Giulia Giuffrè: la sostenibilità è il suo lavoro, la Sicilia le sue radici

Giulia Giuffrè: la sostenibilità è il suo lavoro, la Sicilia le sue radici

È nata a Capo d'Orlando ma gira il mondo per lavoro

Se fosse vissuta nell’antica Grecia, per i suoi tratti somatici, sarebbe una bellissima figura epica. Invece, Giulia Giuffrè è figlia dei nostri tempi. Nata a Capo d’Orlando, in provincia di Messina, classe ’79, direttore marketing ed ambasciatrice della sostenibilità Irritec, ovvero “l’impero” della famiglia, che conta 900 dipendenti, presenti in 16 Paesi, tra Europa, America del Sud, Stati Uniti. Ma con le radici ancora ben piantate in Sicilia. Il papà è precursore di quella che, oggi, è la cultura portante del pianeta che si chiama sostenibilità, cura del verde, risparmio delle risorse idriche.

Non è stato facile contattarla, difesa così com’è da una cortina di collaboratrici che le fanno da scudo e che prima di farti parlare con lei ti passano ai raggi X. Ma Giulia ha accettato l’intervista, programmando il nostro incontro con la stessa precisione e metodicità con cui disegna le sue intense giornate di lavoro.

Giulia, come si definirebbe nella vita di tutti i giorni, al di là degli aspetti lavorativi?

“Mi sento una persona normale che lavora e sì, forse sono un po’ esigente. Ma alla fine, come si dice, can che abbaia non morde. Probabilmente sono esigente soprattutto con me stessa”.

Decisionista?

“Vorrei esserlo ma mi apro al confronto, alle idee degli altri. Se pensiamo di avere sempre ragione non va bene. Io mi guardo molto in giro per vedere cosa c’è intorno. Sono fortunata perché mi aiuta tantissimo il mio team. Potrei dire che ho… mille teste”.

A proposito, sceglie uomini o donne tra i suoi collaboratori più fidati?

“In genere non faccio differenza. Se uno è bravo, è bravo. Forse, a pensarci, preferisco le donne. Le trovo più precise e più attente”.

Come si trova in un ambiente prevalentemente di uomini?

“Bene. Da piccola, le confesso che avrei voluto essere… maschio. Il mio libro preferito era “Volevo i pantaloni”. L’uomo, visto da me, aveva più libertà, più senso della vita concreta. Man mano che sono cresciuta, però, ho maturato la convinzione che le donne in realtà hanno le stesse identiche potenzialità”.

Laureata alla Bocconi, sposata, madre di due figli: com’è la sua vita privata?

“Abbiamo due bambini, di due e quattro anni. Per fortuna sia mio marito che i piccoli mi vedono come moglie, mamma, ma anche manager. Tutto si può conciliare, se le regole sono quelle del rispetto, della reciprocità e dell’affetto”.

Ha un sogno da realizzare?

“Ancora tanti. Io non mi fermo mai. Tutto quello che può servire al pianeta è oggetto di studio e lavoro. E poi chissà… magari cambio pure attività”.

Ha scelto di continuare a vivere in Sicilia, come mai?

“Mi ritrovo spesso a Milano ma alla fine del giro ritorno sempre qui, a Capo d’Orlando. Ho bisogno di vedere il mare”.

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