Arcuri, riconsegneremo il plesso centrale dell’Istituto comprensivo Abba Alighieri riqualificato e stiamo lavorando a un nuovo portale internet che ci consentirà di informare in modo tempestivo e di dialogare con le famiglie, ma che sarà utile anche per i pagamenti del ticket della mensa”.

Passiamo al lavoro, che in questa città resta un tema difficile…
“Intanto va ricordato che è attivo a Palazzo Magnisi lo sportello Fare Impresa, gestito dall’Opera don Calabria, che si occupa di dare risposte a chi chiede informazioni, dalle linee di micro-credito ai programmi finanziati, fino a Garanzia Giovani. Sono opportunità importanti per le ragazze e i ragazzi che vogliono costruire qualcosa e a cui proviamo a dare supporto fornendo le informazioni necessarie”.

Ma ci sono anche grandi vertenze in atto…
“Registriamo purtroppo dei campanelli d’allarme su Almaviva: speriamo in un lavoro sinergico di tutti gli attori, questa è una vertenza ormai nazionale e stiamo lavorando perché si consolidi la presenza dei call center nel territorio. Sono fiduciosa nel fatto che il tavolo regionale, nelle prossime settimane, possa rafforzare questa presenza a Palermo, anche su servizi più avanzati. Il Comune è molto attento anche su Fincantieri, che rappresenta la vocazione industriale più antica della città: il gruppo ha confermato per tutta l’Italia le commesse e presentato un portafoglio ordini notevole per tutti i cantieri italiani. Speriamo che si possa passare a una fase in cui il cantiere di Palermo torni a occuparsi di nuovo della costruzione delle navi, oltre che della loro riparazione”.

Dal punto di vista del lavoro, quale contributo può dare la cultura? Nel 2018 Palermo ne è capitale italiana e ospiterà Manifesta…
“C’è un grande fermento, questo è certo ed è merito del sindaco che ha avuto una grande intuizione: si sta sviluppando un turismo di qualità e molti giovani stanno cogliendo delle opportunità importanti. Certamente non possiamo vivere solo di turismo, servono anche l’industria e il terziario ma cogliamo degli sviluppi positivi”.

Orlando si è iscritto al Pd. E lei?
“Io sono sempre stata una donna di sinistra e resto molto coerente. Orlando è ancora il perno politico di questa città e lo dico a estimatori e detrattori: cosa sarebbe stato il mondo progressista palermitano senza Orlando? Tanti capicorrente e una politica con una visione pari a zero. Sono un’orlandiana anche se non ho preso la tessera del Pd e penso sia importante contribuire in questo momento al recupero di tanti valori della sinistra. Appartengo a quella generazione che ha avuto la fortuna di poter fare politica, motivata dalla fertilità di valori che ci circondava. Per i giovani di oggi è difficile orientarsi. Se dovessi indicare la ma figura di riferimento, direi sicuramente Bruno Trentin: un sindacalista laureato a Boston, che ha disegnato la Cgil dei diritti e della solidarietà, che sciolse le componenti politiche dentro il sindacato dimostrandosi un innovatore, che guidò l’autunno caldo dei metalmeccanici e nel ’93 firmò il patto che consentì al lavoro di questo Paese di essere protagonista di una stagione difficilissima dal punto di vista economico, che però permise all’Italia di rientrare nei parametri europei”.

Nel 2022 scadrà il mandato di Orlando. Dopo a chi toccherà?
“Il sindaco ci ha abituato a pensare andando oltre gli schemi, è un momento in cui intanto dobbiamo pensare ad affrontare il consolidamento delle scelte fatte in questi ultimi anni. Dobbiamo, usando una metafora, prenderci cura di quest’albero rendendolo ancor più fecondo: solo così sapremo coglierne i frutti in tempo per il 2022. A volte il sindaco è stato in grado di guardare oltre, penso per esempio alla questione dell’accoglienza. Siamo in fase in cui possiamo cogliere l’opportunità per non essere la città più a sud d’Europa, ma quella che può fare da ponte con quel che si muove nel continente africano e da quel punto di vista stiamo investendo per diventare una piattaforma culturale”.

Il suo sogno per i prossimi anni?
“Realizzare a Palermo, magari a Brancaccio, un centro per l’infanzia, sull’esempio di quello che ho visitato a Reggio Emilia, che accolga le famiglie, oltre le scuole, e fornisca servizi ludico-creativi, in cui si possa fare ricerca sull’infanzia e che sia un vero punto di ascolto della spontaneità e dello sguardo progettuale delle bambine e dei bambini”.

 


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