Il processo ad Angioni resta a Marsala: lo ha deciso la Cassazione

Giustizia, il processo ad Angioni resta a Marsala: lo ha deciso la Cassazione

Rigettata l'ipotesi del legittimo sospetto
LA SCOMPARSA DI DENISE
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MARSALA (TRAPANI) – È ripreso, davanti il Tribunale di Marsala, il processo che vede l’ex magistrato Maria Angioni imputata con l’accusa di diffamazione aggravata ai danni di un ex poliziotto. La Cassazione ha, infatti, rigettato il ricorso presentato da Angioni, tramite il suo difensore Stefano Giordano, tendente a spostare il processo in altra sede giudiziaria. Secondo quanto sostenuto nel ricorso, infatti, nell’ambiente giudiziario marsalese non ci sarebbe un clima sufficientemente sereno per giudicare l’imputata.

Gli atti in Cassazione

Per questo, lo scorso marzo, il giudice monocratico Leonardo Bruno Vivona sospese il processo trasmettendo gli atti alla Cassazione, chiamato a decidere sull’istanza di legittimo sospetto. Ma la quinta sezione della Suprema Corte ha dichiarato “inammissibile” la richiesta, condannando anche la ricorrente al pagamento delle spese processuali e di 3 mila euro a favore della cassa delle ammende. 

La difesa dell’ex magistrato aveva sostenuto l’esistenza di una sorta di incompatibilità ambientale, in quanto l’autorità giudiziaria marsalese, sia giudicante che richiedente (Procura), non avrebbero, a loro dire, la necessaria serenità per giudicare la Angioni, accusata di avere diffamato l’ispettore Vincenzo Tumbiolo, per lungo tempo in servizio al commissariato di Mazara del Vallo (Tp) dichiarando in televisione (trasmissione “Mattino 5” del 27 maggio 2021) che questi, nell’ambito delle ricerche della piccola Denise Pipitone, sarebbe stato uno degli uomini delle forze dell’ordine che l’1 settembre 2004 si recarono nella palazzina dove abitava Anna Corona, sbagliando però appartamento. 

La casa di Anna Corona

“Così insinuando – afferma la Procura – nuovamente irregolarità nello svolgimento di tale accesso”. Le forze dell’ordine, qualche ora dopo la scomparsa di Denise, non entrarono nell’abitazione di Anna Corona, ma di una vicina di casa. Tra quei poliziotti, però, evidenzia l’accusa, non c’era l’ispettore Tumbiolo, in quanto “sospeso dal servizio dal luglio 2002 al 2 febbraio 2005, in seguito ad una misura cautelare emessa nell’ambito di un’indagine della quale era titolare proprio la dottoressa Angioni”. L’ex poliziotto venne, poi, assolto. 


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