Il rimpasto alla Regione | I conti non tornano - Live Sicilia

Il rimpasto alla Regione | I conti non tornano

Crocetta ha annunciato: "Nuovo governo prestissimo". Ma ancora non c'è accordo all'interno del Pd. Sicilia Futura, poi, "avvisa" il governatore: "Niente fretta, o andiamo all'opposizione". Ncd ci sarà, ma con un tecnico. Ma al momento non c'è spazio per tutti i partiti. Ecco i nodi da sciogliere e i nomi in ballo.

La nuova giunta
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PALERMO – Quella giunta è troppo stretta. E nessun posto può essere aggiunto alla tavola del governo. Ma le dodici poltrone dell’esecutivo, al momento, non bastano. Gli ultimi ostacoli per la formazione del Crocetta quater sono sostanzialmente numerici. Ma è partita la folle corsa per la nomina dei nuovi assessori che potrebbe concludersi domani.

La “grandi manovre” infatti non si fermeranno nemmeno stanotte. Sono tante e frequenti in queste ore le telefonate e gli incontri tra i big dei partiti siciliani. Mentre lo stesso governatore ha fatto sapere: “Sto rientrando a Palermo, devo sentire i segretari dei partiti di maggioranza, mi devono dire loro cosa intendono fare: io non ho posto condizioni inaccettabili. Sono sempre ottimista, comunque un governo lo faccio. E molto presto”.

Mentre alcuni nodi si sciolgono, però, altri sembrano di difficile soluzione. Intanto, è il caso di partire dalle certezze. Alessandro Baccei verrà confermato al vertice dell’assessora all’Economia. I rapporti col governatore sarebbero più distesi. Lo avrebbe confidato lo stesso Crocetta ad alcuni alleati a margine dell’incontro romano sul bilancio regionale. Un passaggio che potrebbe favorire, ovviamente, la ricomposizione del Pd, dove l’area dei renziani è la meno entusiasta del nuovo rimpasto. Un rimpasto non compreso, pare, da Davide Faraone e dagli uomini vicini al sottosegretario.

Un po’ lo stesso stato d’animo di Sicilia Futura, la formazione di Totò Cardinale che da mesi appare in piena sintonia con i renziani del Pd. E anche oggi il coordinatore regionale del partito Nicola D’Agostino usa toni da “aut aut”: “Rimpasto? Ancora qualcuno ci deve spiegare – dice – i motivi di questa crisi di governo. Una cosa è certa, noi attendiamo che in un tavolo di maggioranza si discuta delle cose da fare, su quali risorse si potrà contare per realizzarle, e su quali saranno le regole alla base di un eventuale rimpasto. Senza queste condizioni – aggiunge D’Agostino – non solo non siamo interessati a questa operazioni, ma siamo pronti ad andare all’opposizione”.

E a ribadire toni e concetti, il fondatore del movimento, Totò Cardinale: “Non è possibile in questo momento drammatico di attese per i siciliani – ha detto – pensare di chiudere un governo tra una riunione al bar e un’altra. Noi non siamo interessati agli organigrammi ma alle cose da fare per la Sicilia. Soluzioni pasticciate e affrettate non ci interessano. In quel caso – conclude il leader di Sicilia Futura – è chiaro che saremo all’opposizione, ipotesi che certo non ci auguriamo”.

Una posizione molto dura, che potrebbe però apparire come un modo per alzare la posta. Non è un mistero del resto che gli uomini di Cardinale abbiano rivendicato il diritto di essere rappresentati in giunta da due assessori, al posto dell’unico attualmente in carica (Maurizo Croce). Una richiesta che nasce soprattutto dall’idea di Crocetta di coinvolgere nel nuovo governo politico anche gruppi numericamente meno rappresentativi all’Ars come Il Psi-Megafono e Sicilia democratica o meglio, il gruppo di parlamentari che ha “sfiduciato” l’ex capogruppo Totò Lentini. Quest’ultimo oggi ha messo in guardia Crocetta: “Attento ai partiti tarocchi”. Avvertimento al quale è seguita la replica del neocapogruppo Coltraro: “Parole farneticanti, se ne faccia una ragione”. Ecco, anche queste forze politiche dovrebbero comporre, in qualità di alleati, la giunta che presto nascerà. Non proprio i migliori auspici.

E in quella giunta sarà presente Ncd. Nonostante le smentite di facciata, buone per evitare nell’immediato l’implosione del partito, anche a Roma, gli alfaniani entreranno al governo, per usare le stesse parole del leader Angelino Alfano, “sotto mentite spoglie”. Cioè con un tecnico gradito, ancora però da scegliere. Più chiara la situazione nell’altra “porzione” di Area popolare, cioè l’Udc: Giovanni Pistorio verrà certamente confermato, anche se probabilmente con una delega diversa dall’atttuale (la Funzione pubblica), mentre per il secondo nome è, di fatto, corsa a due tra Mimmo Turano (favorito) e Gianluca Micciché.

Tutto però, come detto, passerà dal Partito democratico. Solo dopo che i dem avranno trovato un accordo “interno”, si potrà pensare alla distribuzione di poltrone per gli altri partiti. E nel gioco dei “pesi e contrappesi” potrebbero entrare anche gli incarichi all’Ars. Soprattutto se decideranno di entrare in giunta big come Antonello Cracolici (attualmente presidente della prima commissione all’Ars), Giuseppe Lupo (vicepresidente dell’Assemblea) e anche Bruno Marziano, che ricopre il ruolo di guida della Commissione attività produttive. Ai renziani è stato chiesto di rinunciare a un assessore. La risposta dell’area che fa capo a Faraone è stata, in pratica: “Per noi può restare tutto com’è”. Ma così, i posti per tutti non bastano: almeno sei saranno del Pd, tre di Area Popolare, un posto il governatore lo terrà per sé confermando Mariella Lo Bello. Restano al massimo due poltrone. Le stesse che richiede solo per sè Sicilia Futura di Totò Cardinale. Ma in fila ci sono anche i socialisti e gli uomini di Sicilia democratica. Qualcuno dovrà “sacrificarsi”, rinunciando ad entrare nel quarto governo in tre anni di Rosario Crocetta.


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