CATANIA – Più che un’assemblea civica è sembrata un duello elettorale, una sfida dal sapore molto più salato di un dibattito sui freddi numeri del bilancio. Quello che si è appena concluso nella sede di Cittainsieme, che doveva essere un confronto tra l’assessore comunale al Bilancio, Giuseppe Girlando, e il professore di economia, ex candidato sindaco Maurizio Caserta, è sembrato molto di più di uno scambio di opinioni. Questa almeno è stata l’impressione, a giudicare non solo dai due guanti posati sul tavolo dei relatori, ma anche dalla quantità di persone intervenute – l’aula traboccava.
Ma soprattutto, a giudicare da chi ha accompagnato gli ospiti, da una parte– erano presenti l’esperto di comunicazione del sindaco, Giuseppe Idonea, i rappresentanti della consulta giovanile, gli assessori Scialfa e D’Agata, il capo di Gabinetto, Massimo Rosso, l’esperto in decentramento Francesco Marano, alcuni consiglieri comunali, e il giornalista Giuseppe Lazzaro Danzuso – e dall’altra, con una nutrita claque al seguito dell’economista. Uno scontro di idee quasi opposte, più che un incontro. Garbato, leale – forse non nei confronti dell’assessore alla Bellezza, Orazio Licandro, assente ma costantemente citato nel corso della serata – ma pur sempre uno scontro tra la visione dell’avvocato assessore e quella del professore di economia.
Il punto di partenza della discussione è stato infatti il carteggio sul principale quotidiano cartaceo della città in ordine alla situazione economica dell’ente, in cui i due, il professore e l’avvocato, hanno rappresentato, talvolta con espressioni non certo morbide, due visioni diverse, e quanto fatto dall’attuale amministrazione per attenuare gli effetti del piano di riequilibrio finanziario. Il documento approvato dalla passata amministrazione, guidata da Raffaele Stancanelli, e fino a oggi mantenuto identico da quella guidata da Enzo Bianco, è infatti finito sotto la lente di ingrandimento dei due relatori, insieme al DL 35.
A prendere la parola per primo è stato l’assessore Girlando che ha spiegato quanto effettuato dall’attuale Giunta per evitare ulteriori danni alle casse dell’ente, attraverso l’accesso ai fondi del DL 35, che permette a Catania di ottenere 196 milioni di euro di anticipazioni dallo Stato, per pagare i debiti verso i fornitori. Prima, però, il delegato del sindaco ha fatto una digressione, evidenziando quelli che secondo lui sarebbero stati gli errori commessi in passato, anche recente. In particolare, la rinegoziazione dei mutui, effettuata da Stancanelli, avrebbe peggiorato di gran lunga le condizioni già precarie delle casse di Palazzo degli Elefanti.
“Nel 2008 – ha detto Girlando– quando il Comune era a un passo del dissesto, sono arrivati i soldi del decreto Berlusconi che regalava a Catania 140 milioni, più i 65 milioni dalla Regione. Questo importo, ha comportato la mancanza di investimenti, cui erano destinate le somme”. Non solo. “Nel 2011 Stancanelli ha rinegoziato i mutui – ha aggiunto – cioè ha rinegoziato gli interessi portandoli a 262.365.337 euro, con la penale in caso di estinzione anticipata. La macchina amministrativa continuava a produrre perdite: accedendo al DL 35 – ha proseguito Girlando – abbiamo ottenuto la diminuzione del tasso di interesse moratorio, e inoltre, non abbiamo più un creditore alla porta. Dal 2015, nel 90 per cento delle somme che incassiamo le useremo per pagare i debiti correnti – ha evidenziato –proprio perché abbiamo eliminato il debito che incombeva sulle case. Questa non è la soluzione definitiva, ma è un mezzo. È una ristrutturazione del debito, al contrario della passata, vantaggiosa”.
Di tutt’altro parere, invece, Maurizio Caserta. “Io presento una visione diversa – ha esordito. Non rispetto ai numeri, quelli sono sacri, ma con gli stessi numeri il ragionamento può essere diverso”. Il professore ha illustrato alcuni dati macroeconomici per spiegare la propria teoria secondo cui il risanamento economico di un territorio deve essere accompagnato necessariamente dalla crescita. “Non posso non cominciare dal dire che l’amministrazione comunale deve fare il bene dei cittadini e qui di fare le scelte più vantaggiose – ha detto. La crescita deve essere un obiettivo dell’amministrazione comunale che deve mettere in campo servizi per imprese e cittadini a cori contenuti. È la missione dell’ente locale”.
Non, dunque, equilibrare i conti alzando le tasse e chiedendo sacrifici. O meglio, non solo. “Bisogna fare due cose – ha sottolineato il professore – contenere gli sprechi e mettere in campo sevizi per la comunità. E questo si può fare se gli equilibri finanziari sono solidi.
L’incontro, moderato da Gaetano Oliva, si è animato durante il dibattito, con qualche intervento specifico su alcune voci di bilancio, ma tutto sommato si è mantenuto civile, salvo qualche provocazione, raccolta dal rappresentante della giunta, sulla comunicazione istituzionale. Molte i nasi storti, infatti, relativamente all’atteggiamento dei membri della Giunta, poco propensi secondo molti, ai dibattiti pubblici. “La serata di stasera dimostra che così non è – ha concluso Girlando – e possiamo dire di aver inaugurato un metodo”.